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Le ragazze dei marinai, di Bruce Chatwinproposto da Sandro Russo
Un viaggiatore particolare. Uno che certo non soffriva della Sindrome di Stendhal perché – almeno da quanto si può capire dai suoi libri – trovava dentro di sé la forza e la giustificazione del suo andare per il mondo, era Bruce Chatwin (1940-1989). Se come scrittore ha estimatori e detrattori, come viaggiatore è stato tra gli ultimi dei grandi (penso a Pierre Loti, a Freya Stark, al nostro Fosco Maraini e decine di altri, che segnarono l’immaginario del mondo per i decenni e per i pigri a venire. Bruce Chatwin. Forte abbandonato nel Sahel (Africa sud-sahariana) Bruce Chatwin. Fattoria abbandonata nel Wyoming Bruce Chatwin. Bandierine della preghiera in Nepal
Chatwin ci ha lasciato grandi costruzioni teoriche. In “Anatomia dell’irrequietezza” – Anatomy of restlessness, pubblicato postumo, del 1996 – ha sviluppato una teoria del nomadismo che egli si rappresenta come carattere universale dell’uomo. Il mito di un processo creativo, di interesse più poetico che antropologico, è trattato ne: “Le vie dei canti” – The Songlines (1987), dove ipotizza che i canti tradizionali degli aborigeni australiani siano delle mappe del territorio, a partire da un canto al tempo del sogno (dreamtime) della Creazione, da cui ha avuto origine il tutto. Nominare qualcosa per farla continuare ad esistere. “Gli Uomini del Tempo Antico percorsero tutto il mondo cantando; cantarono i fiumi e le catene di montagne, le saline e le dune di sabbia. Andarono a caccia, mangiarono, fecero l’amore, danzarono, uccisero: in ogni punto delle loro piste lasciarono una scia di musica. Avvolsero il mondo intero in una rete di canto” [Bruce Chatwin, Le vie dei canti (The songlines); Adelphi, 1988]
L’isola di Chiloé, sulle coste del Cile. Nel suo libro ‘In Patagonia’ Chatwin la descrive come “l’isola dalle terra nera e delle nere tempeste”
Riportiamo, in relazione con il mare e con la vita dei marinai, queste poche righe tratte appunto dal primo romanzo di Bruce Chatwin: In Patagonia: “Eravamo vicini al Capo Horn, correndo con tutte le vele gonfiate da un forte vento a dritta. Era una domenica mattina. Da Bruce Chatwin: “In Patagonia”, 1973 – Adelphi (collana Biblioteca Adelphi), 1982) Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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