Botanica

La palma nana

di Giuseppe Massari

Palma nana Palmarola Primavera

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Di Giuseppe – Professore insigne di Fitogeografia, ex Docente dell’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ –  si possono leggere tutti gli scritti precedenti sul sito, procedendo alla ricerca per Autore – Massari Giuseppe – in frontespizio  (colonna di sin.)

 Palma nana. Sassi bianchi

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L’incendio e il pascolo sono i due fattori che hanno provocato le maggiori trasformazioni nel paesaggio vegetale mediterraneo. Le piante in grado di resistere al passaggio del fuoco ed alla voracità degli animali sono sopravvissute, le altre sono scomparse.

Nelle isole ponziane c’è una delle piante-simbolo di questi eventi, la palma nana (Chamaerops humilis) che gli animali non mangiano perché le foglie sono troppo coriacee, mentre l’incendio riesce a bruciare la parte aerea della pianta, ma dalle radici si formano nuovi getti.

Riserva dello Zingaro. Esiti di incendio copia

Riserva dello Zingaro. Palme nane bruc. Ravvic. Mare copia 2

Esiti di incendio sulle palme nane della Riserva dello Zingaro (TP)

Può apparire strano che una piccola pianta come la palma nana, spesso formata da pochi cespi all’altezza del suolo, possa occupare una posizione rilevante nella Storia delle Piante, ma è così. Riassumiamo brevemente le sue straordinarie  vicende, anche per  farla  apprezzare di più a Ponza  e dai ponzesi.

Milioni di anni fa, il clima “da noi” era di tipo tropicale, caldo ed umido. Le palme vegetavano, le loro tracce fossili hanno consentito di riconoscere 56 specie di palme, una di queste era la palma nana.

Con i grandi cambiamenti geo-climatici avvenuti nei periodi successivi, si è iniziato il raffreddamento del clima culminato nelle glaciazioni dell’ultimo milione di anni che hanno provocato la graduale scomparsa di tutti gli organismi animali e vegetali adattati ai climi caldi ed umidi precedenti.  Anche le palme, una dopo l’altra, sono scomparse, tutte tranne la palma nana andata a rifugiarsi sulle coste nordafricane,  dove gli effetti delle glaciazioni sono stati meno catastrofici rispetto a quelli del centro e nord Europa.

Da queste coste, trasportata molto probabilmente dagli uccelli, la palma nana ha cominciato a riappropriarsi di tutte le coste tirreniche, dalla Spagna, alla Francia, all’Italia, alle grandi isole. Oggi questa palma è diffusa in tutto il Mediterraneo sud-occidentale e vanta l’invidiabile primato di essere l’unica palma spontanea presente in Europa.

Le isole ponziane si trovavano sulle rotte degli uccelli migratori, la palma nana vi è approdata e da allora vi è rimasta fino ad oggi. Si tende ad attribuire il nome di Palmarola, l’antica Palmaria, alla presenza della palma nana e non è da escludere che sia vero. Altri considerano la palma nana una peculiarità delle isole ponzesi, la chiamano la palma nana di Ponza, ma è una denominazione di valore locale, analogamente in Sardegna la chiamano la palma di San Pietro.

Nelle zone costiere tirreniche, fino all’entroterra, la palma nana aveva una distribuzione molto ampia in passato, poi con l’avanzare delle bonifiche, con il terrazzamento dei suoli per far posto ai vigneti, con l’intensa raccolta delle foglie per i lavori di intreccio come stuoie e ceste, la nostra palmetta è andata lentamente scomparendo, lasciando traccia della sua presenza in posti inaccessibili, come le rupi costiere, le spaccature delle rocce dove riesce a  confondersi con altre specie. A Palmarola è ancora presente, a Ponza è visibile solo dal mare, abbarbicata a pareti di roccia a perpendicolo sul mare (Anzalone B. & Caputo G. 1975. Flora e Vegetazione delle Isole Ponziane; Mazzella G. & S. 1997. Flora illustrata di Ponza).

Palma nana a Palmarola. In parete

Palmarola. Palma nana Apr.2011 copia

La palma nana a Palmarola, su rocce a picco sul mare o – nell’altra a foto – tra la fioritura primaverile di Matthiola incana

Palma nana Faro della Guardia.OK

Raro insediamento della palma nana a Ponza, tra le rocce del Faro della Guardia (Punta Fieno sullo sfondo)

La palma nana ha un’ampia plasticità ecologica. Trasportata in parchi e giardini con terreni profondi ed abbondante umidità, la palma riesce a raggiungere 7-8 metri di altezza.  Riferisce l’autorevole Gregorovius che le palme che adornano i giardini romani del Pincio e la rampa del Valadier sono state prelevate dal promontorio del Circeo, all’epoca dei lavori di sistemazione della piazza del Popolo.

Casina Valadier nel Parco del Pincio

La casina Valadier nel Parco del Pincio a Roma

La palma nana, diversamente dalle altre palme che vivono in media un centinaio di anni,  è longeva. Goethe, nel suo viaggio in Italia dalla Germania, si è fermato nell’Orto Botanico di Padova ad ammirare una pianta con grandi foglie palmate che non aveva mai visto. Era una palma nana, piantata nel 1585 che oggi ha 400 anni, è viva e vegeta. L’hanno protetta con una copertura a vetri tipo piccola serra, anche perché a Padova fa freddo. Sul cartellino sono indicati la data ed il nome: palma di Goethe.

Chamaerops humilis dell'Università di Padova. La palma di Goethe

La palma di Goethe, all’università di Padova

Un’altra “illustre” presenza si trova a Roma, nella fontana dei fiumi di piazza Navona, dove il Bernini ha scolpito una palma nana che si erge da una scogliera (v. foto in fondo all’articolo).

Ultima annotazione. Spesso la palma nana è confusa con Trachycarpus fortunei una palma cinese a cui assomiglia, con la quale non ha nulla a che fare.  Si distinguono facilmente facendo scorrere il dito lungo il picciolo: quello della palma nana ha le spine, l’altro è liscio.

Trachycarpus fortunei

Trachycarpus fortunei, detta anche palma di Fortune, palma cinese, o palma di Chusan, appartiene anch’essa alla famiglia delle Arecaceae

Bernini fontana dei 4 Fiumi.OK

Roma, Piazza Navona. La Fontana dei Quattro fiumi, di Gian Lorenzo Bernini (1651). I fiumi rappresentati come Giganti sono il Danubio, il Gange, il Rio de la Plata e il Nilo. Qui sotto un particolare della raffigurazione del maggior fiume dell’Africa

Bernini. Fontana dei 4 Fiumi. Il Nilo

Fontana dei Fiumi. Part. Rio de la Plata Fichi d'india

Qui sopra un particolare botanico relativo alla rappresentazione del rio de la Plata, con la presenza dei fichi d’India

1 Comment

1 Comment

  1. Biagio Vitiello

    16 Agosto 2013 at 12:19

    Volevo fare un’osservazione al prof. Massaro, riguardo la palma nana.
    Non è vero che non è commestibile dagli animali; essa viene mangiata dalle capre e anche dai conigli (la prova sono i miei conigli).

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