Attualità

Un anno dopo. (2). Ben tornata legalità

Municipio. Orologio

di  Piero  Vigorelli

 

La prima domanda che spesso mi viene rivolta da un anno è questa: “Chi glielo ha fatto fare di fare il Sindaco di Ponza”.
 Rispondo che amo l’isola e la sua gente, che ero mortificato per quello che era successo, e che Ponza aveva bisogno di una scossa salutare che solo una classe dirigente tutta nuova poteva dare. “Scegliere per la prima volta un Sindaco forestiero è stato un grande atto di coraggio della gente di Ponza, che vuole chiudere con il passato che ha provocato così tanti guai e sputtanamenti”

La seconda domanda più frequente, che mi è stata fatta dalla dirigenza del FAI ma anche da altre personalità politiche o professionali che vengono a Ponza in vacanza, è questa: “Sindaco Vigorelli, a Ponza c’è ancora una forte presenza della camorra?”. Rispondo che la camorra a Ponza non c’è mai stata e che il Sindaco attuale ha vissuto molti anni sotto scorta perché la camorra voleva ucciderlo.
“Vi serve una garanzia migliore?”, domando a mia volta.

Ascoltate queste due risposte, gli interlocutori ammutoliscono.  E cambiano rapidamente discorso; passano a decantare l’isola o a suggerire iniziative da prendere per migliorare la situazione.

E tuttavia, da quella seconda domanda si capisce quale e quanto male sia stato fatto a Ponza negli ultimi anni, quando non sono state più la cronaca rosa e il gossip a far da protagonista nell’estate, bensì la cronaca nera e giudiziaria con il sequestro dei pontili, con l’arresto del Sindaco e di alcuni assessori, con il rinvio a giudizio di 34 persone tra funzionari del Comune e imprenditori che lavoravano per il Comune.

Chi ha votato l’anno scorso per questa Amministrazione, lo ha fatto con rabbia e con una grande voglia di riscatto. La stessa che avevamo noi che abbiamo fatto la scelta di presentarci al voto. E al primo posto del programma abbiamo messo il ritorno alla legalità.

 

1)   –  Provvedimenti giusti e dolorosi.

Chiudere una attività economica non è una scelta che si fa a cuor leggero. Vuol dire togliere del lavoro a chi lo fa onestamente, anche se in una struttura illegale. Vuol dire anche eliminare una offerta che era apprezzata dal turista, al quale magari può importare poco che sia di natura illegale.

Il ritorno alla legalità ha quindi imposto, e guai a non farlo, anche misure dolorose ma giuste di cessazione di attività che da troppi anni proseguivano nella impunità, disprezzando tutte le leggi, beffeggiando tutte le autorità, non pagando un solo euro di tasse, fregandosene della salute degli ospiti, ignorando tutte le regole che avrebbero dovuto regolare la loro attività.

Tutto questo era ed è intollerabile.

Per questo, l’estate scorsa, i provvedimenti repressivi hanno colpito attività come lo Sporting di Frontone, il Cantiere ai Guarini, il Club alle peschiere romane di Frontone, il Kibar di Chiaia di Luna.

In quelle attività più o meno tutto era fuorilegge. Il caso più clamoroso è quello dello ‘Sporting Frontone’. Forse per il proprietario e il direttore di questa struttura la sola cosa in regola è la carta d’identità rilasciata loro dal Comune. Il resto è una barzelletta. E soprattutto un cumulo di illeciti.

Strutture urbanistiche? Illegali e non condonabili. Certificato di agibilità? Inesistente. Autorizzazione della Asl? Valla a trovare. Impianti fognari a regola? No di certo. Possibilità di fare restorazione? Non autorizzata. Autorizzazioni a fare feste danzanti? La firmò solo una volta, per un solo giorno, la moglie di un altro ex sindaco. Negli atti giudiziari si accenna anche a quattrini dati sottobanco dallo Sporting e con lo schermo inconsapevole della Pro Loco.

Più o meno nella stessa situazione era ‘Il Cantiere’ ai Guarini, nascosto dietro lo stemma di una associazione del Coni, che una volta saputo degli abusi edilizi ha cancellato l’iscrizione del Cantiere per le attività terrestri. Anche qui opere edili abusive, condoni respinti, feste non autorizzate.
Meno clamorose, ma pur sempre fuori dalla legalità, le situazioni alle ‘peschiere del Frontone’ e al ‘Kibar’.

 

2)   –  La reazione dei colpiti. Chi ha continuato come se nulla fosse, sfidando leggi e autorità.

Interessante e importante è conoscere la reazione delle persone colpite dai provvedimenti repressivi.

Lo ‘Sporting’ e ‘Il Cantiere’ hanno risposto con arroganza, continuando nella loro sfida alle leggi. Hanno inzeppato i tribunali di ricorsi, i loro avvocati hanno studiato e scritto ‘la qualunque’. Si sono aggrappati alle virgole, in quasi tutti i casi hanno perso i ricorsi e così ne hanno fatti altri. Roba da azzeccagarbugli.

A costoro non va giù che una Amministrazione comunale possa far loro presente che il lavoro ha un valore se rispetta valori, regole, leggi. Non vogliono rassegnarsi al fatto che il passato è finito, che al Comune adesso c’è gente che non vuole darla vinta a chi si comporta da fuorilegge, che non pratica le scorciatoie o le furbizie del passato, che non ha clientele da innaffiare o interessi da coltivare o magari da dividere con loro.

A costoro ricordo un antico proverbio: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”.

 

3)   –  La reazione dei colpiti.  Chi si è messo in regola. Evviva!

E questa è una delle cose più belle e più giuste che bisogna sottolineare positivamente. Le persone che si sono comportate in questo modo vanno ringraziate a nome di tutta Ponza e vanno portate come esempio.

Così, mentre lo Sporting ha passato l’inverno a fare ricorsi, il titolare dell’attività alle peschiere del Frontone lo ha trascorso per mettersi in regola, pagando tecnici e avvocati per fare cose giuste. L’estate scorsa la sua attività aveva avuto un provvedimento di chiusura, che reiterava un altro della Commissaria. Quest’anno potrà riprendere a lavorare senza paura.

Anche il titolare del pontile ‘La Fenicia’ a Giancos ha rischiato di brutto di vedersi annullata la concessione. Nel corso degli ultimi anni aveva realizzato alcuni abusi sul suolo demaniale, fregandosene delle leggi. E per alcuni anni si era anche beffato delle ordinanze repressive del Comune per eliminare gli abusi. Quest’anno ha invece capito che non era più aria e, dopo alcune resistenze, ha eliminato gli abusi.

