Ambiente e Natura

Passeggiate nel cielo tra mito, religione e scienza. (3)

di Antonio Francesco Piras

Big bang

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Di Francesco Piras, del gruppo degli astrofili che ha animato “le Notti delle Stelle” a Ponza, nello scorso mese di luglio, ospitiamo il terzo approfondimento sul tema.
la Redazione

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L’ultima volta abbiamo visto com’era in principio l’universo secondo la mitologia greca (leggi qui).
Ma adesso il mito lascia il posto alla scienza e secondo la scienza, in principio, circa 15 miliardi di anni fa una folgorante esplosione diede inizio all’universo, allo spazio e al tempo.

Pensate, da un piccolissimo punto chiamato dagli astronomi ‘atomo primordiale’, ma, molto più piccolo di un atomo, emersero decine di miliardi di galassie. Ognuna formata da centinaia di miliardi di stelle.
Ebbene, in una di queste galassie a spirale, simile ad una girandola chiamata Via Lattea, perché si pensava dovuta al latte di una dea, su un piccolo pianeta azzurro chiamato terra e nei pressi di una bellissima stella chiamata Sole è apparso l’uomo, capace di interrogarsi e di meravigliarsi davanti all’immensità e all’armonia del cosmo.

Ma… Diciamoci subito una verità: noi esseri umani passiamo la maggior parte dei nostri giorni senza chiederci nulla della nostra esistenza. E non ci chiediamo nulla neanche del perché avvengano certi fenomeni intorno a noi.

Perché la terra ci tiene attaccati con i piedi attaccati per terra? Perché d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo? Perché al dì segue la notte e viceversa. Poi, certe volte può capitare di alzare gli occhi al cielo e di restare incantati ad ammirare le stelle.
Allora possono farsi avanti nei nostri pensieri le grandi domande dell’umanità. Chi siamo? Siamo soli nell’universo? E cosa c’è oltre l’ultima stella che vediamo brillare nel cielo? Certo, io non sono in grado di rispondere a queste domande, ma, oggi, oltre ad accompagnarvi tra le costellazioni cercherò di stimolare in voi l’interesse e la curiosità verso quelli che sono i tre concetti fondamentali di tutta la scienza e la filosofia.

Big Bang.1

Il primo è il concetto di spazio. Quanto è grande lo spazio che ospita tutto l’Universo?

Il secondo concetto riguarda il tempo. Da quanto tempo esiste l’universo e per quanto esisterà ancora? E… badate bene, che se nello spazio possiamo muoverci in avanti, all’indietro, a destra, a sinistra, in alto, in basso, cioè in tutte le direzioni, nel tempo possiamo muoverci solo in una direzione. Solo in avanti. Infatti il tempo ci accompagna, inesorabilmente, dalla culla fino alla tomba.

Il terzo concetto riguarda gli elementi che formano il nostro corpo e tutti gli altri corpi, siano essi piante, animali o minerali. Ebbene, da dove provengono tutti questi elementi che in natura sono circa una novantina.
Questi elementi si sono formati nel nucleo di stelle gigantesche che morendo li hanno seminati nello spazio e grazie a loro si sono formate altre stelle tra cui nostro Sole con i relativi pianeti.

