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Nota sulla Laziomar

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di Umberto Prudente

 

Ho inviato ad alcuni organi di stampa, la sotto riportata nota.
Se pensate che sia utile al dibattito, è a disposizione.
Saluti a tutti
Umberto Prudente

 

Leggendo gli ultimi comunicati stampa degli amministratori della Laziomar, credo che loro pensino che noi, abitanti dell’Arcipelago Ponziano abbiamo l’anello al naso, che veniamo da un punto sperduto della foresta; certamente noi ci sentiamo presi in giro (eufemismo).

Abbiamo letto delle note di gaudio per aver firmato il Contratto di Servizio, e con chi l’hanno firmato? Con la Regione Lazio, e chi è la Regione Lazio? L’azionista della Laziomar Spa. Cioè ci si bea di un accordo, arrivato molto ma molto in ritardo e, praticamente è come un accordo tra padre e figlia.
Loro saranno contenti, Noi isolani certamente no!

Si lamentano degli interventi dei politici solo nell’imminenza delle doppie elezioni. Si può essere d’accordo con loro, ma perché queste “strumentalizzazioni” dei politici? E’ semplice: i politici seguono il vento delle continue, incessanti lamentele degli isolani per il servizio, anzi per i disservizi causati dalla Laziomar, che sono le logiche conseguenze di decisioni improvvide prese dai dirigenti Laziomar.

Gli amministratori laziali, già dal passaggio di consegne tra la Caremar e la Laziomar, hanno manifestato la loro impreparazione, totale incompetenza quando dovendo svolgere il servizio navi su tre direttive (Formia-Ponza, Formia-Ventotene e Anzio-Ponza) hanno accettato solo due navi. E la terza linea, quale nave la doveva effettuare? Talché è stato affittato un mezzo, a costi elevati, da compagnia di navigazione privata, certamente non idoneo, i cui incassi non hanno coperto le spese di gestione.

Gli amministratori Laziomar si lamentano anche del continuo “richiamo ai costi del Consiglio di Amministrazione”. Certamente, che senso ha eleggere un Consiglio di Amministrazione di tre membri, quando tutta la parte tecnica viene effettuata da Napoli (bastava vedere il numero di fax -081- da dove partivano gli ordini tecnico/amministrativi)? Non bastava un Amministratore Unico?

Il C.d.A. della Laziomar costa 225.000 Euro all’anno. Il senso di tutto ciò, c’è ed è evidente: bisognava sistemare persone trombate alle elezioni regionali! E tutto a carico della comunità!

Con l’Amministratore Unico si sarebbero risparmiati soldi da impegnare nelle continue avarie dei obsoleti mezzi di navigazione. A proposito che fine ha fatto l’aliscafo Alnilam che, ripreso il servizio alla fine  novembre, dopo svariati mesi di  fermo per riparazione, si è di nuovo rotto solo dopo alcuni giorni di servizio? A suo tempo ci furono date assicurazioni di un ritorno in servizio dopo alcuni giorni in attesa di arrivo del pezzo di ricambio. Sono passati tre mesi e l’aliscafo non è ancora in servizio, non è che stanno progettando il pezzo?

E sempre a proposito, che fine ha fatto la M//N Quirino, mandata ai lavori alla fine di settembre, con l’assicurazione che entro la fine del 2012, massimo i primi del 2013, sarebbe rientrata in servizio? Siamo quasi alla fine di febbraio.

C’è da sperare che prima di Pasqua, oltre ad arrivare l’Habemus Papam ci sarà Habemus Quirino e Alnilam?

Senza ombra di dubbio e di smentita questi amministratori si sono mostrati manifestamente incompetenti, incapaci si assolvere il loro (lautamente pagato) lavoro, non conoscevano e non conoscono la differenza tra la poppa e la prua, per rimanere in ambito marino.

Si lamentano di non essere supportati dalla Regione Lazio che non ha finanziato la società figlia. Da che mondo è mondo quando uno non riesce a svolgere il proprio servizio, fa un passo indietro. È mai possibile che non ci si può dimettere dal Cda della Laziomar, quando un Papa si dimette dalla Cattedra di Pietro?

D’accordo che i soldi contano, ma gli amministratori non svolgono solo questa attività e non si venga a dire che si continua nell’amministrare per spirito di servizio e per non far fallire la società. Perché, per ritornare alla cose sacre, “quando muore un papa se ne fa un altro”.