Il ristorante ‘La Scogliera’ stava rischiando non solo la chiusura, ma addirittura l’incameramento al patrimonio dello Stato. Questo per via di alcune strutture che avrebbero dovute essere amovibili sul terreno del demanio e che invece erano fisse. Quindi illegali e abusive.

Con grande intelligenza i proprietari del ristorante hanno deciso di abbattere gli abusi (come si vede in questi giorni). Quindi l’attività riaprirà fra poco e magari, con altrettanta intelligenza, questo autunno presenteranno un progetto per nuove opere amovibili, per far ritornare il locale accogliente ed elegante e, soprattutto, aperto tutto l’anno.

Se anche il ristorante ‘La Kambusa’ agirà nello stesso modo, perché ha gli stessi problemi, potrà riaprire le attività.

 

4)   –  Quelli che di abusi ne hanno fatti di nuovi.

E tuttavia, nonostante questi esempi positivi (attenzione: ho citato solo quelli più significativi) ci sono alcune persone che pensano di essere loro la legge e di poter fare quel che a loro pare. Come hanno sempre fatto da anni.

Un paio di mesi fa, il 22 febbraio, il Comune ha avuto la notifica di un verbale della Guardia di Finanza nel quale si chiedeva di assumere i provvedimenti conseguenti a norma di legge. Il verbale riguardava una attività alberghiera alla Montagnella di Le Forna che veniva esercitata senza le previste autorizzazioni e in totale evasione fiscale. Subito è scattato il provvedimento sindacale di cessazione delle attività. Un atto dovuto e doveroso.

Abusi edilizi, invece, quest’anno non se ne sono visti molti e chi ci ha provato è stato pizzicato. Ma quello che più colpisce è che fra questi c’è un noto geometra che spesso scrive cose sagge o pontifica a sproposito anche su Ponza racconta, e che è stato beccato a casa sua, in via Dragonara, a trasformare voliere in appartamenti. 
Come disse Mike Buongiorno: “Ahi ahi, signora Longari… lei mi è caduta sull’uccello”.

 

5)   –  Altri provvedimenti per la legalità.

Il Comune doveva comunque essere il primo a dare il buon esempio. E non solo con i provvedimenti repressivi.

E così, da un anno a questa parte, sono state fatte gare o inviti a cinque ditte per ogni spesa pubblica promossa dal Comune. Anche per piccole somme di duemila euro. Magari si è perso più tempo, ma si è guadagnato in legalità.

L’Albo Pretorio è on-line dal settembre del 2012 (avrebbe dovuto esserlo dal gennaio del 2011). Da un paio di mesi ogni fattura pagata è on-line. Presto lo saranno anche i redditi degli amministratori e dei dipendenti. Insomma, quello che prima era tutto o quasi al buio, adesso è alla luce del sole.

Per il ritorno alla legalità sono stati poi buttati nel cestino regolamenti che hanno fatto da mamma agli abusi del passato. Mi riferisco al PUA, al POUC, al regolamento demaniale, che andranno riscritti (ne parlerò nella prossima puntata).

Altri provvedimenti sono stato abrogati, riscritti e alcuni già approvati, dalle insegne alla TOSAP, dai ruoli TARSU per i pontili al decoro urbano.

Altri arriveranno presto, come la toponomastica.

O le demolizioni di manufatti abusivi o il loro incameramento nel patrimonio comunale. Molti di questi provvedimenti potevano e dovevano essere fatti da anni.

Altri provvedimenti saranno migliorati sulla base dell’esperienza, come l’ordinanza sul traffico non solo estivo, quella sulle pulizie dei canali e delle strade, quella sui cani al guinzaglio.

E ora che la Polizia Locale ha finalmente rottamato le sue due auto che giacevano abbandonate in via Roma, adesso si procederà contro i proprietari di auto e natanti abbandonati lungo le strade o in bella vista in proprietà private, applicando la legge e anche per evitare che la Polizia Provinciale commini multe molto care al Comune.

Fra qualche giorno vedrete sul sito del Comune la delibera di Giunta per costituire l’elenco degli architetti-ingegneri-geometri-geologi che aspirano ad avere incarichi dal Comune, che poi sceglierà caso per caso e in base alle loro specifiche competenze.

Analogo elenco sarà fatto per gli avvocati amministrativi-penali-civili che aspirano ad avere incarichi dal Comune, che poi sceglierà a rotazione e in base alle loro specifiche competenze.

E come effetto collaterale, il Comune denuncerà all’Ordine degli Avvocati di Latina l’anomalia e la confusione etica di avvocati che sono, contemporaneamente, difensori del Comune in alcune cause e difensori di cause contro il Comune. E’ un andazzo che deve cessare e agli avvocati in questione saranno tolti gli incarichi che il Comune aveva loro affidato.

 ***

Queste le cose essenziali su un capitolo, il “ben tornata legalità”, che insieme al risanamento del bilancio comunale sono stati un impegno prioritario della nuova Amministrazione.

Anche in questo caso, in un solo anno, è stato fatto un buon lavoro.

 

[Un anno dopo. (2) – Continua]

19 Comments

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  1. Leonardo Pietroniro

    8 Maggio 2013 at 11:48

    SCEGLIERE UN SINDACO FORESTIERO????
    E FARLO VINCERE PER POCHI VOTI …. E’ STATA UNA VERA CATASTROFE PER NOI PONZESI!!!!!!
    IL SINDACO CONTINUA AD ESERCITARE IL SUA “CARICA” SULLA PELLE DEGLI ALTRI!!!!!!, E A NOI CITTADINI NON RESTANO CHE I TRIBUNALI PER FAR RISPETTARE I NOSTRI DIRITTI E CONTROBATTERE GLI ABUSI CHE COMMETTE TUTTI I GIORNI.
    “LA PESCHIERA DEL FRONTONE” (associazione “solo a vela”) CONTRO LA REITERAZIONE DELL’ORDINANZA DI CHIUSURA N.93 DEL 28/8/2012 HA PRESENTATO RICORSO E OTTENUTO LA SOSPENSIVA DEL T.A.R. ;
    IL TITOLARE DELLA “FENICIA” HA VINTO UNA CAUSA IN TRIBUNALE NEI CONFRONTI DEL COMUNE, NONOSTANTE L’ANNO SCORSO IL SINDACO SI E’ DIVERTITO A BEFFEGGIARLO PUBBLICANDO COSE MOLTO PERSONALI SUL SITO DEL COMUNE (DOVE SOLO LUI PUO’ SCRIVERE ).
    “LA KAMBUSA HA PRESENTATO RICORSO AL T.A.R. PER OTTENERE LA SOSPENSIVA CONTRO I PROVVEDIMENTI REPRESSIVI INGIUSTIFICATI!!!!!!
    “IL GEOMETRA”????’ GUERRE PERSONALI… DI CHI?? UFFICIO TECNICO O SINDACO????
    POTREI CONTINUARE ALL’INFINITO… E DIMOSTRARE ANCORA UNA VOLTA CHE IL LAVORO SVOLTO DOPO UN ANNO DAL SINDACO E’ STATO SOLO QUELLO DI REPRESSIONE E RITORSIONI PERSONALI, MENTRE PER QUANTO RIGUARDA IL SOCIALE E LO SVILUPPO DELL’ISOLA SIAMO RITORNATI INDIETRO DI CINQUANT’ ANNI E PIU’

