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L’amico risponde

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di Franco De Luca

 

Caro Michele,

la lettera l’hai inviata a me (tanto è vero che alla fine mi abbracci pure), ma è chiaro che destinataria vera è l’attuale Amministrazione.

Ho capito l’artificio ma, pur non avendo titolo, ti seguo nei ragionamenti per contribuire al dibattito.

Tocchi tanti tasti tu; io estrapolo soltanto quelli sui quali ho convincimenti forti.

Parto dall’esigenza di tutela, cui gli attuali Amministratori agognano.

È sacrosanta la loro pretesa perché la passata compagine municipale ha ampiamente dimostrato di sguazzare nell’illegalità a proprio utile. Ma la prima, suprema  tutela  hanno diritto ad averla i cittadini. Essi hanno scelto i loro rappresentanti affinché sicurezza, prosperità, futuro siano perseguiti e migliorati.

I rappresentanti dei cittadini sono coperti anzitutto da questo mandato di rappresentanza, dal consenso ricevuto. La rappresentanza non deve essere vissuta come una esposizione allo sbaraglio, bensì come una garanzia.

Anche a me appare che questo convincimento non sia radicato nei nostri Amministratori. Si sentono fragili nei confronti del loro stesso stato d’animo. E dunque insicuri. Insicuri di sè e perciò abbarbicati ai dettami delle leggi.

Mi spiego: il Commissario prefettizio, il cui comando tu definisci “dittatoriale”, mancava proprio di quello scudo, ossia del consenso cittadino. E perciò usava la spada della legge, senza cerimonie.

Questo “modello” amministrativo (quello commissariale), tutto legge, non è da seguire.

Il modello amministrativo di chi può vantarsi di una scelta elettorale, trova un suo strumento qualificante nel Consiglio Comunale (come tu evidenzi).

L’organo sovrano (per quanto riguarda l’oppurtunità delle decisioni) è il Consiglio. Ed è da lì che la cittadinanza si attende le norme amministrative che le diano sicurezza, prosperità, futuro. Il Consiglio ha sia il merito della collegialità sia il merito del radicamento nella vita quotidiana dell’isola.

 

Caro Michele, vedi, chi scrive (come abbiamo fatto tu ed io) ha soltanto il compito di far quadrare logicamente le frasi, mentre chi amministra deve far quadrare le norme, ovvero le direttive, con le impellenze della vita. Cosa molto più difficile, sgradevole e ardua. Ma è questa difficoltà qua che distingue l’Amministratore che tira a campare (esempi ne abbiamo avuti) da quello che dà valore al suo mandato.

Tu accenni a tante cose, in cui non ti seguo perché preferisco astenermi dall’alimentare un clima d’astio.

Ti ringrazio per avermi scelto come pretesto per un dialogo; sai bene che apprezzo il tuo parlare franco.

Esterniamo le critiche e anche le indignazioni con l’obiettivo che tutti ne usciamo più ricchi.

 

Francesco  De Luca