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Che peccato!. Ieri sono venuto a conoscenza di una decisione che mi ha rattristato . Le ultime “cianciole”, zaccalene, lampare di Ponza, come si suole chiamarle, saranno rottamate. Il pensiero mi porta indietro di qualche decennio, quando il porto di Ponza era zeppo di zaccalene: Apollo, Pola, Fratelli Feola, Michelangelo, Astori S. Silverio, Giosuè, Geppino, Angelina o Commarella, la barca dell’amico Mutariello (non ricordo il nome). Ponza era ricca, il turismo era una risorsa minima e per pochi. Tutte queste barche assicuravano un reddito a centinaia di famiglie. Perchè la decisione di rottamare le barche. Oggi, a Ponza, non ci sono più le condizioni di esercitare tale pesca. Le banchine sono destinate al turismo, lì è possibile fare qualsiasi tipo di attività, ma non riparare le reti e depositarle per due mesi invernali. Sono costretti a portarle in campagna dove i topi provocano solo danni. Non è stato mai fatta una politica per la pesca: capannoni dove ricoverare e riparare le reti. Tutti abbiamo letto i disagi che incontra il Presidente dell’Associazione Sportiva Ponza Calcio. Evidentemente Ponza deve continuare a morire. Già siamo morti, ci riesumano e ci riseppelliscono ogni volta. I ragazzi di “Ponza c’è” durante la passata amministrazione scrissero una richiesta al Sindaco affinchè li aiutasse. Bene, questi ragazzi sanno e conoscono la richiesta. …Fatelo!
Immagine di copertina: il porticciolo di Ponza nel ’63 Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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