Ambiente e Natura

La lettera di un giovane lettore per il Faro della Guardia

la posta dei Lettori

Faro Guardia con Palmarola sullo sfondo

 

Gentile Redazione di Ponza racconta,
mi chiamo Pierluigi Di Viccaro e vi scrivo per dirvi che sto apprezzando molto che nelle vostre pagine con sistematicità si parli del Faro della Guardia, evitando così che l’argomento della sua salvezza finisca nel dimenticatoio, come spesso accade per tanti avvenimenti.
L’anno scorso, insieme a molti coetanei, mi sono prodigato per raccogliere firme da inviare al FAI.
L’ho fatto  ben volentieri sperando nel suo recupero, memore anche di ciò che mi raccontava mio nonno Luigi Lamonica, elettricista nella Società Elettrica Ponzese che spesso, insieme a qualche collega, si recava anche sotto la pioggia scrosciante a riparare i guasti che c’erano sulla linea elettrica… Lì, alla “Scarrupata”  per non lasciare i “fanalisti” senza corrente e poi tornava a casa tutto fradicio di pioggia.
Pensando ai sacrifici fatti da mio nonno nello svolgere il suo lavoro e a quelli dei guardiani del Faro che vivevano lì spesso in solitudine per lungo tempo, mi è sembrato giusto scrivervi per darvi questo mio piccolo contributo.

Nel ringraziarvi per “la memoria ponzese” che state cercando di  recuperare e  di trasmettere, soprattutto a noi giovani attraverso le vostre pagine, vi auguro di cuore Buon Lavoro

Pierluigi Di Viccaro

2 Comments

2 Comments

  1. silverio lamonica1

    26 Luglio 2013 at 14:37

    Con una certa commozione ho letto la testimonianza di Pier Luigi circa i sacrifici fatti da suo nonno Luigi (mio fratello) per riparare la rete elettrica del Faro della Guardia, assieme ad altri colleghi. Quanti sacrifici è costata e costa (ancora oggi?) la sicurezza dei naviganti da parte dei fanalisti ed altri addetti ai lavori! Ma oggi, se va in tilt un faro è un problema ripararlo. Un esempio: il “Faro della Madonna”. Già dalla definizione i più intuiscono che si dovrebbe trattare di una struttura “sacra” ai fini della sicurezza. Ebbene, diversi mesi fa un fulmine ha “accecato” la sua luce provvidenziale. La sera, dal balcone di casa mia, non vedere più i suoi lampi rassicuranti, mi dà un senso di vuoto, di solitudine, quasi di smarrimento. Spero che torni presto ad illuminare, soprattutto le notti dei naviganti.

  2. Martina Carannante

    27 Luglio 2013 at 10:14

    Carissimo Pierluigi,
    Mi ha fatto immenso piacere trovare questo tuo intervento sul sito!
    L’estate scorsa ci siamo dati molto da fare: abbiamo raccolto firme, sistemato il cancello e il portone del faro devastato dai vandali, abbiamo messo su una serata tutta dedicata al faro, abbiamo recuperato il materiale “buttato” all’interno della struttura incustodita… È stato fatto un gran lavoro e come dici tu, non dobbiamo oscurare questi successi, ma tenerli sempre vivi e cercare nuovi spunti e nuove notizie per “non dimenticare”. A tal proposito, esorto chiunque abbia una storia del faro da raccontare a scriverci, e invito il presidente del F.A.I. di Latina o di Roma di continuare a tenerci informati in modo da poter condividere insieme un successo di una comunità unita dopo tanto tempo.

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