Attualità

Lettere dal confino. (5). Il senso della rievocazione

a cura di Rita Bosso

Terlizzi Ventotene. Libro

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Il senso dell’evento “Lettere dal confino”, che si svolgerà a Ponza il 14 settembre dalle ore 18 (leggi qui), è ben illustrato da Nichi Vendola nella prefazione al libro “Da Terlizzi a Ventotene, isola di confino” (Autori: Gero Grassi e Renato Brucoli; Ed. Insieme; 2011)

“Queste vite arroventate e dolenti, attraversate dai dilemmi e dalle asprezze della grande storia, spese senza risparmio nella ricerca di una luce di giustizia, catturate dalla burocrazia surreale e vessatoria del regime fascista: queste vite hanno diritto a vivere, esigono una relazione con noi, ci chiedono di uscire allo scoperto dopo gli anni dell’oblio e della svagatezza.

Sono i fotogrammi in bianco e nero di un tempo e di una generazione che ci hanno sospinti sulla soglia della libertà.
Non si tratta solo di curare l’album di famiglia della nostra giovane democrazia, ricollocando ritratti umani di personalità folgoranti benché umili, ricomponendo frammenti di esistenze sparpagliati per gli archivi e dimenticati negli scaffali del nostro rimosso (o forse del nostro rimorso).
Si tratta di intendere il valore scientifico di questa paziente ricostruzione di biografie sempre in equilibrio tra la cronaca livida e desolante delle privazioni e delle angherie subìte e il ritmo epocale dei grandi vortici (la dittatura, la guerra) che risucchiarono e spezzarono il nostro Paese.

Una certa vulgata storiografica lascia intendere uno stile “bonario” del regime al Sud e un carattere quasi folclorico ed effimero dell’antifascismo meridionale. Non fu così. L’olio di ricino, il manganello, il carcere, il confino, la soppressione delle libertà fondamentali, furono nel Mezzogiorno d’Italia strumenti di un dominio che intendeva preservare rapporti sociali arcaici nel mondo rurale.

L’antifascismo si innestò nella lotta contro il latifondo e contro la miseria. Ma fu anche la religione civile di un mondo intellettuale che mal sopportava quella trama di retorica e violenza che occultava l’acutezza della “questione sociale” e che intrappolava nei suoi meccanismi disciplinari gli spiriti liberi”.
(Nichi Vendola)

Cartolina di Ventotene anni '40.OK

Una cartolina di Ventotene degli anni ’40

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