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Inverno isolano

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di Lino Catello Pagano

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Inverno isolano

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Tutto tace, anche i gabbiani cantano piano,

è inverno a Ponza,

Il sole che al mattino accarezza la terra

fuggendo al tramonto lascia un’isola nell’ombra.

I passi sul selciato del corso rimbombano

come se fossero di piombo.

Le strade sono vuote

la gente è chiusa in casa,

folate di vento di tramontana ti gelano la faccia

mentre il sale lascia una traccia.

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I vecchi, bastoni alla mano, vanno piano

mentre il vento porta loro il cappello lontano;

ragazzini festosi corrono lungo la via

che dalla scuola porta alla piazza

e poi giù alla Polizia.

Le barche dei pescatori ormeggiate al molo

son prossime a prendere il volo

nell’ondeggiare della marea.

S’infrangono sulla Ravia onde spumeggianti,

fragorose anche se distanti

Il vento accarezza il mare e alza la sua schiuma

la nebulizza e la ricompone in acqua

che ti bagna la pelle e la profuma.

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Ti accorgi che è inverno dal deserto della via,

poi dalla Chiesa esce gente vecchia e pia

che cammina in fretta per le via del Corso

senza la voglia di prendere discorso.

Ormai l’inverno ha portato il letargo

rallentato il flusso del sangue in ogni vena

ai pochi che son rimasti a calpestar la rena

mentre chi ha potuto ha già preso il largo

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Ora si attende il ritorno del sole e della primavera

quando il giorno si allunga e viene tardi sera;

questo è quello che spera

l’isolano vero,

che l’inverno passi in fretta

e l’isola torni di nuovo perfetta 

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