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La Lanterna della punta del molo. Per un altro scritto dello stesso Autore leggi qui Ogni volta che torno a Ponza, col traghetto o con l’aliscafo, la prima struttura che mi viene incontro e mi saluta è la Lanterna della punta del molo.
La lanterna della punta del molo. Antica foto Dai suoi racconti ho saputo che quei locali, di proprietà della mamma, Maria Candida e del padre Giuseppe, erano adibiti ad alloggio, ed una stanza – sul molo, molto trafficato allora, dove attraccava il piroscafo e vari natanti importanti che arrivavano a Ponza portando derrate e persone – era attrezzata a negozio. Vendeva di generi di prima necessità e lo gestiva mia nonna Maria Candida aiutata dalla figlia Mamena. Altro genere in vendita nella botteguccia era il sapone che arrivava in pani e che veniva tagliato in pezzi di 200 grammi. Il sapone serviva principalmente per lavarsi, ma anche per farsi lo sciampo e persino per pulirsi i denti. Un bel giorno – o un brutto giorno – mio nonno decise di trasferirsi ad Olbia, allora Terranova Pausania, dove già risiedevano i suoi tre figli con le famiglie, che avevano avviato un’ attività industriale; con mia nonna e zia Mamena lasciò i locali dove aveva vissuto per tanti anni e così la “Lanterna” cessò di illuminare la serena vita della famiglia Di Monaco in Ponza. La Lanterna della punta del molo dall’alto e la spiaggia della caletta I locali, subito dopo il trasferimento restarono chiusi per un po’ di tempo; poi, durante la guerra, furono requisiti dalla sezione “Fari e fanali” del ministero dell’allora Marina Mercantile e furono adibiti quali magazzini per le strutture necessarie al funzionamento della “Lanterna”. Dopo la guerra, i locali furono affittati ed adibiti come deposito di reti ed attrezzature per la pesca. Alla scomparsa dei miei genitori, quali eredi dei locali suindicati, negli anni novanta, i suddetti furono venduti dai miei fratelli a persone del luogo. Sopra: i locali sotto la Lanterna già adibiti a bar e pizzeria negli anni ’70; (sotto): una festa di S. Silverio di quegli anni con la Lanterna della punta del molo sullo sfondo Quando riparto da Ponza e vedo allontanarsi, dal traghetto, la cara mole della lanterna, sento una stretta al cuore e penso con tanta nostalgia alle care persone che tanto ho amato e che sempre rimangono nella mia memoria e nel mio cuore. Molo e lanterna antica foto presa dalla salita della Chiesa Molo e lanterna visti da ‘bascio Mamozio’ 2 commenti per La Lanterna della punta del moloDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Il giorno che avrò il piacere di arrivare a Ponza via mare ricorderò questo interessante articolo ricco di ricordi e testimonianze fotografiche. La Lanterna della punta del molo è tra i luoghi a Ponza che più mi hanno colpito la prima volta che visitai l’isola. Conoscere il passato di questo luogo attraverso il racconto di Salvatore Di Monaco mi ha fatto apprezzare ancora di più Ponza e la sua storia. Grazie
Struggente storia, questa del Sig. Di Monaco. Ho sempre pensato che quei locali venissero gestiti dalla Marina Militare – zona fari, mai avrei pensato che in realtà appartenessero a privati cittadini. Peccato per la famiglia Di Monaco non averli più…
Il luogo è davvero una cartolina, è il nostro benvenuto a chi arriva all’isola, ponzese o forestiero, come si è sempre detto qui.
Per noi è IL LANTERNINO. Luogo proibito, per generazioni, ai giovanissimi, in particolare alle giovanissime, a cui era vietato salirci. I genitori della “vecchia guardia” pensavano che la sua struttura soprastante, fatta a blocchi e cunicoli, fosse la più adeguata a combinare pasticci di ogni genere e a creare proibite intimità. Guai ad andarci… ma si sa: più si proibisce e peggio è, quindi dagli anni ’70 in poi il Lanternino è stato spettatore di amori, risate, canzoni in compagnia, di serate culturali, di giochi a nascondino dei bambini…
Quando il postale attraccava al Molo Musco e arrivava la sera, il Lanternino era pieno di gente che aspettava per vedere chi e cosa arrivasse. Era un punto di incontro.
Ora che i Ponzesi che vivono stabilmente sull’isola si sono ridotti a poche anime, anche il Lanternino è più solo. La sua magia, però, è sempre la stessa, e tale resterà.