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I Ponzesi vanno rispettati! (2)

[1]di Gino Usai

Nel giugno del 1965 su “Ponza Mia” Giuseppe De Luca intervistando il sindaco di Ponza Francesco Sandolo gli chiede se le prospettive di sviluppo turistico di Le Forna non siano in contrasto con  l’attività estrattiva della SAMIP. Risponde: ”Le Forna ha le carte in regola per essere zona turistica. L’industria estrattiva può coesistere con quelle altre attività di cui la zona ha bisogno per la sua vita.” In realtà le due cose non possono coesistere, una è la morte dell’altra. L’illusione che il diavolo e l’acquasanta possano stare insieme costerà caro ai fornesi. Nel luglio del 1969 l’uomo sbarca sulla luna e Le Forna somiglia sempre più all’Oceano delle Tempeste, con un paesaggio bianco, desolato, spettrale.

Nella seduta dell’8 novembre 1971alla Camera i deputati D’Alessio, Barca e Luberti (questi si, trinariciuti!) chiedono al Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato Gava di  conoscere le condizioni e il contenuto della concessione fatta alla società SAMIP.

Gava risponde che le concessioni sono in regola e che comunque la SAMIP “è tenuta a fornire ai funzionari del corpo delle miniere i mezzi necessari per visitare i lavori ed a comunicare i dati statistici e le indicazioni che fossero richiesti, nonché ad attenersi, oltre, ovviamente, alle disposizioni di legge, alle prescrizioni che fossero comunque impartite dall’autorità mineraria per il controllo e la regolare esecuzione delle lavorazioni.”

Dunque, per il ministro è tutto in ordine.

Il 2 marzo 1973il senatore Venanzetti interroga il Ministro dell’industria, del  commercio e dell’artigianato Ferri “Per sapere quali provvedimenti intende prendere nei confronti della società SAMIP, la quale, nello scavo e nello sfruttamento della miniera di bentonite (…) si rende responsabile di infrazioni di numerose  leggi vigenti  e di criticabili scelte tecniche.

All’interrogante risulta, infatti, che detta società (…):

a – disattende le norme relative alla tutela del paesaggio (…), nonché quelle relative alle distanze obbligatorie tra luoghi di scavo e strade ed edifici;

b – applica sistemi e tecniche di lavoro pericolosi: infatti, a quanto consta, tale società, pur operando in zona collinosa, evita i “tagli a scala”, preferendo il “taglio perpendicolare” che determina enormi dislivelli che potrebbero causare disastrosi smottamenti, con conseguenti sconvolgimenti topologici.”

Anche questo ministro risponde che le lavorazioni nella miniera di bentonite  continuano a svolgersi nel rispetto delle norme, “come accertato da periodiche ispezioni effettuate da funzionari del distretto minerario di Roma”.

Il 18 febbraio 1974 D’Alessio e Venturini chiedono al Presidente del Consiglio Mariano Rumor ( lo ricorda?  quello coinvolto nello scandalo Lockheed, l’azienda accusata di aver corrotto politici e militari per la vendita degli aerei Hercules C130.) quali provvedimenti si intendono adottare nei confronti della Samip “ritenuta responsabile dalla popolazione, dai partiti democratici e da enti pubblici di avere distrutto importanti strutture civili quali strade comunali e provinciali, reperti archeologici di notevole valore tra cui un acquedotto di epoca romana ancora funzionante, di aver disperso e deteriorato falde acquifere di insostituibile importanza dato che l’isola è tuttora rifornita mediante navi cisterna, di avere abbattuto circa 400 vani di abitazione appartenenti a lavoratori espropriati con procedure coattive ed indennizzati con somme irrisorie, di inquinare con i vapori della lavorazione dei minerali  e con il pulviscolo delle escavazioni  sia la salute  dei lavoratori, sia l’ambiente circostante;

in particolare, tenuto presente che la citata società SAMIP  ha chiesto all’amministrazione di Ponza di essere autorizzata a lottizzare i terreni espropriati per realizzare insediamenti  turistici, gli interroganti chiedono di conoscere:

1 – su quale base il Ministero dell’industria, disattendendo il diverso avviso degli enti locali e della regione del Lazio, ha ritenuto di prorogare per altri 30 anni la concessione mineraria in questione;

2 – in che modo i beni culturali inclusi negli elenchi dei beni da sottoporre  a tutela sono stati validamente difesi dalle competenti autorità di Governo;

3 – come si è intervenuti per la difesa dell’ambiente, e per far rispettare le leggi poste a tutela della salute dei lavoratori e a protezione della popolazione;

4 – quali accertamenti sono stati svolti  per verificare il rispetto delle norme sociali e dei contratti di lavoro nei riguardi dei dipendenti della miniera suddetta e per la designazione del medico sociale secondo le prescrizioni di legge;

5 – se sono state accertate le responsabilità civili e penali dei pubblici  uffici per le omissioni compiute in relazione ad atti della società SAMIP che hanno arrecato danno ai beni pubblici e agli interessi dei singoli.

Non sappiamo che risposta diede il Presidente, ma ormai la questione si era fatta incandescente.

Gino Usai

(Continua)