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Le croci di Ponza. (5). La Punta Biancadi Mimma Califano . Per gli altri articoli della serie, digita – Le croci di Ponza – nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio . Abbiamo detto delle Croci “casalinghe”, da andare a cercare negli angoli più riposti, la cui esistenza è nota essenzialmente agli abitanti della zona e/o a ponzesi di antica tradizione. Si può pensare che per la sua posizione chiunque sta o viene sull’isola la debba conoscere, ma chissà se è vero! A volte vedere con gli occhi non basta, bisogna anche saper osservare, far caso a ciò che ci circonda, altrimenti lo sguardo fugge oltre e il pensiero non si sofferma. Mi è stato fatto notare che nel libro di Pasquale Mattej: “L’Arcipelago Ponziano, memorie storiche artistiche”, tra i tanti disegni che l’artista realizzò nel corso del suo viaggio nel nostro arcipelago nella primavera-estate del 1847, c’è anche la Punta bianca – ’a ponta ianca – come si presentava all’epoca. Ma andiamo per ordine. Sono interessanti i ricordi diretti, o più spesso sentiti raccontare dai nonni, di quando il muretto, che adesso si ferma all’altezza del negozio di frutta di Mariettin’, continuava oltre. Sempre a proposito del citato muretto, in casa mia si raccontava di quando la mia bisnonna Canetèlla (Candida) a 14 anni assistette da lì allo sbarco di Carlo Pisacane, per niente impaurita da quel che stava succedendo. A sinistra del disegno si nota il profilo di un’abitazione, corrispondente all’attuale palazzo di Clorinda, precedentemente sede del Municipio. Infatti anche questo elemento corrisponde: quel palazzo è molto antico e di sicuro era già esistente alla metà del 1800. Ma veniamo al punto di tutto questo ragionamento. Il disegno nella parte centrale presenta una costruzione ad arco con su una croce. Quindi viene da pensare che sulla Punta bianca, forse in una posizione un po’ diversa da come è oggi, già all’epoca vi fosse un piccolo luogo di culto, che potrebbe poi essere stato inglobato nella successiva costruzione. Infatti in quel punto un secolo fa o più la situazione era parecchio diversa da oggi. Scendendo per le scalette, a sinistra, nella direzione di Sant’Antonio vi erano solo scogli, mentre verso il molo – il porto era molto simile ad adesso – la banchina era così stretta che due persone affiancate non vi potevano camminare.
Tutto quanto riportato è frutto di ricordi spesso indiretti e quindi suscettibili di imprecisioni; sembrerebbe però di poter dire che quella della Punta Bianca sia la cappella più antica di Ponza anche se non sappiamo se vi sia sempre stata una Croce o altro simbolo di fede. Con buona probabilità comunque, la Croce dei Passionisti sta nella sede attuale almeno dagli anni ’20 del Novecento. Il piccolo locale che ospita la croce della Punta Bianca dalle due opposte visuali, come appare dall’esterno L’interno della cappelletta con la tipica croce dei Passionisti e i simboli che già conosciamo dai precedenti articoli
Foto di Ornella Vitiello
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