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Notizie dal Centro di inanellamento di Ponza Le Forna. L’occhione

Occhione. Campo medio [1]

di Massimiliano Cardinale

 

La migrazione continua e con essa le attività del Centro di ricerca per la migrazione di Ponza.
Siamo ormai a oltre la metà della stagione; dopo un marzo terribile dal punto di vista meteorologico, aprile ha offerto giornate di migrazione intense, specialmente di rapaci.

Il 27 di aprile oltre 1000 tra pecchiaioli, nibbi, falchi di palude, albanelle e altri rapaci hanno solcato i cieli dell’isola di Ponza, in uno spettacolo che mancava da anni.
Per oltre due ore, il passaggio di rapaci ha oscurato i cieli dell’isola, per la gioia degli ornitologi e turisti curiosi.
Anche per le altre specie di uccelli la migrazione è stata piuttosto intensa, con picchi di oltre 600 uccelli al giorno.

La partecipazione dei ponzesi è sempre più intensa, ed è molto piacevole l’atmosfera nella piccola frazione di Le Forna.
La cordialità e simpatia di tutti rende il nostro lavoro molto più piacevole e divertente. Vi contribuiscono le grandi abbuffate di pesce al Ristorante Punta Incenso o l’ottima pizza del Maestrale.

Fino al 26 aprile, sono stati inanellati oltre 7500 uccelli, circa 1500 più dello scorso anno, che pure è stato un anno di grandi record.

Si spera che il tempo migliori per rendere un altro anno del ‘Progetto piccole isole’ meritevole di essere ricordato per il grande numero di uccelli inanellati.

Alla fine di marzo è stato catturato, per la prima volta dopo 12 anni, un occhione, uccello piuttosto raro in Europa e comunque mai avvistato sull’isola di Ponza.

Occhione. Primo piano [2]

Le foto dell’occhione sono del Centro di inanellamento di Ponza – Le Forna

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Riferimenti. Stazione di inanellamento di Ponza: link [3] e manifesto 2013 (scaricabile in .pdf)  – manifesto_2013 [4]

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Note

L’occhione comune (Burhinus oedicnemus), è un uccello della famiglia dei Burhinidae.
Si tratta di un uccello dalla corporatura massiccia, becco robusto e lunghe zampe da corridore. La lunghezza del corpo oscilla tra i 38–45 cm e ha un’apertura alare di 76-88 cm. Possiede un manto mimetico che gli consente di rendersi invisibile acquattandosi nel terreno. Ad ali chiuse si nota facilmente una banda bianca orizzontale che attraversa metà dell’ala. In volo ha un disegno caratteristico: ali arcuate con disegni bianche sulle primarie nere.

L’occhione è presente in Europa, Asia ed Africa; in Italia nidifica in varie regioni, in habitat costituiti da spazi aperti, e collinari. Nidifica sul suolo, per lo più nei greti dei fiumi o torrenti asciutti, con ciottoli.

L’occhione emette il suo caratteristico verso “turlip”, nelle ore serali, dopo che il sole è quasi tramontato. Si nutre di coleotteri, di vermi, di anfibi o anche di roditori.
A causa della sua abitudine di starsene accovacciato immobile sul terreno come le lepri o i conigli, viene chiamato in Sicilia “lebbrazzina” (libbrazzina) che in dialetto siciliano vuol dire proprio “leprotto”. Alcuni lo chiamano anche con un nome di origine onomatopeico: “ciulluvì” che riproduce il suo verso singolare [notizie condensate da Wikipedia a cura della Redazione]