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La Chiesa di San Giuseppe, a Santa Maria (1)di Martina Carannante . Quando si entra nella Chiesa di San Giuseppe, a Santa Maria, sulla parete a sinistra si legge questa frase: “Questa chiesa di S. Giuseppe cominciata per regia munificenza nel 4 marzo 1828 completata con le elemosine degli arcivescovi di Gaeta del parroco e del popolo di Ponza e dei forestieri fu benedetta il 21 giugno 1895”. La suddetta Chiesa fu costruita su un terreno offerto da un abitante della frazione di Santa Maria. Il desiderio di assistere alla Santa Messa non troppo lontano dal proprio quartiere in particolar modo nei rigidi mesi invernali, fu il saldo motivo per il quale gli abitanti di Santa Maria vollero che fosse eretta la Chiesa di San Giuseppe. Il 21 giugno 1895, in occasione della venuta a Ponza dell’Arcivescovo, la nuova Chiesa dedicata a San Giuseppe fu benedetta. La Chiesa di San Giuseppe al centro dell’abitato di Santa Maria Attraverso gli anni l’assistenza religiosa fu affidata a molti sacerdoti, che lavoravano sull’isola in aiuto al Parroco della Parrocchia della SS. Trinità. Nel 1958, l’Arcivescovo, per assicurare un terzo sacerdote nell’isola, volle che gli abitanti di Santa Maria avessero il loro Parroco, convertendo la Chiesa a Parrocchia, che ebbe il riconoscimento civile da parte del Governo Italiano nel 1960. All’epoca per erigere una nuova parrocchia occorreva depositare allo Stato Italiano la somma di un milione di lire come dote della parrocchia, perché il parroco riceveva mensilmente la congrua. La somma fu donata da una società di Ponzesi devoti di San Silverio a New York in America. Il 18 febbraio 1978 vi fu un nuovo Concordato tra la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano che, tra le altre disposizioni, soppresse le piccole parrocchie, di cui anche quella di San Giuseppe, che ritornò di nuovo sotto la giurisdizione del parroco della SS. Trinità, che provvede all’assistenza religiosa. L’interno della Chiesa Accanto alla Chiesa di San Giuseppe così come allora, ancora oggi vi è un passaggio con un grottino adibito a deposito, che conduce ad una saletta dove fino a qualche anno fa, assiduamente si svolgevano attività religiose quali catechismo, riunioni di comitati, Sante Messe estive all’aperto, oppure attività ricreative o benefiche. Personalmente ricordo con entusiasmo i momenti passati nella “saletta” a giocare a biliardino prima di recarci alla Santa Messa; tutti i sabato pomeriggio alle quattro, quando andavamo a fare catechismo: quanti cartelloni abbiamo disegnato e scritto e poi appesi su quelle mura scarne! In primavera “la dottrina” la facevamo all’aperto fuori al piazzale e poi giocavano a nascondino tutt’intorno. Ricordo, come se fosse ieri, quando con i miei compagni di catechismo, le catechiste Irma e Palma e l’immancabile Don Erasmo, organizzammo lì l’ultima cena.
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