Mazzella Giuseppe

Ritratti fornesi. ‘Brillantina’ e la sua edicola

di Giuseppe Mazzella

Brillantina

 .

Ovviamente non si chiama Brillantina, come capita spesso a Ponza. Il suo vero nome è Apollonia, Apollonia Iodice.
A cambiarglielo fu un cugino, Silverio ’i Mamena che criticò quello assegnatole dai genitori, proponendone uno nuovo che, evidentemente, ha avuto successo.
Oggi ha 85 anni ben portati, vive nella sua casa, proprio di fronte all’edicola, in via Fontana, dove ha lavorato per circa mezzo secolo, dopo aver sperimentato il duro lavoro della miniera.
 – Avevo quindici anni, quando cominciai a lavorare alla vicina miniera. Un lavoro duro, per otto ore al giorno. Noi donne eravamo utilizzate nello scegliere la bentonite, ma a volte lavoravamo anche in galleria”.

Così esordisce, ricordando quei quattro cinque anni di fatica al limite della sopportazione.
– E poi? – le domando.
– Poi mi sono sposata ed ho aperto un piccolo negozio di alimentari.
– In quel tempo – continua – la vita era dura e la fame era la condizione comune dell’intera popolazione di Le Forna.

In queste condizioni come hai avuto l’idea di aprire un’edicola, in una zona di Ponza dove vivevano solamente pescatori, contadini e operai della miniera? – le domando.

Per la verità io avevo sperimentato con mia sorella Lidia a Bracciano di Roma questo lavoro – mi risponde.
– …Lei, infatti, aveva un’edicola e con lei ho lavorato per alcuni mesi e mi sono appassionata.

– È vero, sembra strano, io che ho solo la prima elementare, dedicarmi al lavoro di edicolante – sottolinea – per la verità io mi limitavo a sfogliare i giornali, anche se so leggere e scrivere – le preme precisare.

– Un’edicola in una frazione – insisto – che non aveva ancora la luce elettrica, la carrozzabile  non ancora asfaltata?
È vero, ma fu il dottor Francesco Sandolo, allora sindaco, a spingermi al passo. Anche perché io vendevo i giornali assieme al pane e ad altri prodotti alimentari.
– Fino a specializzarti ad edicola esclusiva…
– Sì.

Si distrae un attimo, perché va con la memoria ai primi timidi acquirenti.
Gli unici a comprare il giornale era proprio il sindaco Sandolo, il parroco don Gennaro, a volte il direttore della miniera e qualche insegnante. Poi arrivarono i fumetti, ricorda, e noi allora bambini affollavamo l’edicola con i pochi spiccioli che ci concedevano.
Io dicevo ai ragazzi, compra questo, compra quel giornaletto – così allora si chiamavano i fumetti – perché è bellissimo, senza per la verità averlo nemmeno sfogliato!
Ho visto nel corso degli anni sfilare un’intera generazione passare nella mia edicola. Bambini, oggi uomini adulti che si incamminano anche loro verso la maggiore età, li ho visti sognare, con il naso sul vetro, fissando le copertine colorate dei fumetti.
A volte – continua – c’era qualche bambino che si limitava solo a fissarli, senza avere i soldi per comprare e correva vicino al più fortunato che ne aveva appena comprato uno. Nei loro occhi ho letto tutta la pena e i sogni che ogni bambino ha.
Vendere giornali e fumetti in anni in cui l’economia dell’isola era ancora ben lontana dal boom turistico, è stata veramente una sfida, una sfida che è stata vinta. E che il figlio Ricciolino, anche qui il nome non è quello anagrafico, continua con una edicola a Ponza porto.

– A pacienza fa arrivà a’ pont’ ’u Ciense!
Con questo proverbio, che Brillantina ama ripetere spesso, la saluto e le dò appuntamento per un altro incontro.

La vecchia edicola

 La vecchia edicola, in via Fontana

.
[Ritratti fornesi – Continua]

1 Comment

1 Comment

  1. sandro vitiello

    12 Settembre 2013 at 17:11

    Quella edicola è stata la mia prima opportunità per innamorarmi della carta stampata.
    Io Brillantina la ricordo anche per le sue granite servite in abbondanza a Ferragosto davanti alla chiesa di Le Forna.
    Lei è parte importante del nostro mondo.

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