Ambiente e Natura

Limite invalicabile

di Vincenzo Ambrosino

 

Definizione: “che non si può valicare perché  impervio, insormontabile, difeso da muro alto e fili spinati; evidenziato con cartelli apposti su muro di cinta”.

Quando un Piano Regionale  come il PAI ti dice che il periplo dell’isola è tutta zona rossa, ti pone un limite invalicabile?

Con questo limite, il periplo dell’isola potrà mai più essere utilizzato dai bagnanti e operatori turistici?

Mi è stato raccontato da un amico, che ex amministratori sono stati condannati a pagare personalmente “un enorme risarcimento danno” perché non era chiara la delimitazione di invalicabilità. Attenzione: la zona era interdetta, delimitata da una rete fissa a pali, ma questo non è bastato al giudice.

Mi chiedo per esempio se un ospite viene a casa nostra e si butta dal balcone, un giudice potrebbe imputare la responsabilità al proprietario della casa perché, l’inferriata del balcone non era un limite invalicabile?

Se sul Comune arrivano segnalazioni continue di cittadini che la tale strada ha un determinato dissesto, oppure che si è assistito ad un crollo parziale di una determinata parete, il Comune deve intervenire sempre? Con quali soldi? Con quali mezzi e con quali misure?

Un ex amministratore mi raccontava proprio questo: sul comune era arrivata una lettera  sottoscritta da cittadini in cui si descriveva che una persona era inciampata e caduta perché le scale erano dissestate per cui si chiedeva subito l’intervento del Comune. Questo amministratore mi diceva che doveva provvedere al più presto a rendere sicura la strada perché: “si rischia la galera”.

E questo porta a discutere della sicurezza della cosa pubblica e della impossibilità di coprire l’enorme gamma delle insicurezze nei luoghi, pubblici, nonché privati a maggior ragione quando c’è un oggettivo “Piano di  Assetto Idrogeologico”.

Tutte le case a picco sulle falesie, quelle che una volta facevano invidia  per la loro panoramicità, sono da considerarsi a rischio e di chi è la colpa se succede qualcosa: del privato o dell’amministratore?

Se un turista, passeggia lungo un versante a picco sul mare e cade, di chi è la colpa?

Nei  giorni scorsi, il Sindaco ha chiuso, delle case e una strada sugli Scotti, successivamente le ha riaperte dopo avere tempestivamente fatto intervenire un geologo che ha trovato le giuste soluzioni.

L’intervento di chiusura ha dato, comunque il via a tutta una serie di discussioni allarmate da parte della popolazione. Un amico nel frattempo ha richiamato l’attenzione sull’insicurezza del Monte Belvedere; dopotutto parte del Cimitero è chiusa, le grotte di Pilato sono interdette, il muretto della “Parata” è da tempo “infiocchettato” da nastri quindi, tutta l’area sud dell’isola ha segni, oggettivamente riconosciuti, di cedimento.

Ha fatto bene o male l’amico a parlare? Dico questo perché è stato oggetto di qualche critica, ma si possono tenere nascoste queste cose che prima o dopo come bombe inesplose possono deflagrare coinvolgendo tutto e tutti?

Faccio questo discorso per dire che il problema della sicurezza, in questo contesto di allarme ambientale prodotto dal PAI, non può vedere l’Amministrazione e i singoli amministratori, gli operatori turistici e i singoli proprietari di ville e case lungo le falesie, divisi, isolati, ognuno con il proprio singolo problema e le rispettive responsabilità di fronte alla legge.

Questo è problema prioritario, che deve richiedere la massima unità di intenti. E’ problema che riguarda  la comunità, riguarda per cui la politica.

Tramutare l’isola da ‘rossa’ a ‘rosa’ significa agire per consentire che a Ponza si possa continuare a fare turismo.

Non credo di esagerare in “allarmismo”, ma quest’isola si gioca il futuro su queste tematiche. Non si può abbandonare l’individuo a cavarsela da solo, non si può lasciare al caso, alla fatalità, alla “vediamo cosa succede”. Non si può improvvisare, mettersi in azione ad emergenza in corso, bisogna ricreare nella nostra isola le condizioni di base per prospettare un turismo fatto in sicurezza.

Io chiedo, ancora una volta, agli amministratori, ai rappresentanti di categoria di attivarsi; è urgente che su le problematiche che riguardano la sicurezza e il lavoro ci sia il massimo di unione; si deve arrivare a preparare un Consiglio Comunale straordinario su queste problematiche per produrre un documento condiviso da tutta l’Amministrazione e i rappresentanti dei cittadini e presentarlo al nuovo Presidente regionale.

Servono soldi per la messa in sicurezza delle falesie, delle cale più frequentate. Bisogna trovare soluzioni per “certificare la sicurezza” alle case private, alle case da affitto, lungo le falesie; bisogna fare un monitoraggio di tutti i sentieri lungo la costa. Bisogna arrivare a fare una Conferenza dei Servizi per trovare soluzione che garantiscano sicurezza e lavoro per gli isolani che significa garantire un futuro turistico per l’isola.

