Aneddoti

Storielle ponzesi in pillole. (13). La pece miracolosa

di Michele Rispoli

Querce da sughero piegate dal vento

 

Luigi Di Monaco professionalmente Luiggi ’u macellaro, aveva la macelleria sul Corso. Sotto la macelleria, a livello della banchina Di Fazio, aveva in comune con Genoveffa D’Atri ’u Cantinone. Il ‘Cantinone’ è la parte comune mentre all’interno ci sono i magazzini che si allungano fin sotto la roccia della strada Umberto 1°.

Luigi aveva un cane da caccia che teneva nel Cantinone.

Genoveffa aveva affittato il suo deposito a mio padre, muratore, che ci teneva i materiali e le attrezzature.

Un giorno Luigi trovò un bidone di pece rovesciato e vide che il cane era tutto sporco di pece.
Luigi, tra bestemmie e vaffa contro, cercava di ripulire il manto del cane dalla pece.
La pece gli aveva sporcato anche le parti intime, ed il pene – in questo caso ‘pesce del cane’ – era rimasto duro, gonfio e scappelato.
Luigi, aveva un certo ribrezzo a toccare quelle parti e quindi diede una pulita alla meglio. Ma ‘l’arnese’ rimase sempre grosso e duro.

Tornato in macelleria, sembrava un cadavere: faccia bianca, stravolto che quasi piangeva.

Passò Amedeo ’u barbiere.

– Lui’ bongiòrno!

Luigi corse immediatamente alla porta per parlare con Amedeo, persona d’esperienza e vecchio cacciatore che aveva sempre avuto cani.
Amedeo, vista la faccia di Luigi capì che la cosa era seria e chiese maggiori spiegazioni.

Luigi: – Amedè’, chill’ ’u cane s’è menato dint’a ’nu bidone ‘i pece…

– Va buo’, nun fa niénte – rispose Amedeo – po’ se leva chianu chiane …non ti preoccupare

Luigi: – Amedè’, m’ preoccupo, pecché ’u pesce d’u cane è rimasto gonfio, tuoste e tutto scappellato!

Amedeo: – Luigi’, addo’ sta ’sta pece?

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