    AUTORIZZATO DAL SIG. TURCO MAURO PUBBLICO QUI DI SOTTO UNA DIFFIDA INDIRIZZATA AL SINDACO E ALTRI ENTI, A PROVA CHE LO SPORTIG FRONTONE E’ PROVVISTO DELLE AUTORIZZAZIONI PER ESERCITARE COSI’ COME SANCITO DAL T.A.R. E DAL CONSIGLIO DI STATO:

    Al Signor Sindaco
    Comune di PONZA
    Sig. Pier Lombardo Vigorelli

    e p.c A S.E. il Prefetto di
    LATINA

    e p. c. Al Signor Comandante la
    Stazione dei Carabinieri di
    PONZA

    e p. c. Al Signor Comandante
    la Brigata della Guardia di Finanza
    PONZA

    e p.c. Al Signor Comandante di
    Circomare Ponza

    e p.c. Al Comandante della
    Polizia Municipale di PONZA
    Lo scrivente Mauro Turco, quale titolare dell’attività imprenditoriale svolta nel Frontone Village, in riferimento al divieto di prosecuzione dell’attività per l’anno 2013 (all.1) espone:
    Il predetto provvedimento risulta essere, nella sostanza ripetitivo di provvedimenti precedenti, altrettanti afflittivi per l’attività dello scrivente, ma la cui efficacia è stata sospesa dal Consiglio di Stato con Ordinanza n. 03138/2012 del 31/07/2012 (all. 2).
    Dovendosi quindi escludere che lo stesso possa essere la mera reiterazione di quanto già valutato dal Giudice Amministrativo, poiché concreterebbe una disapplicazione del provvedimento giurisdizionale, normativamente sanzionata, saranno considerati solo gli elementi di distinguo da quanto in precedenza già contestato dall’Ente Pubblico e valutato dalla Giustizia Amministrativa.
    In data 22/08/2012 il Comune di Ponza disponeva la chiusura dello stabilimento balneare con Ordinanza n. 83 (all.3).
    Avverso tale provvedimento lo scrivente presentava ricorso al T.A.R. del Lazio – sez. Latina, che in accoglimento ne disponeva l’annullamento (vedesi Ord. n.00365/2012 dell’08/11/2012 ). (all.4).
    Tali gravi ed insanabili anomalie, oltre che connotare un comportamento omissivo ed illegittimo della P.A., sono a nostro avviso di per sé idonei a giustificare la richiesta di revoca immediata del provvedimento e di essere posti nella condizione di poter esprimere le nostre ragioni e considerazioni anche attraverso memorie controdeduttive nel corso dell’istruttoria che, si auspica, la S.V. intenderà avviare per un sereno ed articolato confronto su tutte le questioni giuridiche ed i presupposti di fatto che devono essere presi in considerazione in relazione al concreto stato dei luoghi e alle effettive attività in atto sui luoghi in oggetto.
    Al contempo non si può non evidenziare, con vivo apprezzamento, l’attenzione prestata dalla P.A., Comune di Ponza, e Sua personale – nella qualità – nei confronti dell’attività dello scrivente, che è stata oggetto oltre che di svariati articoli propagandistici negativi sui mass media nazionali e locali, anche di numerosi ordini di servizio per i Vigili Urbani, affinché procedessero al controllo.
    Dovendosi escludere nei confronti dello scrivente il ripetersi di una condizione già vissuta, v’è da ritenere che anche tutte le altre attività imprenditoriali, presenti sull’isola, abbiano ricevuto lo stesso trattamento e la stessa attenzione.
    Le violazioni di legge sono già evidenti, ma lo scrivente da sempre è teso al colloquio ed alla risoluzione dei problemi, e non muta il suo atteggiamento nel doveroso rispetto del posto di lavoro per 25 dipendenti in un momento di palese contingenza economica per l’Europa, per l’Italia e per Ponza in particolare.
    Le iniziative svolte in precedenza, a far data dal provvedimento del Consiglio di Stato, ben noto a cd. Amministrazione, che ha consentito la riapertura dell’attività, le stesse si sono svolte nel rispetto delle leggi e dei regolamenti.
    Per quanto attiene all’agibilità dei locali si evidenzia che il provvedimento del Consiglio di Stato n. 00801/2013 del 22/01/2013 (all. 5) verte proprio su tale tematica., peraltro, la struttura in oggetto è completamente all’aperto, non essendovi alcun contrasto di quanto realizzato con lo strumento urbanistico (la zona è a destinazione turistico ricettiva).
    Inoltre l’area su cui insiste la struttura del Frontone Village è completamente disabitata, e lontana dal centro urbano, onde, unica nel suo genere, alcun nocumento può essere arrecato alla tranquillità della collettività.
    Per quanto attiene agli scarichi dei servizi igienici che lo stabilimento balneare offre agli utenti, gli stessi sono rimasti quelli del 2000, periodicamente ripuliti e oggetto di manutenzione come risulta dalle bolle e fatture di smaltimento liquami da ditte specializzate (all. 6), così sistemati con parere favorevole dell’A.S.L. di Latina prot 82/97/07 DP 1/8/2000 (art 221 RD 1265 /1934) e 3/4/97 N° 1005), ma anche tale circostanza dovrebbe essere ben nota a V.S. per documentazione in possesso del Comune.
    Si chiede, pertanto, che la S.V. revochi, con effetto immediato, il citato provvedimento di diniego di prosecuzione dell’attività che appare gravato da numerose inesattezze e arreca alla scrivente ditta gravi ed irreparabili danni economici e di immagine, e si rimane disponibili ed interessati alla partecipazione al procedimento amministrativo seriamente teso alla risoluzione dei problemi.
    Ponza, 26/04/2013 Con osservanza Mauro Turco

    BENTORNATA LEGALITA’…!!!!!! QUALE??? QUELLA DEL SINDACO…!!!!????

