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Ponza e Giovanni Boccaccio. Nel VII centenario della nascita

di Silverio Lamonica
La narrazione del Decameron [1]

 .

Giovanni Boccaccio nacque a Firenze il 16 giugno 1313 e morì a Certaldo (Fi) il 21 dicembre 1375. Quest’anno, per l’appunto, ricorre il settimo centenario della nascita del grande letterato italiano.

In un articolo del 12 luglio 2011 apparso su questo sito: Il Monachesimo nelle Isole Ponziane, il Dr. Luigi Aprea accenna all’illustre scrittore: – Boccaccio in ‘Genealogia degli dei’ chiamò Ponza con l’appellativo di Monteblivione, terra di oblio nelle delizie – e cita a proposito il saggio dell’Avv. Luigi Sandolo “Ponza nel suo passato trimillenario” che riporta questa informazione.
Ma l’interesse che Boccaccio nutriva per la nostra isola dev’essere stato non di poco conto, tanto è vero che una delle sue cento novelle ha come scenario anche Ponza, per la precisione la novella sesta della seconda giornata, narrata da Emilia, una dei dieci componenti della brigata giovanile che si allontanò da Firenze, per scampare alla peste del 1348, che imperversò in quella città.
Il titolo della novella è: “Madonna Beritola, con due cavriuoli sopra un’isola trovata, avendo due figliuoli perduti, ne va in Lunigiana…”

Madama Beritola e i due cavriuoli [2]

Madama Beritola e i due cavriuoli

La novella è riportata anche da Don Luigi Maria Dies nella sua dotta guida turistica “Ponza perla di Roma”.
Qui mi limito ad accennare alcuni punti salienti, soprattutto per chiarire come la protagonista approdò proprio nella nostra isola.

Siamo nella Sicilia del secolo XIII di Re Manfredi il quale, ad un certo punto, affida il governo dell’isola al nobile napoletano Arrighetto Capace, perché deve affrontare in battaglia Carlo I d’Angiò. Lo scontro avviene a Benevento il 26 febbraio 1266, con la vittoria degli Angioini, mentre Re Manfredi muore in battaglia.

La battaglia di Benevento. Min. XIV sec [3]

La battaglia di Benevento. Miniatura del XIV sec.

Arrighetto Capace, temendo di finire nelle mani del nemico, si appresta a fuggire dalla Sicilia, ma viene catturato e consegnato al Re Carlo. Sua moglie, madonna Beritola Caracciola, con il figlio Giusfredi, riesce invece a fuggire a Lipari  dove partorisce il secondo figlio, cui dà il nome lo  Scacciato. Con loro si imbarca su una nave per raggiungere Napoli, ma una tempesta li spinge a Ponza.

La nobildonna lascia momentaneamente l’imbarcazione per appartarsi a piangere la sorte del marito. Purtroppo sopraggiungono i pirati saraceni che si impadroniscono della galea e rapiscono i figli e la nutrice portandoli a Genova, dove vengono venduti al nobiluomo Guasparrino Doria.
Madonna Beritola torna alla spiaggia e, non trovando più la nave, sviene. Quando riprende i sensi, vaga per l’isola finché giunge al luogo dove era solita appartarsi, qui scopre una cerbiatta che si inoltra in una caverna. La segue e, con sua sorpresa, nota due cuccioli e, amorevolmente, decide di allattarli.
Vive in quella condizione per molto tempo, finché approda sull’isola la nave pisana del nobile Corrado Malaspina, il quale la soccorre con non poche difficoltà, perché ormai Beritola ha assunto l’aspetto di un animale selvatico, però riesce a convincerla e, rimessa in sesto, la porta in Lunigiana assieme alla cerbiatta e ai due “cavriuoli”.

Dopo una lunga serie di ulteriori vicissitudini, la Cavriuola di Ponza (così viene poi definita madonna Beritola) si ricongiunge al marito e ai figli.

Decameron. 1573 [4]

Un’edizione del Decameron del 1573, purgata secondo i dettami del Concilio di Trento (1545 – 1563)

 

Alcune considerazioni.

Al pari di tutte le altre novelle del Decamerone, le vicende narrate, tranne i riferimenti storici, utili ad inquadrarle nel tempo, sono “mirabili invenzioni poetiche” del grande Boccaccio. Occorre notare che all’epoca della battaglia di Benevento, in cui morì l’ultimo re di Svevia, Manfredi, Ponza non era un’isola deserta: vi erano i monasteri cistercensi, a Santa Maria, Zannone e Palmarola, tanto è vero che proprio l’anno precedente la fine di Manfredi, ossia nel 1265, 13 giugno, Papa Clemente V conferisce all’abate del monastero di Ponza la giurisdizione temporale e spirituale sui monaci delle isole (v. calendario storico mese di giugno, su questo sito).

Tuttavia dobbiamo essere grati, come ponzesi, al grande letterato fiorentino, di aver voluto ambientare anche a Ponza una tra le sue novelle più suggestive, dalla trama molto lunga e complessa.
Per questo motivo merita di essere ricordato con una targa, individuando magari la “Grotta della Cavriuola di Ponza”.

Mi affido alla fervida fantasia degli studenti ponzesi per celebrare degnamente l’anniversario dell’insigne letterato italiano: un cordiale “in bocca al lupo” per la ricerca.

 

Nota
Immagine di copertina: I giovani protagonisti del Decameron in un dipinto di John William Waterhouse,  A Tale from Decameron, 1916, Lady Lever Art Gallery, Liverpool.