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Cartoline tra Ischia e Ponza. (1)

di Rita Bosso

 

Incalzata da ’U Masto di Ponzaracconta, che si è messo in testa di istituire un collegamento tra isole, mi accingo a scrivere di Ischia, realtà complessa e vasta sotto ogni profilo: 46 chilometri quadrati di superficie, 34 km di coste, 58 mila residenti, sei comuni, abitata con continuità sin dalla preistoria: sono stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e all’Eneolitico.
Nell’ottavo secolo a.C.  Ischia è stata
Pithekoussai, primo insediamento greco in Italia; oggi  si  contano 400 strutture ricettive di cui 315 alberghi, con 12200 camere, 24mila posti letto ufficiali e 7mila sommersi, 3mila imprese iscritte alla Camera di Commercio; la popolazione scolastica è di 3200 unità, e 15 sono gli indirizzi di studio…  Troppo di tutto, perché io mi imbarchi in una descrizione sistematica. Tutt’al più, posso cercare di cogliere qualche immagine, di spedire qualche cartolina, nella speranza di sollecitare nei lettori del sito ricordi, riflessioni, associazioni.
Inevitabilmente  inserirò cenni a vicende personali o, peggio ancora, autocitazioni: chiedo venia.

[1]

Alesio ‘u Mammone

Solo tre colori in questa cartolina, abbacinanti: il bianco della calce sulla parete; il giallo oro dei sciurilli; il bianco&nero di Alesio.
Altri colori non aveva, Alesio: il bianco della cornea, della barba mal rasata; i neri della pelle, dei capelli folti; il nero della voce: “’e percoche!? A ottanta lire ’u chilò”; il nero della sua solitudine, assoluta; il nero del suo nome: quale colore può avere, il Mammone? Il nero del suo antro, la caverna lato mare del ‘ruttone di Sant’Antonio.

[2]

Da sinistra: Alessio, Urgentino (Martiéll’) e Dununiell’ (il padre di Nunzio il benzinaio) davanti al bar della Panoramica

D’inverno, più di una volta, l’ho incrociato a Forio o a Ischia, le mani sprofondate nelle tasche del cappotto, ripulito rispetto alla versione estiva, addirittura elegante. “Guarda chi si vede, l’Uomo delle Arance” ho pensato, ma anche in patria non smetteva di essere solitario, assorto, tenebroso, nero. 
Chiedo sue notizie ad una mia amica di Forio, dunque sua compaesana, che conosce vita, morte e miracoli di tutti: lo ricorda, ma non ne sa nulla. Solitario, misterioso e sfuggente ovunque, persino a casa sua.
L’Uomo delle Arance …a Ponza, se non ricordo male, arrivò come venditore di purtualle e di limoni, che a quell’epoca abbondavano sull’isola d’Ischia; per chissà quale motivo lo associo alla figura di Catello (Catiéll’), altro personaggio di mezzo secolo fa o giù di lì, venditore prevalentemente di cozze, proveniente da Castellammare.

Fino a una quarantina d’anni fa, il collegamento Ponza- Ischia- Napoli faceva affluire a Ponza un discreto numero di commercianti ambulanti, la maggior parte dei quali vendeva frutta; io ricordo, ben prima di Alessio, Nannina, una donnina esile, già anziana, i capelli tinti di nero corvino, ingioiellatissima, che riusciva a trascinare sui basoli irregolari del corso Pisacane un carrettino a due stanghe, stracolmo.

[3]

Mario Coppa

Anche ‘Mariettino’ proviene da Ischia; a Ponza sbarca quando ha solo pochi giorni, perché la madre è morta di parto e una donna che fa la spola tra le due isole gli ha trovato una balia qui; poi, svezzato, torna alla sua famiglia, a Forio. Si imbarca nuovamente alla volta di Ponza dopo una ventina d’anni, con un bel carico di frutta, ma trova ad attenderlo una concorrenza spietata; Concettina ’a fruttaiola, anch’essa ambulante, proveniente da Barano d’Ischia, non ci pensa due volte a denunciarlo ai vigili, che gli appioppano una multa salata.
Senonchè Cupido, nascosto tra le cassette della frutta, scocca la freccia e… Mario e Concettina vissero felici e contenti.

[Cartoline da Ischia. (1). Continua]