  2. La Redazione

    9 Maggio 2013 at 05:04

    Un commento a questo articolo a firma leiby, è stato momentaneamente sospeso in quanto anonimo.
    Invitiamo l’Autore a rendere manifesta la sua identità per poterlo reintegrare nel sito.
    La Redazione

  3. Michele Rispoli

    10 Maggio 2013 at 09:51

    Debbo ringraziare un assiduo lettore di Ponza racconta che mi ha informato delle bugie scritte dal sindaco Vigorelli in merito agli appartamenti di via Dragonara, voliere e piselli.
    Chiedo scusa alla Redazione di Ponza racconta se con molto ritardo rispondo alle fesserie scritte dal Sindaco sul mio conto. Di solito non leggo gli annunci “elettorali” del Sindaco, troppo lunghi e noiosi.
    Michele Rispoli non ha commesso alcuno abuso edilizio, né ha trasformato voliere in appartamenti, difficilmente ‘cado sul pisello’.
    Prima di scrivere sciocchezze – suggerite da chi? …sicuramente non è un mio amico, anzi… – sarebbe opportuno che si documentasse.
    Basta leggere le note aggiunte al verbale di sequestro per capire che non si tratta né di abusivismo né di cambio di destinazione. Trattasi di persecuzione per non rilasciare il richiesto permesso, omettendo gravi omissioni.
    Quale persona informata dei fatti, dico che era voliera pollaio ed è rimasta voliera pollaio, deposito.
    Buon fine settimana sig. Sindaco!

  4. La Redazione

    11 Maggio 2013 at 11:08

    In risposta all’affermazione di Michele Rispoli di aver mai compiuto gli illeciti che gli sono stati attribuiti nell’articolo del Sindaco, quest’ultimo invia il seguente messaggio con allegate due fotografie (che non pubblichiamo).
    La Redazione

    “Rispostina al geom. Rispoli in: “Un anno dopo (2) – Ben tornata legalità”
    Le bugie hanno le gambe corte e quindi vi prego di pubblicare due fotografie.
    La prima documenta com’era la voliera nella proprietà del geometra Michele Rispoli.
    La seconda documenta come la voliera si sia trasformata in un manufatto in cemento armato, con porte e finestre. Questa è la visione miracolosa che hanno avuto l’UTC e la Polizia Locale il 26 aprile 2013 alle ore 12.
    Null’altro da aggiungere.
    Piero Vigorelli

  5. Michele Rispoli

    11 Maggio 2013 at 16:32

    Legalità ritrovata: a chiacchiere!
    A Ponza confondiamo fare il proprio dovere con la legalità.
    Firmare un’ordinanza di qualsiasi genere, un’ingiunzione, un ordine di demolizione, un diniego o una autorizzazione, non è legalità ma è fare il proprio dovere.
    Per me la legalità è rispettare le regole, rispettare le norme di PRG, ritenere i cittadini tutti di serie “A”, e così via.
    Purtroppo questo non accade ancora. Sicuramente accadrà fra qualche settimana. Allora sì che avremo aria fresca.

    Non rispettare le norme che regolano il centro storico è illegalità.
    Trattare i cittadini colpiti dalla disgrazia del PAI, nella stessa zona rossa, in modo diverso, è illegalità.
    Prolungare il servizio di un anno, con forte danno all’erario, è illegalità.
    Non rispettare le sentenze, spendendo soldi dei contribuenti, e non recuperarli, è illegalità.
    I ricorsi al TAR, vittoriosi, dei cittadini contro l’Amministrazione sono conseguenza di illegalità.
    Potrei continuare all’infinito.
    Dobbiamo avere ancora qualche settimana di pazienza e poi veramente tornerà la legalità a Ponza, e non per merito o demerito di qualcuno ma per volontà “divina” o per volontà giudiziaria.
    “Gesù Cristo non paga solo di sabato”.

  6. Maria Leiby

    12 Maggio 2013 at 21:20

    Reintegriamo l’articolo ricevuto in data 8/5, sospeso in via cautelativa in attesa di identificativo della scrivente
    La Redazione

    Caro Sindaco
    anche se persona al fuori delle situazioni riportate nel Suo articolo, mi sento in dovere di commentare e precisare alcune evidenti “pregiudizi” frutto (purtroppo) della Vostra non conoscenza delle norme, almeno per quanto riguarda il demanio marittimo.
    Realizzare una struttura sul demanio marittimo, in conformità con un Piano Regolatore, non solo è un diritto ma anche un obbligo dettato dal Codice della Navigazione.
    Infatti un’area viene sottratta al pubblico uso diretto della collettività affinché, chi ne ottenga l’uso, tramite apposita Licenza di Concessione, possa realizzare delle opere finalizzate ad offrire servizi comunque destinati a soddisfare un interesse pubblico.
    Al riguardo è preferito chi intende realizzare opere amovibili.
    Quindi le opere sono amovibili sin dall’origine della Licenza di Concessione.
    Al riguardo infatti è necessario acquisire il parere tecnico dell’Ente preposto, il Genio Civile fino della delega di funzione agli EE.LL..
    Naturalmente lo stesso Ente è preposto anche alla vigilanza sulla corretta realizzazione delle opere, in conformità con la documentazione tecnica approvata.
    Una diversa tipologia di opera, la difficile rimozione, è infatti disciplinata con un diverso Atto amministrativo quale un Atto Formale e/o Licenza Pluriennale.
    In questi casi, le opere di difficile rimozione, di norma, ossia qualora conveniente per lo Stato, vengono incamerate.
    Diversamente vengono demolite e l’area ritorna al pubblico uso diretto della collettività.
    Il chiarimento si rende necessario in relazione a quanto da Lei dichiarato circa la struttura denominata “La Scogliera”.
    Quando Lei dice che una struttura rischia l’incameramento, dice una cosa assolutamente fuori luogo giacché, trattandosi di opere mantenute in forza di una Licenza di Concessione, le stesse non possono che essere facile rimozione, salvo che non siano state realizzate secondo quanto autorizzato o che sia una Licenza la cui origine è un Atto Formale o Pluriennale scaduto.
    Tale procedimento si attua peraltro solo ed esclusivamente nella circostanza che l’area è destinata a tornare alla pubblica utilità e non, come nel caso, in presenza di una licenza perfettamente vigente ovvero prorogata o da prorogare in forza di Legge.
    Altro errore è dire che le opere fisse non sono da ritenere amovibili.
    Ma si immagina realizzare una struttura con la Vostra concezione di amovibilità?
    Quale sicurezza può dare a chi le utilizza o la frequenta ?
    Chi mai potrà dare l’agibilità per strutture destinate ad accogliere utenti senza la minima sicurezza circa la stabilità delle strutture.
    Amovibile, secondo quando dichiarato in più occasioni dal Consiglio Superiore dei LL. PP., significa che le opere si possono smontare ed eventualmente ricostruite in altro luogo.
    In Giappone, come anche negli Stati Uniti (California), nazioni ritenute all’avanguardia per quanto riguarda l’edilizia, tutti gli ultimi edifici vengono realizzati con queste le specifiche caratteristiche.
    Le Vostre esternazioni al riguardo sono assolutamente fuori luogo, terrorismo psicologico.
    Lei ritiene anche che se le opere sono fisse sono “quindi illegali e abusive”.
    Ancora un’affermazione fuori luogo, perché un’opera è abusiva qualora realizzata senza un titolo o difforme dallo stesso.
    Lei ritiene, senza alcuna minima ragione, che le opere sono abusive per la sola loro presunta inamovibilità, dimostrando una assoluta non conoscenza delle norme.
    Anche Lei cede, ahimè, nel pessimo vizio della politica di invadere il campo che appartiene ad altri.

