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Combattiamo gli incendi evitando che avvenganodi Giuseppe Massari
L’autore del testo è un Professore di Fitogeografia, ex Docente de “la Sapienza” – Università di Roma.
Gli incendi boschivi sono tristemente noti per i danni che provocano, con conseguenze in alcuni casi gravissime, fino alla perdita di vite umane. La letteratura sugli incendi è molto ampia, i fuochi sono stati esaminati da vari punti di vista dai grandi Enti del settore, come il Corpo Forestale dello Stato o la Protezione Civile rivolti soprattutto a migliorare l’organizzazione degli interventi, e dalle istituzioni accademiche dove Botanici, Forestali, Zoologi ne hanno studiato le ricadute sull’ambiente naturale. Gli approcci metodologici hanno riguardato l’ante-incendio, l’incendio-durante, il post-incendio che sono tre aspetti ben distinti l’uno dall’altro. Il risultato è che attualmente si dispone di una serie di conoscenze sugli incendi ed almeno in parte, delle cause che li provocano. La conclusione è che gli incendi sono tutti di origine antropica, provocati in modo volontario o involontario dalle attività umane, tranne una piccolissima percentuale di origine naturale (i fulmini, le eruzioni vulcaniche). Gli incendi sono una calamità come i terremoti con la sostanziale differenza che gli incendi siamo noi a provocarli, i terremoti no e nonostante lo spiegamento di uomini e mezzi a disposizione, di accurati Piani di prevenzione, non si riesce a ridurne il numero. Ogni anno dall’inizio e durante il periodo estivo, nella nostro penisola e nelle isole avvengono contemporaneamente centinaia o migliaia di incendi. Le statistiche indicano che il 90% sono incendi colposi o dolosi, ma che non è facile risalire alle responsabilità. La corretta informazione su queste cause è un punto molto importante, perché se prendiamo sul serio l’esigenza di fare qualcosa per ridurre il numero degli incendi, dobbiamo fare affidamento su un’informazione credibile e documentata. La struttura degli incendi citata riguarda i tre livelli canonici, vale a dire prima che gli incendi avvengano, durante il loro corso, dopo che sono stati spenti. La nostra proposta non va confusa con le misure di prevenzione dei Piani antincendio come, ad esempio, le cesse parafuoco, i tagli preventivi dei boschi in modo da contenere il percorso del fuoco e via dicendo che sono rivolte a fare i conti con l’incendio, dato per scontato che esso avverrà, mentre qui si propone un approccio diverso, orientato sul principio di evitare che l’incendio avvenga. Le cause colpose degli incendi sono per definizione quelle involontarie, i fuochi sono appiccati casualmente, per distrazione, sbadataggine, compiendo gesti e comportamenti non considerati a rischio, mentre invece lo sono e le conseguenze lo dimostrano. I principali responsabili degli incendi boschivi che possono provocare delle tragedie, sono gli automobilisti fumatori che gettano dai finestrini i mozziconi accesi di sigarette. Data la rilevanza di questa accusa e del fatto che i risultati attesi dipendono dalla rimozione di questa causa, ne dobbiamo documentare la fondatezza. In uno studio sul Promontorio Monte Argentario, considerato “pioniere” per gli anni in cui è stato effettuato (1993), abbiamo raccolto i dati riguardanti gli incendi avvenuti nel trentennio 1960-1989, trenta anni sono un periodo statisticamente significativo. Senza entrare nei dettagli ed evitando i tecnicismi indichiamo i principali elementi ai quali abbiamo fatto riferimento per realizzare il documento di sintesi, pubblicato come “Carta degli incendi del Promontorio del Monte Argentario”. Come fonte degli incendi abbiamo utilizzato i verbali del Corpo Forestale dello Stato redatti in quei 30 anni, uno per ogni incendio superiore a 0,5 ettari. I dati raccolti sono stati elaborati incrociando i vari parametri, ed i risultati ottenuti si possono così riassumere: Questi risultati, per molti aspetti interessanti, si sono mostrati in grado di stabilire dove e quando era avvenuto un incendio, ma non le cause che lo avevano provocato. Nel caso di Monte Argentario – in