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Una ‘pillola’ dal maestro Ernesto

di Domenico Musco
Calzetta e mezzacalzetta [1]

 .

Di Ernesto si é parlato molto, ma ancora non abbastanza, visto che i tratti della sua personalità hanno oltrepassato i confini naturali dell’isola.
Ancora molto c’é da scrivere perché la sua mancanza si sente a Ponza, per le sue idee originali, per le vivaci discussioni… anche per i suoi ‘cazziatoni’ senza diritto di replica.

Spesso mi capita di pensare a lui nelle situazioni più impensate; stamattina per esempio, trovandomi a comprare dei calzini insieme a mia moglie.
Li ha scelti lei, chiedendomi se fossero di mio gradimento.
Belli, devo dire, ma avevano un ‘difetto’: quello che Ernesto – mio “compare” di battesimo – mi fece notare tempo addietro, in un’occasione simile.
Allora, con la sua faccia da maestro ‘inquisitore’ mi chiese: – Sono questi i calzini che hai scelto?
Tutto timoroso risposi: – Ssì,  il cotone mi sembra buono…
E lui: – Ma nu’ ccapisce proprie niente! Nun t’aggie ’mparate niente! …Mi vergogno di essere il tuo compare di battesimo! – e via di questo tono…

Mi sentivo come un condannato in attesa di giudizio e pensavo fra me e me:
Ma c’aggie fatt’? …c’aggie ditt’?
La risposta ai miei interrogativi non si fece attendere: – I cazette s’accàttene sempe longhe, mai corte…  si no si’ ‘na mezzacazzetta!