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Lettere dal confino (6) L’incontro di sabato prossimodi Rosanna Conte . Per gli altri articoli sul tema, digitare – Lettere dal confino – nel riquadro CERCA NEL SITO – in Frontespizio Il percorso che faremo sabato 14 settembre, ci auguriamo che sia il primo di una serie di eventi che facciano emergere in maniera visibile le tracce di vite vissute su quest’isola in condizioni di costrizione. Da quando nel ‘700 Ponza fu ripopolata, è sempre stata utilizzata come luogo di isolamento dal contesto sociale diventando nel tempo sede di domicilio coatto, bagno penale e confino politico durante il fascismo. L’emigrazione nel secondo dopoguerra e l’arrivo di un certo benessere legato all’economia turistica non hanno favorito il ricordo di quanto è qui successo e succedeva negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso fino alla fine della seconda guerra mondiale. La perdita dei valori civili e sociali dell’ultimo trentennio ha riguardato anche Ponza ed oggi l’isola vive drammaticamente lo sfilacciamento del tessuto socio-economico che ne è la naturale conseguenza. Recuperare il ricordo e conservarlo, in questo contesto, è un impegno civile prima che culturale e partire da un percorso per le strade del confino, all’aperto, significa compiere un atto favorevole all’incontro, al rimando che la memoria dei presenti può far scattare verso un passato un po’ nebuloso che ci riguarda molto da vicino. Il ricordo recuperato, però, non può essere affidato solo alla scrittura perché, come ci insegnano le esperienze degli ultimi decenni, i giovani, nati e cresciuti nella società dell’immagine e dell’immediato, non sono facili a sostanziare di significato le parole quando arrivano da lontano.
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