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Rivisitazione frivola di vicende isolane. La Torre. Pensate se, come ogni monumento di interesse storico, la Torre fosse del Comune di Ponza, se potesse esse gestita dall’Autorità locale ! Non sto invocando un miracolo, sto solamente dicendo ciò che avviene di norma nei Comuni italiani, e cioè che gli edifici nei quali le vicende storiche di quel paese sono maturate e hanno preso sviluppo, sono a disposizione della comunità, come museo, come spazi per ricevimento, come locali di rappresentanza! Niente di tutto questo avviene a Ponza. Perché ? Come è potuto avvenire questo? È chiaro che posso parlare in questi termini perché la mia ricostruzione è “frivola” e sorretta soltanto da ricordi. Ricordo infatti che sulla Torre si insediò la Scuola di Avviamento professionale. E dunque l’Amministrazione comunale aveva una discrezionalità di gestione. L’immagine storica più rappresentativa dell’isola di Ponza, quella che non può essere dimenticata perché lì si sono scritte pagine di storia nazionale, ebbene la Torre dico, è come se non ci fosse: non la si può apprezzare, a meno che non ci si vada a dormire… allora è un altro discorso. Di chi la colpa? Di tutte le Autorità, ma principalmente di quelle Locali. Una brutta storia… che, se affrontata con frivolezza, prende la parvenza di una barzelletta. Che ci fa piangere !
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Caro Franco,
non so se tale questione si risolverà mai, ma è molto importante che almeno qualcuno l’abbia sollevata. Nel ringraziarti, spero che gli intellettuali, i politici, le associazione ed i singoli cittadini, si adoperino affinché la Torre torni ai ponzesi e magari anche Zannone. L’importante è iniziare e sensibilizzare, poi tutto può succedere.
Gennaro Di Fazio
Ho sentito diverso tempo fa parlare con nostalgia quando negli anni sessanta i nostri giovanotti andavano sotto la Torre a prendere le straniere che venivano a studiare a Ponza. Quanti mitici giovani pensavano a fare l’amore a quei tempi e non certo la guerra o come si chiama adesso la politica. Ma quella scuola era il preludio alla perdita di quel monumento storico.
Poi parleremo del forte sullo scoglio la Ravia, anche perso in quegli anni acquistato da pittori tedeschi, e quanti ponzesi avevano per anni la chiave di quel posto.
E Zannone non è stato perso per un capriccio?
Ma quante piscine romane sono state occupate da Ponzesi ancora adesso, sotto i nostri occhi vigili e civili.
Bene parlare di queste cose ma senza dimenticare che il ponzese è sempre uguale.
Infatti… se i ponzesi si fossero ribellati al momento, qualcosa sarebbe di certo andato diversamente. Evidentemente ai ponzesi questo tipo di “gestione delle risorse” è passato come normale, possibile, anzi, giusto. E come è possibile!? Possibile perchè se un ponzese avesse avuto i soldi e la forza di prendersi i beni sottratti dai “forestieri” lo avrebbe fatto allo stesso, IDENTICO MODO. Quindi: ognuno si corica nel letto che si prepara.