- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Festa grande a Giancos, ieri sera

raccolta dei contributi a cura della Redazione

Raccogliamo qui di seguito una serie di contributi giunti in Redazione sull’evento “Ponza in tavola” che si è svolto con grande successo sul Piazzale di Giancos, ieri 27 luglio

Sabato 27:7:2013-4. Pomodori [1]

 

Ponzaintavola
di Enzo di Giovanni

Il dietro le quinte è stato faticoso. A me è bastata l’ora di sole cocente, verso le quattro di pomeriggio, quando con gli altri amici di Ponza racconta e con l’infaticabile Silverio Mazzella (al Brigantino) abbiamo cominciato ad allestire i cartelloni che avevamo preparato per illustrare ed informare sui contenuti della serata.

Ma gli altri ragazzi che lavoravano da giorni e giorni per l’allestimento della serata di sudore ne hanno buttato davvero tanto. A cominciare dalla vulcanica Monia [Monia Sciarra – NdR], l’anima ed il motore di Ponza in tavola in cui negli ultimi giorni ho intravisto un’ombra di stanchezza, quasi ai limiti dell’abbattimento, inusuale in lei (e sì che la conosco da anni).

Perché faccio queste considerazioni?

Perché di solito negli eventi di paese si apprezzano i colori, gli odori, e naturalmente i sapori.

Ma in questo caso c’era qualcosa di diverso.

Quel qualcosa che ho provato a mettere a fuoco la sera, quando sono ritornato ‘sul luogo del delitto’, a Giancos, dopo una doccia rinfrancante, con l’aiutino, confesso, dei diversi calici di vino che abbiamo consumato in allegria tra amici.

Ed allora ho visto, al di là della fatica, tutta la tensione della vigilia sciogliersi in un’atmosfera orgogliosamente ponzese.

Per ogni iniziativa che si realizza infatti c’è alla base una profonda passione. Ma quando quell’impegno si svolge a Ponza, dove siamo abituati da troppo tempo alla disunità, ecco che accanto al piacere dei sensi si coglie anche il piacere della consapevolezza che solo insieme si possono fare queste cose.

Si può fare: questa infatti è la frase che meglio sintetizza la serata di ieri.

Si può fare, aldilà delle inevitabili divergenze di opinioni, aldilà delle scarse risorse materiali.

Si può fare, malgrado l’inesperienza,  le tante difficoltà, la penuria di spazi.

Si può fare, anche in una comunità di profonde divisioni come quella ponzese.

Tutto ciò partendo da una considerazione molto semplice: siamo una comunità ricca di storia, di capacità, di qualità materiali e morali.
C’è solo da credere un po’ di più in noi stessi, ma la strada è quella giusta, come cerchiamo di testimoniare su queste pagine da qualche anno ormai.

Prima che il tempo… recita l’incipit di Ponza racconta.
Bene, fermiamolo questo tempo, e cominciamo già a programmare, insieme, le manifestazioni future.

Sabato 27:7:2013-3 [2]

 

Grazie Monia!
di Michele Rispoli

Non sono un nottambulo e non lo sono mai stato.Questa mattina in piazza ho appreso, con molta soddisfazione del grande successo ottenuto da Monia, con la serata di Giancos di ieri sera.
Ho visto le foto o sentito i commenti.
Brava!
Non pensare a coloro che arrivano sempre a ‘pisce pigliàte’ e cercano di primeggiare. Hai battuto la “Caletta” ed il Tunnel di S. Maria!
Brava e ancora brava!

Sabato 27:7:2013-1 [3]

Sabato 27:7:2013-2 [4]

 

 

Spigolature all’evento Ponza in tavola
di Rosanna Conte

L’evento “Ponza in tavola” ha goduto di un grande successo, e bisogna dare atto a Monia Sciarra di aver avuto una brillante idea, di aver profuso un impegno non indifferente  e di aver dimostrato grande capacità di coinvolgimento.

E’ stata una serata piacevole in cui anche la luna – una bella luna rossa che è diventata pian piano gialla – ha dato il suo contributo. E’ veramente auspicabile che venga riproposta annualmente, caso mai con qualche piccola variazione e con una preparazione, invece, che si snodi nell’arco dell’anno.