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Ecco come il grande Ovidio (43 a.C. – 18 d.C.) descrive la stella più vicina a noi. Come un dio.
Si chiamava Elio ed era figlio dei titani Tia e Iperione.
Le sue sorelle erano Selene la luna e di Eos l’aurora.
Viveva nell’estremo oriente in una regione chiamata Colchide, in uno splendido palazzo che si ergeva su immense colonne che emanavano bagliori dorati.
La cuspide del frontone era rivestita di lucido avorio e si entrava attraverso un grande porta d’argento a due ante forgiata dal dio del fuoco sulle quali aveva cesellato i mari che circondano la terra e l’universo intero. Sopra aveva raffigurato il cielo con tante stelle luminose e sei costellazioni dello zodiaco stavano sul battente destro e altrettante su quello sinistro. E, quel portone era così splendido che chiunque lo guardasse non poteva fare a meno di esclamare che,  in quel caso, la bellezza  l’arte era riuscita a superare il valore della materia.
All’interno, al centro di un’immensa sala, stava il  trono tutto sfolgorante di smeraldi luminosi, ai suoi lati stavano le statue che rappresentavano il Giorno, il Mese, l’Anno, i Secoli e le Ore tutte disposte a eguale distanza l’una dall’altra.
Stava  la Primavera incoronata di fiori e l’Estate senza veli che teneva nelle mani ghirlande di spighe.
L’Autunno imbrattato di vino reggeva un cesto pieno di grappoli d’uva ed il freddo Inverno aveva la bianca barba e i lunghi capelli rigidi per il gelo.
Ogni mattina Elio, risvegliato dal canto del Gallo a lui  sacro e preceduto da Eos l’Aurora, attaccava quattro magnifici cavalli bianchi al suo cocchio dorato, sempre costruito da Efesto e, dopo esservi salito sopra, partiva dall’estremo oriente e, viaggiando tutto il dì, attraversava il cielo fino all’estremo occidente dove sorgeva un’altra magnifica reggia.
Qui scioglieva i cavalli e li lasciava pascolare nelle Isole  dei Beati mentre lui incontrava la sua amante, Selene la Luna che con il suo cocchio argentato si preparava anch’essa ad attraversare il cielo  pieno di stelle. Si concedevano un po’ di effusioni e carezze, poi Elio,  caricava i cavalli e il  cocchio su di una nave d’oro sempre costruita dal Dio del Fuoco e dormendo tutta la notte in una comoda cabina, navigando sul fiume Oceano che scorreva intorno al mondo ritornava nel palazzo dell’estremo oriente pronto per iniziare un nuovo viaggio nell’immenso cielo azzurro per dare a tutti gli esseri viventi luce, energia e calore.

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Guardare le stelle

Ma per la scienza, cosa sono  le stelle e,  soprattutto, cosa fanno nel cielo?

Sembra che le stelle, nel corso della loro esistenza, abbiano un solo scopo: quello di vivere il più a lungo possibile. Per raggiungere questo obbiettivo è necessario conservare quel delicato equilibrio che c’è tra l’energia nucleare, che tende a farle esplodere, e la forza gravitazionale che tende a farle implodere, cioè a farle collassare su se stesse.
Così, una stella come il nostro Sole brucia, con impressionante regolarità, da circa 5 miliardi di anni l’idrogeno del suo nucleo senza modificare la dimensione, la temperatura, la  luminosità, e continuerà in questa sua evoluzione per altri cinque miliardi di anni.
Poi, quando avrà esaurito parte del suo carburante, si espanderà diventando una gigante rossa e i suoi gas più esterni andranno ad abbracciare  in un abbraccio mortale, prima Mercurio, poi Venere e infine la nostra azzurra Terra. Poi i gas si disperderanno nello spazio e di una stella che attualmente può contenere un milione di pianeti grandi come la terra non resterà che una nana bianca delle dimensioni del nostro pianeta. Infine si spegnerà del tutto e resterà una nana nera. Ma gli uomini che ci succederanno tra cinque miliardi di anni avranno raggiunto altri mondi.
In generale sono quelle più piccole ad essere più longeve. Al contrario stelle con una massa maggiore di quelle del Sole, come Antares, Betelgeuse, ecc. oncludono rapidamente la loro giovane esistenza in qualche milione di anni ‘soltanto’. Dopo di che finiscono per esplodere in supernove.

Van Gogh. Notte Stellata

Vincent Van Gogh: Notte stellata (Giugno 1889) – New York, The Museum of Modern Art

 

[Passeggiate nel cielo (3) – Continua]

 

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