Ritorno all’ articolo ( 2^ parte ). Il quale, deve ammetterlo, non ha esposto la “cronologia” dei fatti relativi alla SAMIP in modo asettico, né oggettivo ( se lo fosse stato non si sarebbero levate voci così forti )
E dunque riprendiamo: la SAMIP operò durante le Amministrazioni Sandolo precedenti al 1975 con “ordinanze provinciali” di dubbia correttezza, ma soprattutto con procedure amministrative contrarie alla volontà, agli interessi, alla sensibilità dei Fornesi.
I quali ( una minoranza ), è vero che godevano di un lavoro che li affrancava dal mare e dalla pesca, ma li spogliava del loro territorio, della casa, della salute, della serenità.
E lo fece con la connivenza di una Amministrazione che non riuscì a vedere nel “turismo” la fonte dell’economia isolana, e che ( colposamente ) non sentiva il dovere di “garantire” i suoi cittadini.
La qual cosa è spiegabile; tant’è che le amministrazioni Sandolo sono state giudicate , e tuttora lo sono, come dispotiche.
E’ comprensibile anche l’operato della SAMIP che, come lei ha sottolineato, andava dietro al suo interesse ( non certo quello dei Ponzesi ).
Tant’è che, quando trovò più “facile” tramutarsi da miniera in cava lo fece agevolmente ( la cava utilizza meno personale , la cava si espande più celermente, ma la cava è più nociva alle persone intorno, la cava è più invasiva sul territorio ).
Quando poi dal ’70 in poi la distanza fra Le Forna ( zona territorialmente devastata dalla SAMIP ) e Ponza-Centro ( luogo in cui sorgevano alberghi, ristoranti, ritrovi turistici ) divenne madornale, il sindaco Sandolo non poté più essere insensibile alle proteste della gente.
Contemporaneamente la SAMIP aveva esaurito le scorte del minerale e aveva bisogno di estendersi ancora sull’isola. Ciò ostava contro una volontà popolare ormai consapevole e una copertura amministrativa traballante.
La mossa geniale fu: pianificare lo sfruttamento di tutto quel terreno “lunare” a fini turistici, con un investimento massiccio ( risanatore ma anche innovativo ).
Cosa urtò questa mossa di una imprenditorialità geniale ? Due fattori:
1 – la mancanza di credibilità della SAMIP nei confronti della gente e dell’Amministrazione Vitiello ( espressione e garante della cittadini ). Il suo passato di impresa irrispettosa della popolazione fornese;
2 – la volontà della SAMIP di imporsi sull’ Amministrazione per decidere lei il futuro della contrada Le Forna. L’Amministrazione invece si oppose pretendendo (giustamente ) di “possedere” la maggioranza della quota-proprietà zona-SAMIP ( a risarcimento degli espropri selvaggi perpetrati nel passato della SAMIP ).
Questa è la mia opinione non la “mia verità” . La metto in discussione, e ho provato a farlo con lei che, in verità, non ha collaborato. Riproponendo i suoi credo.
Sono convinto anch’io che le banche non danno pegno alle “chiacchiere”.
Francesco De Luca