Mi spiego.

Intanto il luogo. La piazzetta di Giancos è diventata superaffollata e lo spazio destinato all’evento è stato molto gremito con parecchi ingorghi. La presenza dei giochi-bigliardini, flipper, pista di pattinaggio ecc… non ha certamente “accompagnato” la manifestazione, anzi creava un certo contrasto, tipo consumismo e divertimento da costiera romagnola, del tutto stridente con i temi della produzione e trattamento essenziale del cibo nella civiltà contadina.
Se vogliamo che l’evento sia un momento di ritrovamento della propria identità oltre che di attività turistica, sarebbe opportuno dare un taglio esclusivo, senza contaminazioni spicciole, andando oltre la forma della classica sagra paesana.

Sulla scia di questa riflessione credo che sia necessario rafforzare proprio l’aspetto culturale a cui ha già dato un suo contributo Ponza racconta, anche se il tempo a disposizione è  stato troppo breve.
I lunghi mesi invernali potrebbero essere utilizzati proprio per ampliare e arricchire questo aspetto, coinvolgendo caso mai anche i ragazzi delle scuole con ricerche che possono spaziare dai costumi dell’epoca, alle caratteristiche alimentari delle pietanze tipiche, alla riproduzione visiva, anche fotografica, degli attrezzi e suppellettili presenti nel museo etnografico di Frontone o nelle cantine sparpagliate per l’isola, attinenti ai prodotti offerti negli stand.

Non sarebbe peregrina l’idea di una collaborazione sinergica tra i giovanissimi e gli artigiani locali che potrebbero riprodurre oggetti – pensiamo a cestini, ‘nasse’ e canestri o piatti in ceramica, senza trascurare anche la fattura dell’abbigliamento – da utilizzare od esporre nella prossima edizione.

E’ lo scambio generazionale la cartina di tornasole del valore sociale e culturale di un’attività che può sembrare di semplice divertimento. A tal proposito si potrebbero coinvolgere giovani musicisti per affiancare Beniamino e Maddalena che si sono profusi anch’essi  in tutta la serata, senza risparmiare le proprie energie.

Inoltre, ho idea che un’eventuale scissione della cerimonia di premiazione  per i benemeriti dalla manifestazione, sarebbe un vantaggio.
La coerenza di un evento come Ponza in tavola  non ha bisogno di altre tematiche al suo interno per esistere, e se diventa annuale, sarà complicato cercare benemeriti da premiare. E’ pur vero che  fa piacere ricevere premi, ma quando questo diventa una moda, un’abitudine, si svilisce il senso della premiazione stessa. Tanto più che non c’è una commissione che con criteri chiari e uniformi scelga le persone da premiare. E poi chi nomina la commissione? E da chi deve essere formata?

Persone come Mirella o il caro Peppe Tricoli il loro premio l’hanno conquistato sul campo: non c’è nessuno che glielo può dare perché non c’è nessuno che glielo potrà mai togliere. Ritenerla utile per dare esempi ai giovani è fuorviante, perché i  modelli  di riferimento sono ben altri e, purtroppo, non provengono da manifestazioni pubbliche locali.

È importante, tuttavia, diffondere informazioni sui ponzesi o loro assimilati che vorremmo fossero di esempio, ma, valorizzandone gli aspetti positivi, si dovrebbe lodare la loro capacità di fare scelte utili e, comunque, benemerite per la comunità isolana. L’emulazione è sempre una molla educativa ed è importante che nella società odierna vada stimolata  nel senso dell’autonomia di giudizio e  della  capacità di  scelte, fatte anche con sacrificio, finalizzate al benessere comune.

Naturalmente queste mie spigolature sono  solo riflessioni e non vogliono assolutamente togliere merito all’evento del 27 luglio che, come ho già detto, ha ricevuto un plauso unanime per la bontà dell’idea, il lavoro di realizzazione, l’ampia partecipazione di ristoratori e privati e il tranquillo svolgimento della serata.

 

Sabato 27:7:2013-6 [5]

Sabato 27:7:2013-7 [6]