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Le isole del mito. (10). Into the wild e altri luoghi estremidi Sandro Russo . Per gli altri articoli di questa serie digita – Le isole del mito – nella finestra CERCA NEL SITO, sul Frontespizio . Si è spesso detto, del viaggio, che spesso esso comincia per luoghi fisici e si trasforma cammin facendo in un percorso nella memoria e dentro se stessi; e di come ‘isola’ e ‘mito’ fan presto a confondersi, nelle terre incerte dell’immaginario… Proponiamo qui la sintesi di questi concetti in un libro, un film e un video che ce ne fanno percepire pienamente il senso. Nelle terre estreme è un libro di Jon Krakauer pubblicato nel 1997 (titolo originale Into the wild) – tratto da una vicenda realmente accaduta – che racconta la vita di un giovane americano, Christopher McCandless, attraverso gli scritti del suo diario e dai racconti delle persone che lo conobbero durante il suo viaggio verso l’Alaska. Nel 1990 Christopher Johnson McCandless, appena dopo essersi laureato, intraprese un lungo viaggio, per staccarsi dalla famiglia e da una società di cui non condivideva le finalità e l’evoluzione. Donò tutti i suoi risparmi in beneficenza e viaggiò attraverso gli Stati Uniti in autostop e altri mezzi di fortuna, con l’intento di raggiungere le terre incontaminate dell’Alaska. Durante il suo viaggio incontrò diverse persone che lo arricchirono e a cui egli stesso cambiò la vita. Nel 2007 l’attore e regista Sean Penn adattò per il cinema il romanzo, dirigendo Into the Wild – Nelle terre selvagge con protagonista Emile Hirsch nel ruolo di McCandless. L’attore californiano Emile Hirsch, per la sua interpretazione ha vinto il premio del National Board of Review come migliore attore. Il brano Guaranteed – Garantito – (versi e musica di Vedder) ha vinto il Golden Globe per la miglior canzone originale.
Guaranteed
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Bello! Solo che grande tristezza di fondo in tutto il film!
Perché la libertà deve accompagnarsi a tanta solitudine?
Ecco, questo è il mio commento.
A differenza di altri esploratori solitari, nell’avventura di questo ragazzo c’era un senso profondo di distruzione. Come se il viaggio verso l’ignoto nella nostra epoca invece dei connotati di vitalità e coraggio di altre epoche si contraddistingua come sfida e invito alla morte.
O questi viaggi erano così anche in passato? E sono il tempo e la distanza a farceli vedere diversi?