Archeologia

Pesci di bronzo nuotano in acqua ’i ciel

di Renzo Russo
Copertina.SI

 .

La settimana che ha portato a venerdì 22 novembre è stata forse tra le più piovose degli ultimi tempi.
Ogni mattina guardavamo sui vari siti di Internet dedicati al meteo, sperando che sbagliassero riguardo l’evolvere delle previsioni per venerdì, ma mai come in questa occasione tutte sembravano coincidere: “pioggia continua e generalizzata” su Roma e sul Lazio.

Insomma, intendiamoci, niente di drammatico – considerando anche quello che era successo giorni prima in Sardegna – ma a noi, grandi amici di Oreste Baldini, tutto sembrava congiurare contro l’inaugurazione della mostra “Mediterraneum” ai Mercati di Traiano [per sede, giorni e orari, leggi qui].

Ogni giorno sentivamo telefonicamente Oreste, impegnato nell’allestimento dell’evento e ogni volta ci ribadiva che il 22 sarebbe stato piovosissimo.
Come dargli torto e controbattere che stava esagerando con il pessimismo!
Per farla breve, il 22 alle 17,30 ci siamo presentati ai Mercati di Traiano con le nostre macchine fotografiche pronti a documentare l’inaugurazione, comunque, pioggia o non pioggia…
“Verranno solo i miei genitori e gli amici più intimi… Trenta persone al massimo…”

Per stemperare un po’ la tensione palpabile sul suo viso ho provato a buttare lì: “Dai Oreste, mostra bagnata, mostra fortunata…” – parafrasando la classica frase che si dice alle spose piangenti quando “nel più bel giorno della loro vita” piove a dirotto.
Con un solo sguardo Oreste mi ha fulminato e mi ha fatto capire che avevo perso una buona occasione per stare zitto, ma la mia battuta scontata e banale serviva solo a tirargli un po’ su il morale, anche se con scarsi risultati.
Ormai contagiato dal pessimismo, aspettavo l’inaugurazione della mostra, al riparo dalla pioggia, in una delle “taberne” situate lungo la strada lastricata romana.

Françoise, che era salita all’ingresso principale dei Mercati di Traiano per scattare alcune foto al tavolo con i dépliant, è arrivata con passo spedito dicendo: “Ma che aspetti a salire! C’è tantissima gente e a momenti faranno un piccolo discorso per inaugurare la mostra”.
Siamo risaliti di corsa e, in effetti, intorno ad Oreste e alla Direttrice del museo c’era una piccola folla, intenta ad ascoltare le classiche frasi che si dicono in queste occasioni (almeno immagino, perché arrivando in ritardo, mi ero, di fatto, perso tutto il discorso).

C’era anche Sandro, mio fratello, e con lui – facendo da cicerone – ho visitato le varie “taberne” in cui sono alloggiate le sculture, i quadri e i mosaici.
Oltre l’interesse per le opere di Oreste Baldini – che in parte lui conosce tramite me – è rimasto impressionato per la bellezza del sito archeologico sottostante l’ingresso principale, che non aveva mai visto, sebbene fosse stato a visitare altre mostre esposte nei Mercati di Traiano.

Via Biberatica

Mentre eravamo intenti a scattare foto, sentivamo solo commenti favorevoli, a volte anche entusiastici, sui lavori esposti da Oreste e come quanto bene si integrassero in quel contesto architettonico.
Anche la pioggia sembrava non dare più fastidio di tanto, se non per costringere il pubblico a rimanere al riparo all’interno delle sei taberne dove erano esposte le opere, invece di sciamare tranquillamente per tutta la via Biberatica, lastricata di grosse pietre di basalto.

Percorso mostra – Opere e suggestioni

Uscita con ombrelli su via Biberatica

Ingresso via Biberatica. Un grande mosaico, in marmo e pasta di vetro di Murano, alto 4 metri, rappresenta un pesce sognatore: esso si nutre di stelle predate dal cielo che diventano quindi parte della sua livrea

 

Taberna 1
Due grandi mosaici in opus tessellatum bianco e nero, uguali ma con i colori invertiti, rendono omaggio all’antica tradizione romana del mosaico; un disegno a matita con la stessa immagine separa i due mosaici.
L’essenza odorosa è il “victrix”

Taberna 2
L’ installazione è calda, avvolgente e morbida. Dedicata al colore.
Una sinergia creata da un dipinto a tecnica mista, un commesso romano in marmo policromo, una carta con acrili e pastelli e dei rosoni bronzei.
L’essenza odorosa è “dambrosia”

Taberna 3
Lo spazio è affollato e si percepisce un’atmosfera mistica: pesci in bronzo ondeggiano su lunghi steli mentre un grande mosaico policromo e due disegni a matita raccontano la storia di Giona. Vi è collocata anche una croce formata da tanti pesci.
L’essenza odorosa è “olibanum”

Pesce Giona

 

Taberna 4
La dominante è costituita da opere in bronzo patinato, bassorilievi, una stele ed anche un commesso romano in marmo guatemala e di Carrara.
L’essenza odorosa è “arso”

Taberna 5
Non è presente alcun accompagnamento musicale, solo lo sgocciolio dell’acqua proveniente dai bozzetti in bronzo delle fontane.
L’essenza è “acqua viva”

Taberna 6
Allestimento del banco del pesce. Fra sedie a tema e dipinti, l’aula ospita ciotole e grandi vassoi in terracotta dipinti dall’artista.

Studio x scultura

Taberna

Buffet

Buffet sotto uno dei dipinti. Perfino le tartine sono state curate dall’artista, con motivi in tema

 

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