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Le botteghe diffuse degli Scottidi Vincenzo (Enzo) Di Fazio (contadina di Valle di Cogne, Aosta – foto di Pepi Merisio) Di questi tempi, intorno agli anni 50/60, le campagne degli Scotti ed i terreni della Guardia più prossimi alle abitazioni producevano tantissimi ortaggi di stagione e frutti come gelsi, fichi, uva e fichi d’india. Tra queste figure, ormai non più tra noi, ricordo in particolare Mariuccia ‘i Migliano, una vecchietta vestita sempre di nero capace di portare sulla testa un cesto enorme pieno di roba. Il peso veniva attutito da un cuscinetto di stoffa, imbottito di crine o di paglia o anche di rimasugli di stoffa, frapposto tra il capo e la base del cesto. (donna scalza con cesto sulla testa) Era quello un modo abituale, tra le donne dedite ai campi, di trasportare balle di fieno e fascine perché consentiva l’uso anche delle mani. La fotografia antropologica di quel periodo, influenzata anch’essa dalle correnti neorealistiche, ci ha lasciato tantissime testimonianze con figure simili a Mariuccia. Erano gli anni in cui il mezzo fotografico traeva dal mondo contadino motivi e spunti per raccontare la vita.
(donne contadine di Frusci, borgo di campagna della Basilicata – foto di Rinaldo Della Vite) Mariuccia era proprio piccolina e per molto tempo ho pensato che non fosse cresciuta per via del peso dei cesti o delle tante balle di erba che le avevo visto portare sulla testa. Curva nel corpo, denunciava, nella sua apparente instabilità, tutto l’aggravio dei lavori fatti nei campi. Le prime botteghe ad essere servite erano quelle degli Scotti di basso… proprio così, le botteghe degli Scotti di basso. La prima, situata poco più giù della zona ove oggi c’è il ristorante Monte Guardia, era gestita da Mario Coppa (“Mariettine”), nella casa dove, in fitto, viveva con tutta la famiglia. Proveniente da Ischia, Mario aveva conosciuto proprio sull’isola la moglie Concettina, anch’essa fruttivendola e di origine ischitana (ne parla Rita Bosso nel suo articolo “Cartoline tra Ischia e Ponza 1” leggi qui) . (il portone d’ingresso alla casa dove abitava Mariettine) Un’altra bottega la si trovava, scendendo, là dove la strada improvvisamente si restringe, conosciuta ancora oggi come “‘u stritte” (ne ho parlato in un altro pezzo dal titolo “I guardiani del tempo e la cortesia del pane” leggi qui) (l’ingresso al locale ove era la bottega di Ersilia Parisi) (la casa ove era la bottega di Ersilia Parisi come appare salendo per ‘u stritte) Confesso che vi andavo di rado anche se ero affascinato da una bella stadera (‘u valanzone) che Ersilia adoperava con perizia girandola da una parte o dall’altra secondo le cose da pesare. Oggi quel vano è parte di una bella casa ristrutturata nel rispetto dell’architettura dell’isola con ingresso da via Scarpellini. Tutt’altra cosa la terza bottega, quella di Giuseppina Conte, detta ‘a Castellona dalle origini della madre che era di Catellammare di Stabia. Questa bottega si trovava, dopo aver percorso tutto ‘u stritte, in piena zona Scarpellini in un bel palazzo d’epoca vicino all’attuale Hotel del Capitano. (la casa ove era la bottega di Giuseppina ‘a Castellona) (l’ingresso della bottega, la prima porta a destra) La bottega di Giuseppina era rappresentata da un’ampia stanza con un bancone nel mezzo e un retrobottega per uso deposito. Pochi metri più giù, infine, a pochi scalini da corso Pisacane, c’era la bottega di Giuseppina ‘a vedova. Non ricordo d’esserci mai andato perché arrivati lì significava essere già al porto e respirarne l’aria; si era, così, spinti a fare altri pochi passi per immergersi nella vita “cittadina” e raccogliere notizie da portare sugli Scotti. Quel locale oggi ospita uno studio professionale; peccato che è stata rimossa la vecchia porta di legno unica cosa che poteva forse ancora raccontare del passato di quella bottega. (la bottega di Giuseppina ‘a vedova come appare scendendo da Via Scarpellini) (sulla destra salendo dal porto il locale ove era la bottega di Giuseppina ‘a vedova) Gli Scotti rispetto a quegli anni sono cambiati notevolmente. Percorrendo la strada , carrozzabile fino alla parte alta dove dimorano le ultime case, ci si imbatte in due ristoranti, tre B & B e diverse case vacanze. Le aie sono diventate aree di parcheggio così come molti giardini prima coltivati. (corso Pisacane a due passi da Via Scarpellini) Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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