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Ricorrenza centenario nascita di don Luigi Maria Dies

 

[1]di Franco De Luca

 

 

 

14 ottobre 1912

Oggi cade il centenario della nascita di don Luigi Maria Dies, parroco di Ponza dal 1934 al 1959 e, successivamente dal 1969 al 1973, 10 dicembre, giorno della morte.

Perché ricordarlo ? Non so se meriti  un ricordo collettivo, ma il mio credo di doverglielo.

Ringrazio Ponza-racconta se lo pubblicherà e mi scuso con i lettori se le riflessioni non riusciranno a entrare nel loro vissuto.

Ho ammirato in don Luigi la dottrina, sono stato influenzato nella sensibilità musicale, ho assaporato la religiosità, ho imparato a coltivare l’amicizia.

Questo lo affermo oggi, con la convinzione dell’uomo maturo, che apprezza gli incontri dell’esistenza, li soppesa e li giudica.

Non è l’infatuazione puerile o adolescenziale a parlare no, anzi, l’età giovanile mi vide scientemente lontano da don Luigi, di cui rigettavo il fascino capzioso.

E dunque so e non copro le critiche rivoltegli specie  per il carattere discriminatorio che aveva nelle compiacenze, o per la sudditanza che  mostrava verso la classe abbiente e dominante, o ancora per la smaccata propensione verso i familiari.

Don Luigi è stato un uomo che generava  giudizi contrastanti, perché aveva una personalità complessa.

Religiosamente ineccepibile tanto che era difficile, per una sensibilità infantile, non esserne rapito. E lo fummo in molti. E le tracce sono ancora presenti nel corpo della comunità isolana.

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Umanamente mostrava contraddizioni evidenti: generoso e avido; padre per la comunità e insieme più solerte verso i familiari; aperto a tutte le anime dei suoi fedeli ma più chiuso verso chi lo osteggiava politicamente.

Il tutto assemblato in un carattere forte, in una erudizione acuta, in una sensibilità fuori del commune.

Una grande personalità, con grandi doti e grandi vizi, con realizzazioni uniche e meschinerie.

E tuttavia la nostra gioventù  ( parlo delle generazioni pre e post belliche ) fu grazie a lui che respirò valori immarcescibili  ( la purezza del sentire, la poesia del canto e nel canto , l’aspirazione a  migliorare se stessi nel tendere al sublime, l’amore per Ponza, la sua storia, il suo territorio, il suo popolo ).

Non so se i suoi meriti possano aspirare ad un ricordo collettivo, capisco che sono fortemente di parte, anche se la coscienza razionale mi tiene lontano dal fanatismo, ma sarei disonesto se non riuscissi a distinguere e ad additare le influenze che da lui mi sono venute.  Per esse gli devo           g r a t  i t u d i n e.

Ponza-racconta ha il merito di entrare in contatto con molti Ponzesi. Mi scuso se il ricordo di don Luigi Dies li  infastidisce, ringrazio quelli che, nel loro intimo, partecipano con me la ricorrenza.