assenza di piromani (fra tutti gli incendi avvenuti, uno solo è stato doloso), di campeggiatori e via dicendo – si è arrivati per forza di cose a riconoscere che le strade, chi le percorre, i fumatori, i mozziconi di sigarette sono alle origini degli incendi del Promontorio. Il quadrimestre giugno-settembre è la stagione degli incendi non per ragioni climatiche, ma perché in questi mesi il traffico è più intenso e con esso il numero dei fumatori lancia-mozziconi. Su questa causa iniziale che rappresenta l’innesco, intervengono poi le concause quali l’aridità climatica, il vento, la disidratazione delle piante che le rende facilmente infiammabili …e così si sviluppa un incendio. Anni fa, quando abbiamo presentato le conclusioni del nostro lavoro, non è mancato lo scetticismo perché sembrava impossibile che fossero proprio i mozziconi a provocare tanti incendi. La conclusione dello studio di Monte Argentario è che se non si fosse verificata la congiunzione fra strade, automobilisti fumatori, mozziconi accesi dispersi, probabilmente si sarebbe verificato un solo incendio, quello doloso accertato dal Corpo Forestale, e non gli altri. Disponendo di un quadro conoscitivo di questo genere, sarebbe stato logico attendersi un’ampia azione di prevenzione, sollecitando le persone che fumano ad evitare, qualunque mezzo impieghino per i loro spostamenti, di disperdere nell’ambiente i mozziconi accesi di sigarette. Nel mese di agosto dello scorso anno (2012), all’uscita da Roma sulla via Flaminia nel tratto fino al Grande Raccordo Anulare, tutta la siepe sparti-traffico ad oleandri è stata completamente bruciata. Si tratta di alcuni chilometri, per ironia è anche la strada che conduce al Centro Rai di Grottarossa. È mai possibile che nessuno si sia domandato per quale ragione o chi possa aver provocato tali incendi? Non è un’evidenza schiacciante che può dipendere solo dall’intensità del traffico e dalle migliaia di mozziconi accesi lanciati lungo la siepe? Non c’è alternativa. Solo un’informazione condotta in modo sistematico, ampiamente diffusa in modo da raggiungere il maggior numero di persone sul pericolo rappresentato dai mozziconi di sigarette e sulle responsabilià dei fumatori nella dinamica degli incendi, può far sperare che la situazione possa migliorare.
È stata chiesta ospitalità a “Ponza racconta” per una riflessione sugli incendi e sulle cause che li provocano, con l’auspicio che da questo sito – molto seguito – parta un’iniziativa di sensibilizzazione per cercare di ridurre l’incidenza degli incendi sull’isola. Il problema di come far pervenire l’informazione riguarda soprattutto i turisti, che sono estranei alle realtà dell’isola, non essendo valutabile fino a che punto possano essere raggiunti dalle raccomandazioni di “Ponza racconta”. Una bella soddisfazione per tutti se “Ponza racconta” potesse raccontare nei prossimi anni quanto sia diminuito – dall’estate 2013 – il numero degli incendi sull’isola. 1 commento per Combattiamo gli incendi evitando che avvenganoDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Ho letto l’articolo di Massari quando è uscito su Ponza racconta.
Il risultato è il seguente:
– l’Ordinanza del Sindaco n. 88 sulla prevenzione degli incendi boschivi (divieto di accendere fuochi dal 15 giugno al 30 settembre)
– Delibera n. 39 della Giunta, a cui è seguita la Determina n. 83 del settore Affari Generali, con bando per assicurare il decoro del litorale e la manutenzione dei sentieri (con un finanziamento di 25.000 euro)
Ma già prima di Massari c’era stata l’Ordinanza del Sindaco n. 62 sull’obbligo di pulizia delle strade lungo le proprietà private, che in parte è stata applicata dai singoli.
Trovate i testi nel sito del Comune.
Nel frattempo è stato ricostruito il corpo volontario della Protezione Civile di Ponza, dopo le polemiche dell’anno scorso causate da Sandro Romano, con 18 volontari che sono guidati da Gennaro Sandolo (“Pantera”). Rimessi in sesto l’autobotte e i due gommoni dello scandalo (Porzio-Schiano) che Romano aveva lasciato marcire.
E infine ho citato l’articolo anche nella recente riunione con i commercianti di Ponza.