    Con simpatia
    Maria Leiby (turista)

  7. Piero Vigorelli

    13 Maggio 2013 at 17:34

    Rispostina alla Sig.ra Maria Leiby [Un anno dopo.(2)]
    Gentile Signora,
    ma le pare che i titolari del ristorante abbiano smantellato la struttura per un nuovo sacrificio di Origene?
    Comprendo che lei non conosce le carte della vicenda, ma allora sarebbe stato meglio evitare il commento.
    Con simpatia,
    Piero Vigorelli

    • leiby

      14 Maggio 2013 at 10:38

      Caro Sindaco
      Lungi da me instaurare qualsiasi polemica con Lei o con l’Amministrazione comunale, volevo solo farLe presente che non c’è nessuna necessità di conoscere il carteggio del fascicolo perchè i procedimenti di cui trattasi sono evidentemente dettati da norme speciali di cui al Codice della Navigazione e dal relativo Regolamento di Attuazione nonchè dai pareri resi dal 1976 ad oggi dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, da ultimo nell’anno 2011.
      La facile o difficile rimovibilità delle strutture risponde a criteri che nulla hanno a che vedere con il supporto su cui le stesse sono appoggiate (basamento – soletta e/o palificazioni) ma solo sulla facile rimovibilità delle stesse e dei materiali impiegati, di cui ai citati pareri del Consiglio Superiore dei LL.PP.
      Leiby Maria

  8. Silverio Lamonica1

    14 Maggio 2013 at 18:01

    A proposito di una demolizione spontanea di un manufatto, il sindaco Vigorelli ha evocato “il sacrificio di Origene”
    …Origene “…chi era costui?”.
    Origene, il cui nome significa “figlio dell’oro”, nacque ad Alessandria d’Egitto intorno al 185 d.C. da genitori convertiti al Cristianesimo, quindi fu battezzato in tenera età.
    Approfondì fin da giovane lo studio delle Sacre Scritture e fondò ad Alessandria una scuola di filosofia per introdurre i giovani allo studio dei Sacri Testi.
    Poiché la scuola era frequentata anche da donne e per “non cadere in tentazione” con conseguenti e inevitabili “gossip”, il nostro personaggio diede un taglio netto “ai suoi attributi maschili”.
    A tale sacrificio fu spinto soprattutto da una interpretazione troppo radicale del Vangelo secondo Matteo (XIX) il quale, dopo aver riportato le parole di Nostro Signore che non si può ripudiare la propria moglie se non in caso di “fornicazione” (oggi usiamo dire corna), termina con il versetto 12: “Perché vi sono eunuchi nati dal seno della madre; vi sono eunuchi che furono fatti tali dagli uomini, e ve ne sono di quelli che si sono fatti da sé, in vista del Regno dei Cieli.Chi può comprendere comprenda”.
    Tale menomazione, se da un lato gli aprì forse le porte del “Regno dei Cieli”, dall’altro gli chiuse per sempre le porte della sospirata “carriera ecclesiastica”; infatti, ordinato sacerdote dai suoi amici vescovi Teoctisto ed Elia, fu privato di tale rango dal Patriarca di Alessandria Demetrio e tale provvedimento fu approvato anche dal Vescovo di Roma, perché in quell’epoca non era consentito agli eunuchi di diventare “ministri di Dio”.
    Origene morì martirizzato intorno al 253 d.C. (Cfr. Alberto Pincherle – Origene – in “Enciclopedia Italiana “Treccani” vol. XXV pagg. 552 – 555)
    In sostanza, per far dispetto ai piaceri della carne il nostro Origene si privò di un bene essenziale, donatogli, tra l’altro, da Nostro Signore e il fatto, almeno nella vita terrena, gli si ritorse contro.
    Mai prendere una decisione importante per far dispetto a qualcosa oppure a qualcuno; “Chi può comprendere, comprenda”.

  9. Vito Favata

    19 Maggio 2013 at 12:13

    Vigorelli: un sindaco educato.
    Gli articoli di stampa che il sindaco Vigorelli detta ai vari giornali sono veramente offensivi nei confronti dei cittadini di Ponza, vedi articolo sul quotidiano “La Provincia” del 12.05.2013, dove il sindaco chiama ‘cafoni’ i cittadini che buttano rifiuti ingombranti come: frigo, lavatrici, materassi, ecc..
    Come cittadino ponzese mi sento offeso dal linguaggio adottato dal nostro sindaco che dà del cafone a cittadini che non lo sono per niente.
    Innanzi tutto i cittadini di Ponza non si riconoscono nel linguaggio adottato dal Sindaco e non è difficile essere solidale con quei cittadini che sono costretti ad abbandonare i rifiuti a cui si riferisce il nostro caro sindaco in quanto, non avendo a disposizione un’area adibita allo stoccaggio dei rifiuti ingombranti, sono costretti a portarli a monte Pagliaro, o abbandonarli al di fuori della discarica sottoposta a sequestro dalla Magistratura e depositarli lungo la strada provinciale a rischio per la circolazione stradale o in qualsiasi posto dell’isola.
    Visto che il sindaco è da un anno che si fa scudo della legalità ma costringe la gente, suo malgrado, ad essere illegale, per la mancanza di disposizioni nel depositare i rifiuti ingombranti, chiedo: come mai ad un anno dal suo insediamento a sindaco non è stato in grado di mettere a disposizione dei cittadini un’area per depositare detti rifiuti? Come mai ad un anno dal suo insediamento non è stato in grado di adoperarsi per il dissequestro della discarica sequestrata? Perché ha consentito di trasportare i rifiuti ingombranti in un sito di fronte la discarica sequestrata e inquinare un altro luogo ancora?

