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Storielle ponzesi in pillole. (8). ’U fellonedi Michele Rispoli
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Salvatore ’u meccanico una mattina si recava all’officina; passando davanti la pescheria di Gioia, questa gli disse: Arrivò a Vardella, ormeggiò il gozzo e incominciò a salire per arrivare ’ncoppa a ’rotta ’i ll’acqua, dove c’è la casetta di Giulio. Dopo l’erta salita arrivò nei pressi d’u Carcariell’, da dove si vedeva il fabbricato di Giulio e notò che Giulio era in compagnia di altre tre persone. Tutti conosciamo la generosità e l’altruismo di Salvatore: un attimo di riflessione e immediatamente riprese la strada di ritorno verso la barca. Arrivato in barca, prese uno spago, legò il fellone e lo rimise in acqua per mantenerlo vivo. Assicurò la corda alla barca e risalì. Durante il pranzo, Salvatore pensava: – Bbuo’… stasera ù fellone m’u mangie ‘a sule Arrivato a Vardella e salito sul gozzo, si accorse che il fellone non c’era più. Neanche lo spago c’era. Bestemmie, urla, imprecazioni e tutto quello di cui era capace… Le urla provocarono addirittura la caduta di alcune pietre.
Alcuni giorni dopo, Salvatore Mazzone, nel recuperare le reti a largo di Punta Vardella, pescò un fellone con due metri di spago. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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