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Chi parte il venerdì da Ponza (RPS 6)

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di Vincenzo Ambrosino

 

Sul mezzo di fortuna per Formia c’erano quelli del venerdì e tra questi c’era il primo cittadino dell’isola, che guardandosi intorno, ad alta voce borbottava: “ i professori vanno via, i bancari vanno via, la bidella va via, il segretario va via, il postino va via… ma chi rimane nell’isola?”. Ovviamente nessuno osò rispondere anche perché sul mezzo di fortuna per Formia non si capiva se il primo cittadino scherzava oppure faceva sul serio e poi come si poteva rispondere al primo cittadino e che cosa si poteva rispondere al primo cittadino?
Si poteva rispondere: “ Scusi ce l’ha con me, avrò pur diritto di tornare alla mia famiglia!”
Oppure: “ Scusi ma dopo tutto caro primo cittadino anche Lei ha deciso di partire, quindi alle sue affermazioni deve aggiungere, i professori , i bancari, il bidello, il postino, il segretario vanno via in buona compagnia del primo cittadino….. ma chi rimane sull’isola?
 Sto provando a farglielo sapere da tanto tempo, caro primo cittadino: rimangono pochissime persone che si sono adattati a questa vita da confinati, arrangiandosi a passare il tempo a giocare a carte nei bar,  a caccia quanto il gallo canta e a calamari la sera. I giovani frequentano al mattino le nostre scuole (non le racconto con quante difficoltà strutturali e organizzative) alla sera nei bar trovano il barista: psicologo, sociologo, animatore che gli fa passare delle ore.
Rimangono sull’isola molti insegnanti residenti, che per esempio sbirciando sul sito della CGIL  vanno a scoprire che dal prossimo anno l’ITC cambierà indirizzo: da Marketing e Finanza passerà a Turistico.  “Oddio” ha detto qualcuno  “meglio turistico che Nautico, come si minacciava, ma chi ha deciso di cambiare indirizzo senza interpellare gli interessati?”  Mistero della democrazia maggioritaria!
Rimangono sull’isola i pescatori che hanno tempo da dedicare alla quotidianità; rimangono gli imprenditori edili, pochi lavorano tanti altri hanno tempo di fare il cruciverba.
Non c’è lavoro e quindi sono diminuiti anche i rumeni e i  tunisini: ce n’è uno che ha una bancarella e vende cianfrusaglie al vento e alle foglie ed io avvicinandomi gli chiedo come fa a campare a Ponza e Lui ringraziando il suo Dio mi dice che bisogna sapersi arrangiare.
Ma rimane sull’isola anche il vice primo cittadino  che incontra amici vecchi e nuovi ai soliti posti per sentire le solite lamentele, tentando di dare risposte incoraggianti.
Ma rimangono anche altri consiglieri delegati di maggioranza  e molti del personale amministrativo del Comune. Che faranno il sabato e la domenica nell’isola circondata dal mare?
Non rimangono sull’isola, gli assessori esterni ma dopotutto sono esterni e per definizione non passano il fine settimana a Ponza.
La domenica qualcuno va ancora in chiesa, dove i banchi diventano sempre più vuoti, ma il coro si rinnova e resiste. Quando c’è la partita della seconda categoria si va a confortare quei giovani che tirano calci a un pallone e come sempre si urla all’arbitro cornuto.
Rimangono a Ponza circa 1500 anime, che vivono la vita aspettando tempi migliori, ma soprattutto sperando che qualcuno gli riconosca un valore insostituibile per cui da proteggere.