    Ma c’è dell’altro. Proprio il 16.05.2013, mentre ero seduto in piazza Pisacane con alcuni amici a prendere un aperitivo, il sindaco – che si reputa una persona perbene – mi ha apostrofato rinfacciandomi di aver scritto cose contro di lui su Facebook.
    Al mio circostanziato chiarimento, è scattata la sua ira e mi ha aggredito verbalmente, in modo molto pesante, tanto che ho dovuto difendermi rispondendogli per le rime.
    Ed è noto che in dibattiti pubblici il sindaco si difende offendendo le persone e addirittura insolentendo delle signore perbene.
    Vorrei sapere, allora, caro sindaco… dov’è la sua educazione?
    Vito Favata

  10. Piero Vigorelli

    19 Maggio 2013 at 20:29

    Verba volant, scripta manent (rispostina a Vito Favata)

    Aspettavo con ansia di veder pubblicato su “Ponza racconta” un raccontino vittimistico di Vito Favata, al quale ho rivolto in pubblico (verba volant) giudizi pesanti che confermo, in risposta a un suo scritto offensivo e diffamatorio (scripta manent).

    E’ noto che domenica 12 maggio la Messa a Le Forna è stata trasmessa in diretta tivù da Retequattro. E’ meno noto che la richiesta di organizzare questo evento sia stata rivolta al Sindaco a fine 2012 da Maddalena, infaticabile e bravissima direttrice del coro.
    Era un’idea bellissima e il Sindaco, che proprio su Retequattro ha realizzato la trasmissione “Miracoli” con il racconto degli eventi prodigiosi riconosciuti dalla nostra Chiesa cattolica, non ha speso molta fatica per far realizzare la diretta televisiva della Messa.

    Padre Salvatore è stato impeccabile, i chierichetti attenti e precisi, il coro avrebbe meritato applausi che durante la Messa non si possono fare, la gente ha seguito la Celebrazione con grande partecipazione.

    Prima della Messa è stato mandato in onda un filmato su Ponza e le sue bellezze che ha provocato, mi hanno detto alcune agenzie turistiche dell’isola, un bel numero di “contatti” di persone che non conoscevano Ponza e che volevano informazioni per un loro soggiorno estivo.

    Quella stessa domenica 12 maggio, alle ore 18,41 su Facebook, il sullodato Vito Favata ha invece scritto il seguente commento al vetriolo:
    “Non so se è vero ma alcuni fedeli che vanno assiduamente in chiesa sono stati messe alla porta se è vero non è giusto magari si è fatto spazio a persone che a messa non vanno mai compreso il primo cittadino”.

    Ma vi rendete conto a quale basso livello è sceso questo signore?
    Il suo inizio (“Non so se è vero…”) già depone malissimo perché da ex Guardia di Finanza prima di denunciare avrebbe dovuto accertare i fatti. Spero che non abbia fatto così il suo mestiere.
    Quanto alla lingua italiana, urgono corsi serali di ripetizione.
    Poi afferma che alcuni fedeli siano stati messi alla porta, quando il Vigile Gargano può dirgli di essere stato sollecitato dal Sindaco a far entrare la gente in Chiesa entro cinque minuti prima della diretta televisiva.
    Ma la cosa più schifosa è che Vito Favata afferma che la gente sarebbe rimasta esclusa perché “magari si è fatto spazio a persone che a messa non vanno mai, compreso il primo cittadino”.

    E lui che titoli ha per fare queste insinuazioni di bassa lega? Che prove ha per sostenere la sua tesi? Chi si crede di essere? Il difensore del Santo Graal? Quelli erano uomini veri, non quaquaraquà.
    Cosa ne sa delle abitudini domenicali del Sindaco, che di norma passa il weekend a Roma? Come si permette di dire cose del genere, di fare accuse del genere, di affermare che sono stati esclusi dei fedeli per far posto al Sindaco?

    Qualcuno dirà: e vabbuò Sindaco, gli è scappata, era una battutina su Facebook come se ne fanno tante.
    E no. Perché la cosa è andata avanti due giorni. Quel Vito Favata ha rincarato la dose. Ha accusato Alex il tassista di andare a messa “solo per accompagnare il suo sindaco”. A Maria Angela che da buona fedele smentiva Vito sulle esclusioni e lo invitava alla Messa l’indomani, il Favata ha risposto con fierezza di invitare al suo posto chi va a messa solo quando c’è la tivù. Cioè il sindaco.

    Ecco perché, la sera del 16 maggio, quando ho incontrato Vito Favata che era davanti a una bottiglia di prosecco in compagnia degli ex sindaci, si è meritato quello che gli ho detto in faccia, mentre lui parla nascondendosi nei social network.
    Alla scena ha assistito Vincenzo Ambrosino e la sua famiglia, con i quali abbiamo condiviso una birretta.

    Quanto al resto del suo scritto, a proposito di discariche sequestrate e di rifiuti ingombranti sul Monte Pagliaro, quelle domande poteva agevolmente rivolgerle agli ex sindaci per quasi vent’anni con i quali brindava, che sicuramente ne sanno di più dell’attuale Sindaco.

  11. polina ambrosino

    20 Maggio 2013 at 16:16

    Non so se Ponza Racconta abbia avuto, al suo nascere, l’idea di diventare la piazza Pisacane virtuale. Stando lontana, è questa la sensazione che provo aprendo questo sito. E’ giusto? E’ sbagliato? Ponza racconta come pubblica piazza in cui c’è chi sta da una parte e chi dall’altra e lo dimostra, e chi non sta da nessuna parte e osserva, attentamente. E’ vero che, ormai, internet è un mezzo utile a ogni fine: comprare, vendere, esporre. Soprattutto, però, da quando esistono i social network, l’uso principale che si fa di internet è il discutere, su tutto, sempre. Il voler puntualizzare anche cose insignificanti, il cercare a tutti i costi un motivo per mettere in cattiva luce il “nemico”.
    Una volta si diceva “mettere in piazza”, oggi si mette su internet. Evoluzione dei tempi e della comunicazione. Va tutto bene, è come leggere un giornale di paese on line.
    Ma la cosa su cui riflettevo è: tutto questo serve? Serve a dissipare i dubbi o a far vedere come “mostrano i muscoli” i contendenti? Servirebbe se riuscisse a mettere pace, ma ho l’impressione che la pace non sia lo scopo primario di chi si espone. In questo caso si è palesato lo scontro fra il sindaco ed alcuni cittadini in chiara opposizione, ma anche in altri casi ci sono stati scontri. Sarà anche vero che nella vita non si può andare d’accordo con tutti, ma è sicuramente vero che dalle polemiche, dagli scontri, dal pregiudizio reciproco, non è mai venuto niente di buono.

