Ambiente e Natura

Ponza, un’isola… nell’immaginario

di Luisa Guarino

Ponza. La banchina Di Fazio

 

A distanza di un mese esatto dalla sua pubblicazione (era il 20 giugno scorso, San Silverio) ancora non riesco a togliermi dalla mente la pagina del quotidiano La Stampa a firma di Luca Bergamin dal titolo “Ponza, isola bianca di vento e cicerchie!”leggi qui – per la rubrica “Il bello & il buono” – I piaceri della tavola e del viaggio”. Cominciamo dalla ‘favola’ delle cicerchie, diventate ormai una vera rarità anche se ‘spacciate’ come prodotto locale. Che io sappia (spero di essere smentita) c’è un solo contadino che ancora le coltivi, a Santa Maria; un po’ la stessa ‘leggenda’ delle lenticchie autoctone di Ponza stessa o di Ventotene, portate da altrove e vendute a peso d’oro.

Proseguendo la lettura, naturalmente conservo la pagina a futura memoria, non mancano altre sorprese, o a dir poco ‘improprietà’: come avrà reagito il buon Oreste Romagnolo a sentir definire il  suo locale “ruspante”, lui che della raffinatezza e dello stile, e non solo delle portate, ha fatto da sempre un tratto distintivo?

Ma il più bello viene quando, dopo aver dedicato alcune righe alla festa per il Santo Patrono celebrata proprio in quel giorno, il prode Bergamin aggiunge: “Poi ci si tufferà per un bagno notturno sulla spiaggia di Chiaia di Luna dalla sabbia rossa finissima”. Orbene: sappiamo che la spiaggia è chiusa ma tant’è, arrivando in barca tutto è possibile. Tranne trovare  sabbia rossa finissima.

La spiaggia di Chiaia di luna
Inoltre in un ‘sommario’ si evidenzia: “Oggi c’è la festa patronale di San Silverio. D’estate si affolla la celebre spiaggia di Chiaia di Luna”.
E qui ci viene proprio il dubbio che il collega abbia visto tutto un altro film rispetto a quello che anche nell’Estate 2013 si proietta nella nostra isola.
Chiaia di Luna non si affolla più da anni, e nelle ultime estati, quelle poche volte che è stata aperta, era a numero chiuso e fruibile con orari… da ufficio.

Passiamo sopra a un ‘peccato veniale’come quello di collocare i faraglioni di Lucia Rosa a Palmarola; ma lo scritto sfiora il ridicolo quando accennando a Zannone, il nostro scrive dell’isolotto Parco naturale (e in totale abbandono, aggiungiamo noi) “in cui i falchi pellegrini, i gabbiani e i mufloni selvatici volteggiano, si inseguono, e anche amoreggiano beati”. E qui, non solo è un altro film ma è pura fantascienza, fantasy. Eh sì, se “i mufloni selvatici volteggiano”.

A questo punto debbo tirare in ballo il mio caro e stimato collega del Messaggero, Giovanni Del Giaccio, che negli anni in cui lavoravamo insieme nella Redazione di Latina Oggi ha coniato il termine a dir poco ironico “ponzologo” con cui etichettare ogni giornalista che in occasione della stagione estiva scrive di Ponza sulle pagine dei quotidiani nazionali più blasonati facendo ‘l’inviato’, da vicino ma soprattutto da lontano, scoprendo ogni volta ‘l’acqua calda’, ripetendo storie trite o riempiendo le colonne di assurdità.

Ebbene, il primo “ponzologo” 2013 è arrivato, ed era solo giugno. Hai voglia fino a tutto agosto!

3 Comments

3 Comments

  1. susyscarpati

    21 Luglio 2013 at 04:09

    Bè… visto l’argomento mi sento tirata in causa perchè menzionata nell’articolo. “A casa di Assunta” non solo usa le cicerchie di Ponza ma anche zucchine, “cucuzzella”, fichi e altri prodotti locali. Le cicerchie vengono coltivate sui Conti e sugli Scotti e ogni anno ne compro 5/6 kg perchè più di quelle nn se ne possono avere… infatti la zuppa di cicerchie è in carta solo nei week end, visto che la produzione nn è tanta. Se poi sono fortunata e ne recupero altri 2 kg li conservo per settembre per fare polpo e cicerchie.
    Tante saranno favole metropolitane… ma mai fare di tutta l’erba un fascio, Luisa.

