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Bordiga a Ponza

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di Paolo Iannuccelli

 

Dal mese di agosto del 1928 sino a novembre del ’29 fu confinato a Ponza Amadeo Bordiga, uno dei fondatori, a Livorno nel 1921, del Partito Comunista d’Italia, dopo la scissione con i socialisti. Condannato a tre anni per la sua attività antifascista, Bordiga fu confinato prima a Ustica, con Antonio Gramsci e Maurizio Berti, poi nella maggiore delle isole ponziane. Laureato in ingegneria al Politecnico di Napoli nel 1912, Bordiga oltre a una intensa attività politica ha sempre svolto la sua professione. Un personaggio di grande caratura intellettuale e morale, un rivoluzionario scomodo che ha abbracciato tesi contrarie alla linea ufficiale del suo partito. Era considerato un confinato tra i confinati, come tutti i suoi fedelissimi, così diversi dai compagni “ortodossi”. Chi era inviato alle isole era sicuramente più fortunato rispetto ai confinati residenti in continente; venivano infatti create organizzazioni atte a migliorare il soggiorno e provvedere al sostentamento. Singolare l’impegno del gruppo pugliese a Ponza che, dopo aver creato una mensa regionale, risparmiava sul cibo, limitandosi al consumo di pasta e verdura, inviando a casa i sussidi accantonati. La spaccio alimentare di Ponza era tra i più organizzati e funzionanti. Amadeo Bordiga, dopo aver insegnato ad Ustica, istituì a Ponza una scuola per detenuti, impartendo lezioni di materie scientifiche, alla presenza costante dei militi fascisti. Il lavoro di ingegnere lo occupò per lunghe ore durante la giornata ponzese. In Via Nuova abita la famiglia Bonifacio. La palazzina è di colore giallino ed ha tre piani: all’ultimo abita la signora Filomena Sandolo. L’aspetto è importante, specialmente quando vieni a scoprire che l’appartamento dei Bonifacio-Sandolo (cento metri quadri) è stato progettato da Amadeo Bordiga. Il suo lavoro è stato molto apprezzato. Furono tante le famiglie che si rivolsero all’ingegnere per progetti o direzione dei lavori. A tale riguardo introdusse, per primo, la tecnica costruttiva con le putrelle al posto delle tipiche cupole mediterranee. Ernesto Prudente, in un’intervista a un quotidiano milanese, ricordava: “Il progetto di ristrutturazione della casa di mia nonna, Giuseppa Albano, reca la firma di Amadeo Bordiga”. L’esponente politico progettò anche delle cappelle al cimitero, conservate perfettamente. Si faceva pagare molto poco, quanto bastava per vivere. Nel 1930, Bordiga fu espulso dal Partito Comunista con l’accusa di attività frazionistica “trotzkista”. Poi abbandonò sino al 1944 l’attività politica, sempre molto controllato dalla polizia. Bordiga sposò Ortensia De Meo, donna formiana molto brillante ed in prima fila nella lotta per l’emancipazione femminile. Morì proprio a Formia nel 1970, dopo essere stato colpito da ictus l’anno precedente.