  12. Vito Favata

    20 Maggio 2013 at 16:30

    Vito Favata: secondo atto. Le parole che escono dalla bocca offendono, mentre lo scritto si può sempre aggiustare (Risposta all’omelia Vigorelli)

    Caro Sindaco, lei aspettava con ansia il mio scritto su Ponza racconta e come ha visto, puntualmente è arrivato.
    Mentre la sua è una difesa, il mio non è un raccontino vittimistico, lei si poteva prendere una bella denuncia per le parole che sono uscite da quella bocca abituata ad offendere.
    Sicuramente le persone che hanno assistito allo show del 16.05.2012 si saranno fatta un’opinione della sua personalità, compreso l’amico Vincenzo Ambrosino e famiglia, rimasti attoniti per le sue affermazioni nei miei confronti. Aggiungo che tutte le persone che hanno saputo dell’accaduto si sono complimentate con me per la pessima figura che lei ha fatto.
    Lei è un gran maestro nello scrivere perché è il suo lavoro. Io sono stato un finanziere e mi vanto di aver svolto il mio operato egregiamente, mentre non so come lavora lei.
    Leggendo gli articoli che lei fa pubblicare sui quotidiani, mi sono fatto un’opinione per le parole offensive che rivolge verso i suoi cittadini, che l’abbiano votato e non.
    Lei, prima di giudicare le persone, si dovrebbe documentare, lei non sa come operavo io quando lavoravo nella Guardia di Finanza, se vuole può verificarlo nella sede della Brigata della G. di F. di Ponza.
    Riguardo il mio italiano, penso che nel mio piccolo me la cavo, certo non posso essere un mostro sacro come è lei. Mi diceva un collega più anziano di servizio: fa più male uno scritto fatto da un Appuntato che uno scritto fatto da un Sottufficiale.
    Forse lei non ha capito che il sottoscritto non ha criticato l’evento religioso o la diretta televisiva. La trasmissione è stata impeccabile e tutto è riuscito perfettamente, la mia critica è stata fatta perché, vedendo la TV, ho notato che in chiesa vi erano pochi fedeli abituali e tra i banchi mancavano le Autorità militari per un evento così raro. Penso che si dovevano invitare tutte le autorità del posto ma notavo invece che vi erano fedeli che in chiesa vanno solo per eventi particolari, tipo la festa patronale o la processione di S. Giuseppe, compreso lei e l’Alex Balzano, e addirittura, per farsi notare in chiesa, il fratello di quest’ultimo ha chiuso il negozietto che ha nei dintorni della chiesa ed è corso subito.
    Neanche a dirlo, proprio domenica 12 Maggio, Sua Santità Papa Francesco nell’omelia ha detto “NO AI CATTOLICI DA SALOTTO”. Ma lei lo sa che ho preceduto il Papa?
    Quando dice che prima di denunciare dovevo accertarmi dei fatti è vero, difatti ho detto solo la verità, è lei che la sera del 16 è stato informato male. La sua esclamazione nei miei confronti è stata: “Hai finito di scrivere stronzate su Facebook” e mi ha riferito che io avevo detto: “il Sindaco ha messo la gente fuori la porta”. Carissimo Sindaco mi sa che anche lei è caduto nella mia stessa trappola, io non ho scritto le parole che le hanno riferito. Sicuramente io sarò sceso ad un basso livello ma lei mi ha superato alla grande.
    Sicuramente non conosco le abitudini domenicali del Sindaco quando va a trascorrere i weekend a Roma, ma da quando frequenta l’isola di Ponza, la domenica non l’ho mai visto in chiesa di cui sono un assiduo frequentatore, ma spesso l’ho visto in barca per mare, visto che il mio servizio si svolgeva al Comando di una motovedetta della G. di F..
    Adesso ci pavoneggeremo sicuramente per la festa del 20 Giugno in onore del Santo Patrono.
    Non mi sento affatto il difensore di Santo Graal, non lo conosco, tanto meno mi sento un quaquaraquà, queste affermazioni le rimando al mittente. E stia tranquillo che nessuno ha detto “gli è scappata”, o “era una battuta su Facebook come se ne fanno tante”, ma le persone che hanno saputo come sono andate le cose, hanno apprezzato le affermazioni che ho avuto nei suoi confronti.
    Non dite che ho rincarato la dose, fra me e il suo Alex Balzano c’è stato solo uno scambio di opinioni infatti, se ha letto bene lo scritto su Facebook, l’Alex scherzosamente scriveva: “hai visto come siamo venuti bene?” ed io rispondevo “peccato che vi hanno inquadrato solo di dietro”. Quindi in un certo senso c’è stato un dialogo scherzoso, siccome lei ha la coda di paglia. ha voluto fare questa sceneggiata che si ritorce contro se stesso e facendo una pessima figura.
    Quella sera il brindisi è stato distensivo sicuramente, purtroppo è stato rovinato dalla sua presenza inopportuna.
    Riguardo Monte Pagliaro, la sua modalità difensiva è quella di screditare sempre chi lo ha preceduto; forse ha la memoria corta, si ricordi che l’ex Sindaco Ferraiuolo non ha niente a che vedere con la discarica di Monte Pagliaro perché è da trent’anni che non Amministra più, ai suoi tempi era funzionante l’inceneritore, mentre per l’ex Sindaco Balzano non ho niente da ribadire, ognuno risponde del suo operato. Oggi è lei, con la sua Amministrazione, che si deve giocare questa palla.
    Tornando al mio Italiano, se mi vuole impartire qualche lezione serale sono a sua disposizione, io ricambio facendole una lezione di etica.

