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Storielle ponzesi in pillole. (56). Qui non serviamo birra!

di Michele Rispoli

Birra Peroni [1]

 .

Negli anni cinquanta, all’inizio del turismo ponzese, arrivarono a Ponza monsieur Marcel Bouton, e madame Yvonne.

‘Madame’, come la chiamava Marcel, esercitava la professione di coiffeur pour dame, con locale sul corso Pisacane. Marcel aiutava la moglie facendo lo ‘sciacquateste’.
Marcel di professione era maitre d’hotel.

In quell’epoca i ristoranti della piazza erano: Amedeo con L’Aragosta; Zi’ Capozzi; Alberto Migliaccio con il Cernia e il ‘Marchese’, nobile napoletano con La Maga Circe.
Ogni estate, il marchese, nelle giornate di agosto litigava con il personale, licenziandolo in massa e rimanendo solo con la moglie. Un anno, avendo molti clienti ai tavoli – non poteva licenziare anche i clienti – chiamò Marcel a dargli una mano.
Come in una favola, finì con un grande applauso finale di tutti gli ospiti.

Dopo qualche anno, Marcel ritornò al suo lavoro, aprendo “L’ippocampo” in piena piazza, dove prima vi era il Zi’ Capozzi.
Il locale andava benissimo, era apprezzato e molto chic.
Marcel teorizzava: – Bisogna dare molti antipasti che non costano niente in modo che dopo il primo non riescono a mangiare il secondo che costa molto e non dà guadagno.

Una sera d’agosto si sedettero al tavolo fronte strada tre persone molto distinte di età matura, una signora e due uomini, che dopo aver ordinato una cena leggera tipo ‘Caprese’, mozzarella con pomodori, da bere chiesero birra Peroni.
Il cameriere andò in cucina e riferì: – Tre mozzarelle con il pomodoro e birra Peroni grande.
Marcel sentito l’ordine – era al tableau – scattò in piedi e uscì dalla sala, si avvicinò al tavolo insieme al cameriere e disse: – Signori… mozzarella sì, Peroni no.

Uno dei tre, si alzò e stringendo la mano a Marcel, gli disse: – Signore, Peroni sono io!