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Ridateci “Sapore di sale”

di Luisa Guarino

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Una settimana fa al castello Caetani di Sermoneta ho partecipato al concerto di Gino Paoli e Danilo Rea, un avvenimento per il quale ogni commento è superfluo. In quella circostanza, nel corso di una scaletta piuttosto anomala che si è aperta addirittura con “Una furtiva lacrima” dall’Elisir d’amore di Donizetti, il mio cantante autore preferito ha presentato naturalmente uno dei suoi cavalli di battaglia, “Sapore di sale”, che per me non solo è la canzone per antonomasia, ma anche la colonna sonora della storia d’amore mia e di mio marito, rigorosamente targata anni ’60. Il pensiero è corso subito a Ponza, perché io e Dante lì ci siamo conosciuti: non solo nell’isola, ma in acqua, a pochi metri dalle Grotte di Pilato: sì quelle dalle quali ora è bene tenersi alla larga, per i paventati crolli del costone roccioso del cimitero sovrastante.

Naturalmente è stata un’occasione per soffermarsi sulle parole di quel brano, specie laddove recita: “Quel tempo è nei giorni che passano pigri, e lasciano in bocca il gusto del sale…”. Bei tempi, non solo per noi, poco più che adolescenti, ma per la nostra Ponza, che vivevamo con intensità e a strettissimo contatto con mare, scogli, insenature, pareti rocciose, sassi, spiaggette, barca; in interminabili giornate sotto il sole, ‘stracquati’ di mare e di sale.

Un lontano ricordo, viste le attuali interdizioni, i pericoli incombenti ovunque, i tratti chiusi e via dicendo. Vogliono addirittura farci credere che un’isola, dico un’isola come la nostra, possa e debba essere vissuta per le sue bellezze e peculiarità… terrestri. Ve l’immaginate un turista che in estate viene a Ponza solo per fare passeggiate e trekking, visite di siti archeologici o percorsi storici?

Certo, ben venga anche tutto questo, che può e deve diventare prioritario nel caso di un turismo destagionalizzato in primavera e autunno. Ma d’estate vogliamo il mare.

Ad arricchire le offerte 2013 ecco poi il ricco cartellone di Ponza Estate, con tanti appuntamenti già in programma negli anni scorsi e alcune novità; da giugno a settembre, già solo a scorrerne la lista ti viene l’ansia. E sì, perché quasi ogni sera c’è qualcosa: quanta grazia Sant’Antonio! Per quanto mi riguarda vivo a Latina dove tutto l’anno, nonostante le critiche e la subalternità a Roma, tra iniziative pubbliche, poche, e private, molte, l’offerta è considerevole. Addirittura in alcuni week end non si sa cosa scegliere. Quindi, egoisticamente, arrivando d’estate a Ponza mi piacerebbe sì qualche serata diversa (e possibilmente legata alle tipicità del posto) ma non certo un’ininterrotta kermesse da tenere sott’occhio giorno dopo giorno quasi come fosse un lavoro.

Cosa dire poi dell’atmosfera da fiera paesana e da riviera romagnola (che per noi è sempre stata agli antipodi del concetto di vacanza) che si è venuta a creare con i vari giochi allestiti a Giancos? E non mi riferisco certamente alla piccola area realizzata per i bambini, residenti e in vacanza.

Lo faceva notare l’altro giorno anche Rosanna Conte, nelle sue spigolature a margine della serata gastronomica del 27 luglio (leggi qui [2]), ed io mi trovo perfettamente d’accordo con lei.

Insomma Ponza, finalmente e indiscutibilmente più pulita, questo sì, si sta snaturando; si sta svilendo, sta diventando nazional-popolare, come il resto d’Italia. I tempi cambiano. “Todo Cambia”, in peggio si sa. Ma almeno lasciatemi illudere, sognando “Sapore di sale”.

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