    Mi auguro che questa storia finisca qui e che il Sindaco si interessi di risolvere i problemi reali dell’isola che ne ha tanto bisogno.
    Vito Favata

  13. Piero Vigorelli

    20 Maggio 2013 at 20:31

    Ultima rispostina a Vito Favata
    Complimenti Vito, ha migliorato il suo italiano d’un colpo o si è fatto aiutare da qualcuno?
    In ogni caso vedo tuttavia che non ha migliorato la sua spocchia. Si rende conto di quello che ha scritto stavolta?
    Ha scritto, rivolto a me: “Lei lo sa che ho preceduto il Papa?”
    Vito Favata anticipatore del Papa! Addio dogma dell’infallibilità, perché c’è Vito Favata che precede il Santo Padre!
    Il suo è un deliriodi onnipotenza, mi creda. Magari la prossima volta dirà che ha sentito delle voci dentro e che lo Spirito Santo le ha suggerito le parole.
    Si calmi un attimo, per favore. Pensi alla sua salute e non al Sindaco che, con questa rispostina, chiude il dialogo pubblico con lei come ha già fatto con Leonardo Pietroniro.
    Il Lete, il fiume dell’oblio, vi sta portando lontano…
    Piero Vigorelli

  14. Leonardo Pietroniro

    21 Maggio 2013 at 10:12

    Nei suoi prossimi quattro anni di mandato (se non termina prima), il sindaco chiuderà il suo dialogo pubblico sicuramente con il 90 % dei ponzesi, tanto: “a lava’ ‘a cap’ ‘u ciuccie, se perde acqua e sapone”.
    Comunque, io continuerò a scrivere, nella speranza che in un futuro prossimo il rapporto con i cittadini possa migliorare.

  15. Vito Favata

    21 Maggio 2013 at 13:55

    Contro rispostina finale a Vigorelli
    La ringrazio per i complimenti per il miglioramento del mio italiano, lei è stato un profeta ad intuire che è frutto della mano Divina di Sua Santità il Papa.
    Per quanto riguarda la mia spocchia, non riesco a trattenerla quando mi viene stimolata, è un difetto di natura, per il resto le faccio presente che io sono calmissimo e in perfetta salute. “Nel frattempo faccio gli scongiuri, non si sa mai”.
    Piuttosto, veda di controllare la sua di salute, perché ha una certa età. Quando mi dice di non pensare al Sindaco, le assicuro che non lo penso minimamente, ma penso alla nostra isola che sta morendo.
    Ringrazio la Redazione per l’opportunità che mi ha dato nel pubblicare i miei articoli.
    Spero che la frenesia vampirelliana del nostro Sindaco finisca qui.
    Cordialmente
    Vito Favata

  16. piccarello / Redazione

    23 Maggio 2013 at 17:55

    Tal “piccarello”, che ci dà saggi consigli su come gestire la rubrica del “Dibattito” su Ponza racconta, e pone il problema dei giovani di Ponza senza lavoro, meglio farebbe ad identificarsi con la redazione del sito – [email protected] – perché, da anonimo, non troverà visibilità né udienza su queste pagine
    La Redazione

  17. piccarello

    24 Maggio 2013 at 14:48

    Riporto qui di seguito al mio intervento quanto scritto dalla “Redazione di Ponza Racconta”:

    “Tal “piccarello”, che ci dà saggi consigli su come gestire la rubrica del “Dibattito” su Ponza racconta, e pone il problema dei giovani di Ponza senza lavoro, meglio farebbe ad identificarsi con la redazione del sito – [email protected] – perché, da anonimo, non troverà visibilità né udienza su queste pagine
    La Redazione

    Non sono stato mai anonimo e nel ‘loggarmi’ ho indicato / dovuto indicare i miei dati anagrafici.
    Cio premesso sono il Dott. Antonio Scotti nato a Ponza il 18/06/1947 e residente a Latina – di professione Dottore Commercialista.
    Sono stato docente di matematica presso la Scuola Media ” Carlo Pisacane di Ponza” nei primi anni 70.
    Possono dire qualcosa di me i Sigg.:
    Prof Franco Ferraiuolo – Dirigente scolastico emerito nonché Sindaco di Ponza in più legislatore
    Il Prof. Mario Iozzi – professore emerito di Educazione Fisica
    Il Dott. Mazzella Enzo (Nautica Enros)
    Il Sig Pacifico Giovanni (Pataccone) di cui sono stato docente.
    Il Sig. Di Lorenzo Silverio (figlio di Maurino)
    Il Sig Coppa Giosue’ (ex cancelliere) con cui siamo cugini in secondo grado.
    Il Dott. Vitiello Silverio (A.D della Società Elettrica Ponzese) di cui sono stato collega.
    Il Dott. Angelo Zecca con cui ho frequentato la scuola elementare di Santa Maria (Maestri Mazzella Silverio Giannino e Ernesto Prudente – recentemente scomparsi).
    Vi prego di credermi che l’anomimato non mi appartiene. Il pseudonimo di “piccarello” deriva dalla strada di Latina in cui ho dimorato.
    Seguendo i Vs consigli mi asterrò in futuro a dare pillole di saggezza e per maggior sicurezza di essere frainteso a visitare il sito di “Ponza racconta”
    AD MAIORA.

  18. La Redazione

    24 Maggio 2013 at 15:08

    Francamente non si capisce il livore della risposta del dott. Antonio Scotti ‘piccarello’, che ci aveva inviato una lettera di chiarimento in questi termini:

    ALLA REDAZIONE DI PONZA RACCONTA:
    Sono il Dott. Antonio Scotti Nato a Ponza il 18//06/1947 – residente a Latina di professione dottore commercialista – Mi sono regolarmente iscritto al blog di Ponza racconta in qualità di ponzese
    Non conosco da cui è formata la redazione di Ponza racconta i nominativi ma ne sto conoscendo la supponenza.
    Il pseudonimo di PICCARELLO nasce dalla strada in cui dimoravo.
    Prima di emettere sentenze informatevi.
    AD MAIORA

    …a cui dalla posta del sito avevamo pacatamente risposto:

    “Gentile Antonio Scotti,
    la Redazione di Ponza racconta non è anonima, ma dichiarata nel riquadro ‘Redazione’, in alto a destra sul frontespizio. Se le interessa, faccia la fatica di andarla a guardare.
    Lei considera ‘supponenza’ aver deciso tra le norme base del sito, al momento della sua costituzione, non accettare i contributi anonimi? Non ci pare di emettere ‘sentenze’ eliminando i commenti anonimi; e ci siamo appunto informati (da lei, che ha gentilmente risposto).

    Se vuole che il commento inviato come ‘piccarello’ sia reintegrato tra i contributi al sito, ce lo confermi: sarà pubblicato a nome ‘Antonio Scotti’.
    Anche questo scambio di civile scambio di idee può essere pubblicato come ‘Commento’, con lo stesso nome mittente.
    Ci faccia sapere. In mancanza di un suo consenso non procederemo oltre.
    Cordiali saluti
    La Redazione

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