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Le navi del cuore

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di Francesco De Luca (Franco)

 

Vorrei portare all’attenzione dei lettori la società di navigazione SNAP–SNIP. Lo faccio perché penso che questa società di armatori ponzesi non abbia goduto e tuttora non goda della giusta considerazione da parte dei compaesani.
E’ circondata da un’aria di diffidenza, di indifferenza .
Per varie ragioni: perché utilizza navi inadatte, perché gestisce gli equipaggi con criteri sindacalmente non ortodossi, perché non riesce ad uscir fuori da un dilemma: non migliora e non demorde; si mantiene su una posizione di attesa, di stallo.
Sono tutte ragioni fondate, che la rendono oggetto di scetticismo sul futuro imprenditoriale, e talvolta generano scherno.
Tuttavia, proprio noi ponzesi, dovremmo bilanciare queste ragioni con altre che sono giustificative dello stato comatoso in cui vive.

Essa, nata da una scintilla di felice politica dell’allora Presidente della Ragione Lazio, Gabriele Panizzi, non ha trovato negli Amministratori locali dei supporters degni. E’ sempre stata vista come appendice di interessi privati degli armatori, e questa pecca, che qualche fondamento lo ha avuto, non è stata controbilanciata da proposte migliorative.
Sicché, quando le richieste del Comune erano giudicate eccessive ci si avvicinava più strettamente alla Regione (che è l’ Ente pagatore); e quando dalla Regione si otteneva soltanto silenzio ci si appellava al Comune per trovare appoggio.

Questo balletto, frutto di miopia degli Amministratori ma anche di presbiopia da parte degli Armatori, ha solo minato gravemente la salute della Società. Ma…
Ma, nonostante tutto, la Società è stata sempre sollecita agli appelli dei Ponzesi (Amministratori e non). Sempre in funzione delle esigenze della popolazione e mirata a migliorare la comunicazione fra l’isola e il continente. Sempre e nonostante le difficoltà.

La Laziomar questo imperativo non lo coltiva e nemmeno la Caremar l’ha mai ritenuto prioritario, e anche la Span. Hanno lucrato sullo stato dipendente della nostra isola e vi  hanno fondato i loro guadagni (perché dietro ai bilanci passivi ci sono – oggi lo sappiamo – introiti eccessivi per dirigenti e conniventi).

Quando vogliamo indicare il merito di tenere Ponza collegata con la terraferma dobbiamo sfogliare nei ricordi dei viaggi temerari della Maria Maddalena; dobbiamo fare i nomi dei capitani Silverio ‘i Sciabbulone, di Peppe ‘i Sigaretta.

La Laziomar (ex Caremar, ex Span) brilla per navi inadatte alle rotte delle isole ponziane, per viaggi negati con mare navigabile, per fugaci stazionamenti in porto nell’ isola, per propensione abnorme a fermarsi a Formia.

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