  2. Enzo Di Giovanni

    21 Luglio 2013 at 09:26

    Leopoldo Mastelloni fu cacciato dalla Rai per una bestemmia. Analogo ostracismo fu dedicato a Beppe Grillo per le sue battute sui socialisti ai tempi di Craxi.
    Il punto non è la quantità industriale di stupidaggini che molti esponenti dell’informazione (sic!) sia televisiva che stampata ci propinano quotidianamente: il punto è il senso di impunità da cui scaturisce tutto ciò.
    Orson Welles nel 1941 scrisse diresse e interpretò Quarto Potere sullo (stra)potere di un magnate della carta stampata. In anni più recenti un altro film di Sidney Lumet descriveva la forza delle lobby televisive: Quinto Potere, appunto.
    Purtroppo, soprattutto in Italia, soprattutto in luoghi “periferici” come Ponza, chi scrive o de-scrive per immagini della nostra isola si sente autorizzato a propinare qualsiasi amenità partendo da un assioma semplicissimo: – “Noi siamo l’informazione. Voi dipendete da noi. Noi abbiamo il potere di cancellarvi, farvi sparire. Volete lo spot estivo promozionale che milioni di italiani leggono e guardano? E allora lasciateci lavorare, che noi plasmiamo i gusti dei nostri utenti-clienti”.
    Qualche anno fa, ero consigliere comunale, venni contattato da una nota trasmissione televisiva che doveva fare il solito servizio estivo. Mi chiesero se potevo dare una mano nella logistica della trasmissione.
    Mi fu detto che volevano dare un taglio diverso dal solito.
    Con entusiasmo, allora cercai di fornire il contributo d’idee richiesto. Taglio diverso? In quell’anno era in corso d’opera il gemellaggio con Lavandou, la cittadina francese dove risiedeva il grosso della comunità de La Galite. Proposi allora questa storia fatta di pionieri che partiti da Ponza su gozzetti a remi e vele approssimative andarono a colonizzare e a modellare una seconda Ponza: portandosi dietro nomi, piante, profumi della vecchia terra. Mi sembrava una storia interessante: questo sì che era un taglio diverso, una storia di coraggio, determinazione, sulla scia dei grandi romanzi alla Conrad.
    Dopo qualche giorno mi fu detto che era più appetibile realizzare un intervista a qualche vip di passaggio, con qualche caletta di Ponza sullo sfondo a fare da cartolina: chiaramente mi defilai in buon ordine, lasciando ad altri l’onore della ribalta.

    Cara Luisa, il nostro amico giornalista non ha scritto corbellerie, semplicemente perchè non era partito per descrivere una realtà. Se l’anno prossimo andrà di moda il curling (sport invernale) scriveranno che sulla spiaggia (che non c’è) di Cala Inferno (che è chiusa) frotte di giovani entusiasti passano le giornate a cimentarsi in tornei interminabili.
    Personalmente ricordo di aver visto un solo servizio (televisivo) dove Ponza veniva descritta in termini realistici, in grado di suscitare quanto meno una emozione vera.
    Non ricordo il titolo, ma ricordo la matrice: era un servizio di una tv svedese…

  3. Sandro Russo

    23 Luglio 2013 at 18:31

    A commento dell’esperienza di Enzo di Giovanni vorrei riportarne una positiva anch’io, con una delle redattrici di Linea Blu – Claudia Tofani – che venne a Ponza ai primi di luglio dello scorso anno per preparare il campo e gli argomenti alla troupe al completo che sarebbe arrivata di lì a qualche giorno.
    Con Claudia si è creata subito una perfetta intesa sui temi e sulle modalità di realizzazione; abbiamo coinvolto altri amici, Isidoro Feola, Domenico Musco, Antonio De Luca e altri ancora e c’era materiale tanto abbondante che ne hanno dovuto tagliare a piene mani.
    Purtroppo al momento del passaggio in tv del servizio (leggi e vedi qui) la collaborazione di Ponza racconta fu completamente passata sotto silenzio nei titoli di coda, ma del lavoro svolto con Claudia ci è rimasto un ottimo ricordo e lei è rimasta legatissima a tutti noi, tanto che spesso passa a trovarci, a Ponza, quando i suoi viaggi per il mondo glielo permettono…

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