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Storielle ponzesi in pillole. (23). I rutunniéll’di Michele Rispoli
Negli anni ’50 – ’60 sessanta, a Ponza i rutunniéll’ erano considerati il merluzzo dei poveri. Ottenere ’nu chil’ ’i rutùnn’ significava assicurare alla famiglia una cena gustosa e sostanziosa. Tra queste c’era una famiglia benestante che aveva un’attività commerciale sul Corso Carlo Pisacane, già Principe di Napoli. I rutùnn’ ’ì iuòrn’ sono un cibo più leggero rispetto di quelli ’i notte che erano e sono più grassi, quindi più pesanti come digeribilità. La famiglia quindi in attesa del rientro dell’ultima barca: mentre la figlia curava l’attività commerciale, la madre dal balcone scrutava il mare per il rientro della barca.Ad un certo momento la signora vede la barca rientrare da fuori la scogliera, esce dal balcone e chiama la figlia che era in negozio. E la madre: – Va’! …curre abbascie ’u porte, ca sta trasenne Giuseppe ’i Mamena cu pesce ’a fora! (Va’, corri giù al porto che sta rientrando da fuori Giuseppe ’i Mamena con il pesce). Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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