di Silverio Lamonica
Nella prima metà del secolo scorso, quando non c’erano i pullman di Pilato né la strada Ponza – Le Forna, c’erano alcuni barcaioli che assicuravano i collegamenti tra Ponza porto e Cala Inferno. C’era Pacchiarotto che, purtroppo, da Schettino ante litteram, finì con la barca sulla secca della Piana Bianca: ci scappò il morto, una donna, per cui il poveretto finì in carcere. leggi qui [2] racconto di Franco Schiano. C’era Palle ’a Cannone e c’era Bbommese, il più ‘elastico’. Gli altri, una volta lasciata la banchina, molto difficilmente tornavano indietro per imbarcare eventuali ritardatari, specie se avevano superato la scogliera del porto; Bbommese no, tornava indietro anche se si fosse trovato all’altezza dello Scoglio Ravia, pur di non perdere il cliente.
Fino a qualche decennio fa si usava perciò l’espressione a varca ‘e bbommse per indicare il disservizio, l’approssimazione e l’imprecisione in genere.
Ai giorni nostri potremmo ribattezzare il catamarano SNAV con l’appellativo ’A varca ’e Bbommese, a causa dei continui disservizi – anche se, per la verità, Bbommse il collegamento Ponza porto – Cala Inferno e viceversa lo assicurava comunque. Infatti, appena il mare è un po’ mosso, il catamarano sospende le corse, oppure le modifica all’insaputa della popolazione interessata. Oggi, ad esempio, appena arrivato da Formia alle ore 11 circa, è ripartito inopinatamente dopo un quarto d’ora di sosta per Ventotene: non ha dato nemmeno il tempo a qualche commerciante di ritirare il pane inviato da Formia! Per non parlare dei tanti, concittadini e non, che avevano programmato di ripartire oggi da Ponza, magari per impegni urgenti e inderogabili e si sono visti “beffati” da questa partenza repentina.
Morale della favola: disservizi del genere non fanno altro che rendere sempre meno vivibile questa isola. Auguriamoci che non ci sia un disegno preciso per chissà quali mire!