- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Le isole del mito. (8). Ultima Thule e altri luoghi estremi (seconda parte)

di Sandro Russo

Le colonne d'Ercole [1]

.

Per l’articolo precedente, leggi qui [2]

  [2]

Un mito tra i più persistenti nel tempo è quello di limite estremo o ultima frontiera.
Ma per essere gli stessi miti adattabili a diverse epoche e culture, bisogna seguirli nelle tortuose pieghe cui essi vanno incontro nel corso del tempo.

La leggenda originale sembra sia d’origine fenicia: il dio Melqart, identificato poi dai greci con Eracle e dai Romani con Ercole avrebbe posto ai lati di uno Stretto – che per il momento lasciamo non identificato – due colonne, che furono poi considerate l’estremo limite, nel duplice senso di fine geografica del mondo conosciuto e limite alla conoscenza.

Ma la localizzazione di questo punto con lo stretto di Gibilterra – così come è giunta ai nostri giorni – è solo una delle diverse opzioni.

Secondo la mitologia, nella decima delle sue ‘fatiche’, Ercole dovette rubare il bestiame a Gerione, re di Tartesso; per compierla egli raggiunse il limite del mondo e separò il monte ivi presente in due parti (le due colonne d’Ercole).
Geograficamente i due ‘pilastri’ vengono collocati in corrispondenza della Rocca di Gibilterra e del Jebel Musa che sorgono rispettivamente sulla costa europea e quella africana, una volta chiamati Calpe e Abila (l’attuale Ceuta).

Motivo su piastrelle ceramiche all'Alcàzar di Siviglia [3]

 

Motivo su piastrelle ceramiche all’Alcàzar di Siviglia

Ercole stesso avrebbe quindi scolpito l’iscrizione latina nec plus ultra, su quelli che erano ritenuti i limiti estremi del mondo, oltre i quali era vietato il passaggio a tutti i mortali. Pena la catastrofe o, in epoca cristiana, la dannazione eterna.

Non a caso Dante – uomo del Medioevo – condanna Ulisse all’Inferno, tra i consiglieri fraudolenti; ma quello che emerge con maggior forza nel canto XXVI è il racconto dell’ultima, estrema impresa di Ulisse: il “folle volo” oltre le Colonne d’Ercole.
La sapienza, se non è rivolta a Dio, è stoltezza e superbia e quindi Ulisse è dannato; anche se Dante non nega a Ulisse una comprensione umana – nell’Inferno già manifestata per Paolo e Francesca e per Farinata – per la grandezza che sente nella sua impresa:

“Io e ‘ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov’ Ercule segnò li suoi riguardi
acciò che l’uom più oltre non si metta;
(…)

e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.

(…)

quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna.

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.

Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’ altrui piacque,

infin che ‘l mar fu sovra noi richiuso”.

La fine di Ulisse [4]

Ma se per noi ‘moderni’ le Colonne d’Ercole sono semplicemente i contrafforti dello stretto di Gibilterra, quello stesso limite aveva confini meno certi per gli antichi, anzi nel corso dei millenni esse è stato variamente identificato.

Per gli antichi greci e nell’opera omerica, tali ‘Colonne’ – o limiti dell’ignoto – si ponevano non verso Occidente ma a Oriente, all’ingresso del Ponto Eusino – il mar Nero – che Omero stesso definisce ‘uno spazio senza confini’.

Il mondo greco a quel tempo orbitava tra il Mediterraneo orientale e il mar Nero: è solo del 637 a.C. che compare per la prima volta la terra iberica nelle storie greche.

Anche secondo Strabone (60 a.C. – 23 d.C.) i greci dell’antichità classica immaginavano il ‘Ponto Eusino’ come un altro oceano.

Lo stesso nome greco del mar Nero – Ponto Eusino, Póntos Éuxeinos, ossia “mare ospitale” in italiano, – sostituiva il termine più antico, Póntos Áxeinos, cioè “mare inospitale”, per motivi scaramantici.

Google Map. Mediterraneo Mar nero e Mar di Marmara [5]

Black Sea map [6]

Mappe generali e particolari del Mar di Marmara interposto tra l’Egeo e il Mar Nero che fa comunicare rispettivamente attraverso le Stretto dei Dardanelli e quello del Bosforo

Il Bosforo (in turco: İstanbul Boğazı è lo stretto che unisce il Mare di Marmara al Mar Nero e segna, assieme allo stretto dei Dardanelli, il confine meridionale tra il continente europeo e il continente asiatico. E’ lungo 31,7 Km. Sulla sponda europea dello stretto si è sviluppata la città di Istanbul, l’antica Costantinopoli, la cui attuale area urbana si estende anche sulla sponda asiatica.
Lo stretto dei Dardanelli (in turco: Çanakkale Boğazı), anticamente chiamato Ellesponto, è uno stretto di mare turco che collega il mar di Marmara all’Egeo e insieme allo stretto del Bosforo, fa da confine fra Europa e Asia. E’ lungo 62 Km.

I due stretti sul Mar di Marmara [7]

.

Erodoto (484-425 a.C.) descrive due luoghi diversi per le Colonne: a Est, nel Bosforo, quelle più antiche, a Ovest, dopo Cartagine, quelle libiche, riflettendo in tal modo l’ampliarsi degli orizzonti ellenici.

La prima spedizione ellenica al di là di Gibilterra di cui si ha effettiva notizia è del 330 a.C. (quel Pitea di cui abbiamo già detto: leggi qui [2])

Le Colonne d'Ercole. Sullo sfondo la rocca di Gibilterra [8]

Le Colonne d’Ercole da Ceuta (sul versante africano). Sullo sfondo la rocca di Gibilterra. Ceuta e Melilla sono i due unici possedimenti spagnoli in terra d’Africa

Fu quindi solo con la nascita e l’affermazione della supremazia romana, quando l’ampliamento delle conoscenze e degli scambi spostò più verso ponente del mondo conosciuto, che il mito di Ercole raggiunse le coste mediterranee.
È qui probabilmente che si perse o si cambiò volontariamente la collocazione delle colonne d’Ercole e si confusero i miti legati ad esse.

IL Faro di Ceuta. Sfondo Rocca di Gibilterra [9]

Faro di Ceuta

Faro di Gibilterra. In fondo Ceuta e il continente Africano [10]

Faro di Gibilterra (la rocca di Gibilterra, geograficamente in terra spagnola, politicamente è annessa alla Gran Bretagna)

Gibraltar_lighthouse [11]

Faro sulla rocca di Gibilterra [12]

.

[Le Isole del Mito (8). Continua; Thule e altri luoghi estremi (2). Continua]