4 Comments

4 Comments

  1. Pasquale

    9 Marzo 2013 at 11:33

    Caro Vincenzo
    Una volta c’era “Ponza c’è”. Secondo me c’è ancora se si attua quello che dici tu e qualche altro. Cose che, anche se da lontano, da tempo vo’ propugnando: riunirsi, e poi riunirsi, aggiornare le riunioni, non demordere fino allo ” sfinimento” (cioè fino a che gli egoismi non vengono letteralmente “buttati a mare”, lontano, oltre Zannone). Alla fine, sono sicuro, si troverà una soluzione. Qualcuno dirà, forse pretestuosamente forse anche per demoralizzare: “E’ inutile, non si cava un ragno dal buco” Io dico: “Gli uomini di buona volontà ci sono: facciano la loro parte. Bisogna tentare: è inutile stare con le mani in mano e, come sempre, aspettare..: i tempi non lo consentono più.
    “Se può valere qualcosa ti dico: continua… Pasquale

  2. Piero Vigorelli

    9 Marzo 2013 at 23:19

    Condivido in toto le considerazioni di Vincenzo Ambrosino e direi che sono mesi che mi sgolo per raggiungere i risultati da Vincenzo, dall’amministrazione, e spero da tutti auspicati.
    Nel settembre scorso la riunione pubblica con l’ing. Placidi era stata concepita dall’amministrazione proprio per dare il via alla riflessione comune e alla campagna per togliere le gabbie del PAI che circondano Ponza. La strada era stata indicata con chiarezza: predisporre studi geologici seri, area per area, promossi unitariamente dai singoli abitanti nell’area, spalleggiati da Comune, per ottenere l’OK alla mitigazione e quindi al passaggio dal rosso al rosa. No a iniziative isolate, sì a quelle comuni.
    Finora è stato fatto ben poco. E tuttavia quel poco fatto ha già ottenuto il risultato della mitigazione avallato dall’Ing. Placidi.
    La maggiore complicazione ci è arrivata qualche mese dopo da una sentenza, quella del Tribunale dell’Aquila che ha condannato la Commissione Rischi per non aver allarmato la popolazione sul possibile arrivo del devastante terremoto. Quella sentenza, che ha provocato dimissioni a catena, ha prodotto un nefasto risultato: sono ormai rari i tecnici che hanno il coraggio di mettere la propria firma su una perizia che assevera la non pericolosità di un’area.
    Lo abbiamo sperimentato anche a Ponza. Un valente tecnico chiamato dal Comune, è venuto sull’isola il mese scorso dopo due mesi di “corteggiamento”. Insieme abbiamo visionato alcune zone turistiche per organizzare il da farsi, abbiamo discusso insieme le soluzioni e lo abbiamo salutato con calore alla sua partenza, certi che ci avrebbe dato una bella mano. Due giorni dopo ci ha telefonato per dirci che rinunciava all’incarico. Non se la sentiva. Ha avuto evidentemente paura.
    Dopo un paio di settimane sono arrivati a Ponza altri due valenti tecnici, anche questi chiamati dal Comune, per le perizie di mitigazione. Nuovo giro a Cala dell’Acqua, Cala Fonte, Cala Feola e Piscine, nuova discussione sul da farsi. Spero accettino l’incarico. Lo sapremo la prossima settimana.
    I due tecnici della Regione prontamente arrivati per verificare le conseguenze del crollo agli Scotti Alti, hanno svolto un eccellente lavoro. Torneranno la prossima settimana per verificare altre due situazioni analoghe. Nessun allarmismo, ma piedi ben saldi in terra: se esiste un rischio reale, non esistono compromessi di sorta. Pareri autorevoli a confronto e poi la decisione dell’Amministrazione.
    Quanto alla Regione, nella mia lettera al nuovo Presidente c’è un capitolo che riguarda “la prigione del PAI”. Non ho altro da aggiungere, se non la rinnovata assicurazione dell’impegno di tutta l’Amministrazione. In Regione devono capire che Ponza ha ottime ragioni e un più che ragionevole diritto a un risarcimento danni per tutto quello che sta subendo, dal PAI ai collegamenti.
    Quel che semmai dispiace di più è che, con la primavera, ritorneranno a Ponza molti che hanno responsabilità piccole o grandi per il futuro dell’isola, che hanno svernato in continente e che, rientrando sull’isola per fare quello che Silverio Lamonica chiama “il malloppo”, cominceranno a “alluccare” a destra e a manca. Troppo facile. Troppo semplice. Poco nobile. Molto ignobile.
    Discutere con costoro ci vuole un grande sforzo di volontà e santa pazienza. Come diceva finemente Aldo Moro, appartengono alla categoria del “silenzio operoso”, di chi si propone come risolutore agendo con “un misto di cinismo e abnegazione”.
    Vincenzo Ambrosino ha immaginato che il mio primo inverno full time a Ponza mi abbia temprato. Attendiamo sereni l’arrivo degli urlatori della primavera-estate. Non ti curar di loro, guarda e passa. Lavoreremo anche per loro. E mi sa tanto che saranno presto costretti a lavorare molto anche per gli interessi di tutti.

  3. vincenzo

    10 Marzo 2013 at 19:22

    Lo dico a mo’ di Iuventino:

    “Pirlo ha fatto l’assist e Matri l’ha ricevuto con un bellissimo aggancio volante, ma invece di penetrare nell’area di rigore si è allargato sulle fasce, Conte si è incazzato!”

  4. Antonio Mazzella

    10 Marzo 2013 at 22:53

    A un anno di distanza gli Amministratori di Ponza sono “stranieri in patria”. Hai voglia di cercare di farli partecipi delle vicende di Ponza, risponde sempre e solo il sindaco Vigorelli, con parole e programmi che entrano nelle orecchie dei ponzesi e da lì escono. Perché la realtà vera di questo inverno trascorso è stata economicamente depressa.
    Nessuno se n’è fatto carico, nessuno ne parla. Vigorelli fa annunci, la Minoranza è assente, la gente bestemmia e subisce.
    Cosa bisogna aspettarsi per l’estate? A me pare che non è cambiato niente.
    “Ponzesi arrangiatevi come avete sempre fatto!”

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top