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Per tanti ponzesi i conti non tornano più

di Vincenzo Ambrosino
Consumi-carrello-spesa [1]

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Quanto costa la carne a Ponza? Da dove viene la carne? Quanto costa l’acqua a Ponza? Da dove viene? Quanto costa la frutta, la verdura e da dove vengono? Quanto costa il pane, la pasta, gli insaccati, i generi alimentari? Quanto costa vestirsi a Ponza? Quanto costa il gas? Quanto costa la luce elettrica a Ponza? Quanto costa la raccolta dell’immondizia?
Quanto costa vivere a Ponza: di meno o di più che vivere in città?

Fino a qualche anno fa i Ponzesi venivano accolti a braccia aperte nei negozi di Formia perché non badavano a spese e facevano ritorno a Ponza con l’automobile stracolma di merci di ogni genere. Probabilmente due erano i motivi: il primo è che in qualsiasi negozio continentale si entrasse, i prezzi erano sempre inferiori a quelli di Ponza; il secondo, più importante, è che c’era denaro da spendere e fiducia nell’avvenire economico familiare.
Adesso si parte per necessità e le spese sono molto oculate.

Io non dico che non ci sono i ricchi a Ponza, che come ha detto il Sindaco, guadagnano anche 30.000 euro al giorno nel periodo estivo, ma non tutti raccolgono queste cifre; la maggioranza dei cittadini metterebbe la firma per fare questo incasso in tutta l’estate.

La favola dei ponzesi tutti ricchi deve finire! Tanti ponzesi stanno “mangiandosi” i risparmi, tanti ponzesi stanno cominciando a farsi i conti, i quali non tornano perché, pur contabilizzando su tutto, le uscite sono superiori all’entrate, perché le spese sono superiori agli incassi fatti nel turismo dei 20 giorni d’estate, nella magra pesca e dalla inesistente edilizia.
Infatti sul bilancio delle famiglie ponzesi residenti se prima pesavano solo le anomale condizioni di carovita (i prezzi estivi persistono anche d’inverno), ora questa anormalità isolana è aggravata: dalla crisi economica in atto che riduce le entrate e il progressivo peso delle tasse e imposte prodotte dalle amministrazioni pubbliche che aumentano le uscite.

Caro Sindaco, noi non viviamo in un’oasi esclusa dalla crisi, i ponzesi (non ricchi) come tutti gli italiani, vivono un momento psicologico molto difficile e lo senti nei discorsi che si fanno nei bar, nelle famiglie …e in questi discorsi è entrata di forza la contabilità.

“Arriveremo alla fine del mese? …Spegnete la luce! …La ricarica al telefonino te la devi guadagnare! …Facciamo la lavatrice la sera! …Bisogna andare al Comune a far rettificare la bolletta dell’immondizia …Bisogna andare in banca a disdire la carta di credito …Bisogna disdire l’abbonamento Sky, andare a ridurre i KW del contatore per non pagare i consumi di elettricità come se fossimo una azienda!” …e così via.

Cerco di essere positivo e quindi dico che non tutti i mali vengono per nuocere, forse cominciando a “contare”, la gente, si spera, diventerà più attenta alle cose di ogni giorno e quindi comincerà a fare delle scelte in tutti i campi; a ponderare per esempio l’entità e l’utilità della spesa da affrontare, a cercare di cambiare il suo stile di vita, il suo rapporto con il consumo e quindi con il tempo libero.

Voglio sperare che sarà costretta ad avere un rapporto diverso con la società circostante e quindi con le istituzioni, a cominciare dal Comune, nel chiedersi l’efficacia e l’utilità di un servizio.

I servizi prestati dall’ente pubblico hanno un costo che si riversa sulle bollette perché per esempio, hanno un capitolato d’appalto che corrisponde alla qualità e quantità del servizio da prestare ai cittadini; quando questo non viene rispettato allora c’è l’inefficienza del servizio e i cittadini di questo devono chiedere conto per non pagare un disservizio.

E, come giustamente ha ricordato Pasquale, è tempo che la macchina amministrativa diventi efficiente nell’eliminare al massimo gli sprechi nelle spese, che diventi efficace per servire meglio il contribuente cittadino perché anche la burocrazia inefficiente ha un costo per i cittadini.

Al contrario da sempre i cittadini pagano disservizi, pagano la lentezza burocratica, la disorganizzazione degli uffici, da sempre pagano e non ricevono in cambio il giusto servizio pubblico e questo caro Sindaco non deve più avvenire.

Come, caro Sindaco, va sottolineata la sua dichiarazione di un forte impegno contro l’evasione contributiva. Ma noi non ci accontentiamo delle dichiarazioni, ci aspettiamo dei risultati palpabili nelle tasche degli onesti contribuenti il prossimo anno.

Bene io credo che sia proprio in questi momenti di crisi economica che ognuno debba ripensare il suo ruolo, il ruolo di amministratore, il ruolo di cittadino, il ruolo di capo famiglia e che tutti riconoscano in modo “responsabile”, i propri diritti e i propri doveri di cittadino, di contribuente, di amministratore.