Attualità

15 agosto, ’na rosa spampanata…

di Franco De Luca

 

Anche quest’anno si è rinnovato l’evento che vede tutta la comunità isolana (Ponza porto e Le Forna) unita e solidale nel culto della Madonna Assunta.

È un evento perché l’unione avviene a Le Forna e a rendere omaggio sono i cittadini di Ponza-porto.

Non è un’eresia ammettere che Le Forna è stata ed è tuttora la periferia di Ponza. Lo è per ragioni storiche e per ragioni di miopia politica che, a tutt’oggi, non hanno reso merito a quella zona.

L’evento cui alludo è il pellegrinaggio che si muove dal Porto alle cinque del mattino per andare a Le Forna ed assistere alla Messa. Per cui la comunità dei ponzesi del porto si unisce idealmente e materialmente con la comunità dei Fornesi. L’evento  – continuo a chiamarlo così  – è in relazione ai festeggiamenti per la Madonna Assunta del 15 agosto, a cui  è dedicata la chiesetta di Le Forna.

Questo il nudo fatto.

Le considerazioni. Mi viene anzitutto di auspicare eventi del genere con più frequenza. Le due comunità  (Fornesi e Ponzesi del porto) si ignorano, talvolta si contrappongono. Convivono non serenamente. Desiderare che si promuova solidarietà fra le due comunità per cause sociali, di interesse comune, di civiltà è un  obiettivo culturale che vale la pena perseguire.

La chiesetta ha accolto tutti. Linda, essenziale, solare. Come deve essere un luogo di culto di una comunità che desidera affrancarsi dalla pesca, alla quale ancora è legata. Dimostrando al “sistema turistico” di Ponza che esiste anche una dimensione vacanziera meno caotica, più incline alla familiarità. Quella che stanno elaborando ed attuando con intelligenza i Fornesi.

La preghiera paesana canta:

I quinnece d’austo

’Na rosa spampanata

Maria sarraie chiammata

Pe’ l’eternità.

 

Buon  ferragosto

 

Francesco  De Luca

3 Comments

3 Comments

  1. Silverio Lamonica

    16 Agosto 2012 at 11:47

    Caro Franco,
    tu asserisci: “Le Forna… periferia di Ponza… per ragioni storiche e di miopia politica che, a tutt’oggi, non hanno reso merito a quella zona…”
    Permettimi di dissentire:
    1) Le Forna ha, da circa trent’anni, 2 edifici scolastici che oggi le hanno consentito di ospitare, oltre alla scuola primaria (o elementare) anche la scuola secondaria di primo grado (ex media inferiore), tutta accorpata in quella frazione, e la scuola secondaria di secondo grado (ragioneria) nell’edificio del “Pantano”. Vale a dire che da 11 anni in poi i nostri ragazzi si formano a Le Forna, e questo è un bene, proprio perché crescendo assieme, supereranno quel “senso campanilistico” tanto deleterio e i ragazzi di Ponza
    centro; frequentando quella zona, impareranno ad apprezzarla e ad amarla.
    Quindi, almeno dal punto di vista istruttivo-educativo, non vedo nelle amministrazioni comunali di tre o due decenni addietro la miopia politica cui tu hai fatto cenno.
    2) Il Poliambulatorio, costruito al centro dell’isola nello stesso periodo delle scuole, fa sentire uguali – sul piano sanitario – ponzesi e fornesi.
    3) Le attrezzature sportive (campetto di calcio e tensostruttura).
    Certo, resta ancora molto da fare: potenziare e perfezionare la rete fognaria con un depuratore adeguato e il porto a Cala Acqua. Ma se ci sarà la volontà politica quelle due strutture ed altre si potranno realizzare, così come sono stati realizzati gli edifici scolastici, il poliambulatorio e le attrezzature sportive.
    Silverio Lamonica

  2. Franco De Luca

    16 Agosto 2012 at 18:13

    Caro Silverio,
    come potrei permettermi di costringerti a consentire?
    Tu dici bene, le tue osservazioni sono appropriate. Gli interventi pubblici ci sono stati… ma allora come mai Le Forna rimane una zona “periferica” in senso strutturale, economico, sociale? Non penso che vorrai attribuire il demerito al gruppo sociale!
    Piuttosto penso che gli interventi (che tu enunci) non si sono amalgamati con la realtà comunitaria. E questa… è una funzione che pertiene all’Amministrazione. Se no… a chi ?
    Francesco De Luca

  3. polina ambrosino

    19 Agosto 2012 at 15:39

    E’ la gente che FA il luogo. E’ chi vive in una casa che la rende casa. Ponza ha 2 realtà da quando è nata come comunità. Ognuna si è sviluppata, nel bene e nel male, cavalcando le vicissitudini storiche a suo modo. A Le Forna non manca niente sia in numeri, sia in attività, sia in potenzialità. Manca una sola cosa, necessaria, direi quasi vitale: il porto. Se ci fosse il porto, credo, a quest’ora il 99,99% delle polemiche sul tema Le Forna, non sarebbero mai nate. Speriamo che al piu presto si trovi il modo di dare vita a questa eterna necessità. Si saranno cosi risolte diatribe e problemi.

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