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Elucubrazioni di Pasquale. (1). Introduzione

 di Pasquale Scarpati
Silvano Braido. Isola [1]

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Elucubrazione: meditazione lunga e minuziosa anche ironica

(Zanichelli)

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Agli uomini di buona volontà

Peregrino del ciel, garrulo a volo
Tu fuggi innanzi a le stagion nembose.
E vedi il Nilo e nostre itale rose
Né muti stanza perché muti polo:

Se pur de le lontane amate cose
Cape ne’ vostri angusti petti il duolo
Né mai flutto inframmesso o pingue suolo
Oblio del primo nido in cor ti pose;

Quando l’ala soffermi a’ poggi lieti
Che degradano al mar da l’Appennino
Bianchi di marmi e bruni d’oliveti.

Una casa a la valle ed un giardino
Cerca , e, se ‘l nuovo possessor no ‘l vieti
Salutali in mio nome, o peregrino.

( G. Carducci: Juvenilia, libro I-III)

 

Gli stanziali ed i migratori

Sezione prima: Introduzione

All’imbrunire, nella folta chioma di un pino marittimo, vivacemente ed allegramente cinguettano i passerotti. La giornata, trascorsa alla ricerca del nutrimento, è stata lunga e perigliosa. Finalmente ora che rivedono il nido e stanno tutti insieme, cantano, perché si sentono più sicuri e protetti. Esserini piccoli ed indifesi, quando stanno da soli, infatti, non possono far altro che avere paura, tanta paura, sempre paura….

Sezione seconda: L’Osservazione

Come altrove, anche i ponzesi si dividono in due grandi categorie: i residenti ed i nativi non residenti; a loro volta i residenti si dividono in: quelli che “vedono”, i “non vedenti”, i “ sordi”, gli eventuali “ghost” (fantasmi).

I vedenti si dividono in:

a) quelli che guardano lontano;

b) i miopi che non guardano oppure non osano guardare più in là del loro piccolo naso.

Tra i primi si distinguono quelli che osservano e quelli che guardano.
I primi osservano con occhio attento, già in lontananza, l’avvicinarsi degli uccelli migratori, che talvolta giungono da lontano e, all’orizzonte, non sono altro che puntini che velocemente, molto velocemente, si avvicinano. Leggeri e veloci si avvicinano a stormi compatti, a volte formano un cuneo per fendere l’aria più facilmente. Non appena si fanno corpo, toccano terra con le gracili zampette; immediatamente cacciatori furbastri preparano trappole e trucchi, catturandone molti e riponendoli nella bisaccia, alla chetichella. Può accadere che a qualcuno (pochi in verità) venga resa la libertà, ma il più delle volte si lasciano soffocare, chiusi nell’involucro, oppure si mettono in gabbia per farli cantare fino a che il “pigolìo diventi sempre più piano” (Pascoli).

Altri riescono a riprendere il volo sollevandosi con frullio di ali e velocemente, così come sono venuti, si dileguano là dove il cielo si confonde con il mare. Alcuni uomini, udendo questo fruscio, alzano gli occhi e restano attoniti, quasi spauriti perché nell’alzare la testa – che hanno tenuto sempre chinata – avvertono uno strano capogiro che li confonde; altri si chiedono e chiedono da dove siano venuti e ipotizzano, tra loro discutendo, la direzione verso cui tendono; taluni, più esperti, cercano di capire a quale specie appartengano; altri ancora si interrogano se quel volo sarà spinto da venti favorevoli oppure ostacolato da venti contrari; molti, invece, non alzano mai la testa: hanno paura, temono di inciampare in qualche ostacolo, pensano che sia meglio essere prudenti, che bisogna dar peso al vecchio detto: “Bada dove si mettono i piedi”, anche se si conosce molto bene la strada; però non si sa mai ….

[Elucubrazioni di Pasquale. (1). Continua]

Immagine di copertina. Dipinto di Silvano Braido (cliccare per ingrandire)

Uccellini_su_filo [2]