di Massimo Bonolo
Buon anno 2013 a Ponza racconta
Ponza è un posto strano. La bellezza della natura ti avvolge quando arrivi come le chiacchiere dei residenti che ti stordiscono mentre cammini per quelle incantevoli stradine. A volte sono cattive e presuntuose e tu non sai se ridere o pensare: “…ma questo è matto!”. A volte sono dolci e cortesi, piene di malinconia. E’ tipico dei paesi. Queste voci le conosco da quando ero piccolo, parcheggiato nel periodo estivo in vacanza con i nonni in un posto della Valtellina, proprio dove finisce il lago di Como ed iniziano le montagne.
Quindi anche il Grande Nord non era da meno. Spettegolezzare è insito dei luoghi circoscritti, tra le montagne come al mare.
Questo a Roma non si avvertiva, ma l’effetto per quel piccolo paese era di gran lunga superiore.
Avevamo formato un gruppo indimenticabile, noi ragazzi aiutavamo nella raccolta del fieno, zia Agnese e zio Mario ci preparavano pesanti gerle che portavamo al fienile, e c’era Pino… e poi i bagni al torrente, il pascolo con le mucche, le arrampicate sugli alberi, i primi baci furtivi…, le alzatacce la mattina presto verso la Val Masino.
Ponza l’ho conosciuta tardi grazie ad Eduardo Ferri, collega dell’ospedale e patito dell’Isola. Organizzò in una estate di molti anni fa la gita di un giorno Anzio – Ponza – Palmarola – Anzio che quasi ci accoppò tutti per tre giorni.
Ho rivisto poi Ponza tramite Rita, e da allora ci torno spesso.
Sta diventando, anche grazie a Ponza racconta, un’isola di cultura; molti ponzesi scrivono, criticano e dibattono. Danno battaglia per la salvaguardia del paesaggio, raccolgono firme per il Faro, coinvolgono. Accade anche che qualcuno che non ha mai scritto (pubblicare intendo) si senta copiato (è accaduto lo giuro) e voi direste: “Ma questo è matto!” proprio come all’inizio e sei appena sbarcato e lo incontri per via!
Ponza per me sono i bagni alla Parata, quando lì si poteva scendere; una passeggiata a Chiaia di Luna e i tuffi a Frontone sotto da Gerardo.
Momenti belli nel mio piccolo, come il latte appena munto che gli zii e i nonni ci davano tanti e tanti anni fa.
Beh, non voglio tediarvi oltre.
Un augurio di Buon Anno 2013 ai lettori di Ponza racconta e un “ben tornato!” al mio maestro (di anestesiologia – NdR) Sandro Russo.