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Ci sono nodi… e nodi…di Gabriella Nardacci
Dopo la pausa domenicale, mio padre mi riaccompagnava nell’istituto dove studiavo, il lunedì mattina presto. Il giornale radio era lungo ed io, attenta inizialmente, mi rifugiavo poi, nei sogni di giovane adolescente qual’ero. C’era in quelle informazioni, un certo “non so che” di affascinante che calamitava mio padre verso quelle notizie così diverse e particolari rispetto alle altre. Quella trasmissione, spesso, accompagnava uno stato di sonnolenza da cui mi svegliavo non appena arrivavo a destinazione. Mi son sempre chiesta cosa mio padre pensava quando ascoltava quell’avviso ai naviganti con l’informazione riguardante i nodi come unità di misura di velocità. Pensai che forse era solo una questione di uomini… o di motori, magari. Certamente conosceva i nodi stradali e quelli ferroviari dal momento che ha lavorato in diverse città. Conosceva i nodi degli alberi per tutte le volte che aveva a che fare con loro… conosceva e sapeva fare il nodo alla cravatta. Mi torna spesso alla memoria (e non perché abbia fatto un nodo al fazzoletto) questo ricordo di mio padre di cui sopra e ciò mi ha fatto pensare a questo modo di acconciare una corda. Certamente l’arte dei nodi risale a tempi antichissimi. In Perù fu ritrovato il “quipu”che utilizzava fili con i nodi come sistema di scrittura e anche in età preistorica alcuni utensili erano raccolti con fibre intrecciate. Il nodo era inteso anche come strumento del demonio e gli si attribuì un potere di legare lo spirito alla terra. Di certo è il mare che ha dato più importanza ai nodi sia come strumento di velocità che come utilità. Un bravo marinaio deve saper fare velocemente e alla perfezione un nodo perché un nodo fatto male può comportare pericolo. Su un versante diverso, altrettanta importanza hanno i nodi nella pratica dell’alpinismo Anche la corda deve essere adeguata perché un nodo riesca bene e adatto allo scopo che s’intende raggiungere. I nodi sono diversi: ‘nodi di arresto’ che sono quelli che si fanno all’estremità della corda; ‘nodi di giunzione’ rappresentati dalla legatura di due cime e che si possono sciogliere facilmente; ‘nodi ad occhio’ o ‘gasse’ che somigliano a delle asole e che non vanno a stringersi come i ‘nodi scorsoi’; ‘nodi di avvolgimento’ che si fanno sull’oggetto e possono scorrere o stringere; e infine le ‘imbracature’ e i ‘paranchi’ le prime utili per recuperare oggetti o altro mentre i secondi possono ridurre lo sforzo utilizzando carrucole. Nodi di vincoli morali e nodi coniugali… Nodini da mangiare. Nodi da sciogliere e fili da riannodare… Nodi da stringere e per accalappiare E le mani nodose di contadini e uomini di mare. E il nodo in gola, il nodo ombelicale e il nodo di un legame da celare… Nodi da pettinare… Nodi per ricordare…
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