a cura della Redazione con il supporto di Silverio Mazzella
“La cucina di un popolo è la sola
esatta testimonianza della sua civiltà”
Eugène Briffault (1846)
Può sembrare incredibile che Ponza, con la varietà e qualità della sua cucina, non avesse finora ospitato rassegne culinarie degne di tal nome.
Ora, grazie all’entusiasmo e alla cocciutaggine della nostra amica Monia, abbiamo finalmente iniziato a colmare la lacuna.
L’arte culinaria non è solo un momento ludico, conviviale, ma espressione del territorio stesso. Almeno questo succedeva fino a qualche decennio fa, prima che la “globalizzazione” producesse i suoi effetti nefasti anche in questo piacevole aspetto della nostra quotidianetà. Nella gastronomia ciò si può si tradurre in “hamburger e patatine fritte”, in una alimentazione cioè compulsiva e del tutto slegata dal contesto.
Pertanto la difesa della propria tradizione culinaria diventa un obiettivo morale, oltre che un piacere per il palato, come hanno saputo dimostrare le sapienti mani delle cuoche che l’altra sera hanno preparato saporite e tradizionali pietanze ponzesi.
Noi di Ponza racconta, con il supporto imprescindibile di Silverio Mazzella (al Brigantino), abbiamo dato un piccolo contributo alla manifestazione con l’intento di valorizzare gli aspetti salienti della nostra storia legati a produzione, conservazione e trasformazione dei prodotti, con la presentazione – seppur sintetica – delle metodologie che sono alla base della nostra autentica cucina tradizionale.
Qui di seguito – e in più puntate successive – presenteremo i pannelli illustrativi dell’evento che in grande formato hanno fatto bella mostra di sé la sera della Rassegna enogastronomica, tra i banchi delle prelibatezze alimentari: il contesto storico, l’agricoltura, la colonizzazione, la produzione agricola…
N.B. – Cliccare sulle immagini, per ingrandirle
[I pannelli della Rassegna. (1) – Continua]
