Archeologia

“Il culto di Mitra a Ponza”. Il nuovo libro di Silverio Lamonica

di Giuseppe Mazzella

 

Ponza, il Sole e il Dio Mitra

Il 14 Agosto del 212 d. C. una eclissi totale di sole investì parte dell’Italia, oscurando anche l’isola di Ponza. Erano le 6 e 12 o 13 del mattino quando il fenomeno ebbe inizio. Era l’ora in cui nel piccolo mitreo isolano, collocato in quello che oggi è via Scalpellini, alcuni iniziati cominciavano a sacrificare ritualmente al dio Mitra. Il sole, penetrando da Est, illuminava il piccolo speco. Quando la luce si andò progressivamente affievolendo per poi scomparire del tutto, gli officianti furono presi dal panico. E abbandonarono terrorizzati il tempio sotterraneo. Un’impressione che rimase durevole nella memoria, tanto da spingerli poco dopo a fissare nella nicchia del culto il momento astrologico che si era verificato. È molto probabile, infatti, che lo zodiaco del soffitto che ancora oggi possiamo ammirare in buone condizioni nel mitreo di Ponza, sia stato realizzato al posto del cielo stellato, come accadeva normalmente per altri mitrei, subito dopo la eclisse del 212. E proprio la diversa collocazione dei segni zodiacali e la loro grandezza stanno a confermare quel lontano accadimento.

Dopo 1800 anni quel fenomeno è stato ricostruito e fatto conoscere anche ai non addetti, assieme alla storia del tempio mitraico, dallo studioso ponzese Silverio Lamonica, che ha appena dato alle stampe il volume dal titolo: “Il culto di Mitra a Ponza”, Caramanica Editore, Scauri. Un’opera costata anni di studio, di traduzioni dal tedesco, di approfondimenti di testi greci criptici, che hanno permesso a Lamonica – attraverso una paziente e certosina analisi e districandosi tra diverse e a volte opposte interpretazioni archeologiche – di ricostruire la storia del monumento isolano. Il risultato: un volumetto godibilissimo e di grande interesse, una perfetta sintesi su una testimonianza  storica-archeologica importante e ancora poco conosciuta. La presenza in un’isola come Ponza del culto mitraico è spiegabile, scrive  lo studioso, per il fatto che ai seguaci erano richieste prove durissime, tra le quali lunghi digiuni e attraversamenti a nuoto di ampie distanze marine. L’isola, sin dai tempi più antichi, vero crocevia del Mediterraneo, non poteva non avere la presenza della religione mitraica, molto diffusa tra i naviganti. Uno degli aspetti più importanti, sottolinea ancora lo studioso, è che Ponza ha nel suo mitreo la rappresentazione del “serpente eclissante che ingoia il sole”, forse la più antica del “Dragone eclissante” fin qui scoperta. Un monumento di un’importanza considerevole per la storia e l’astrologia, come afferma Roger Beck, che fa della nostra isola una tappa importante nello studio e nella ricostruzione del culto orientale, per molti versi affine al cristianesimo e per il quale gli stessi Padri della Chiesa nutrivano rispetto e considerazione.

Il volume, appena edito, è ricchissimo di analisi e comparazioni tra le ipotesi dei diversi studiosi, il tutto arricchito con immagini suggestive. Una bibliografia accurata accresce la fruibilità di una lettura accattivante come un romanzo. Un’opera di buona divulgazione scientifica per la conoscenza di un monumento noto solo agli specialisti, uno studio che rappresenta la più completa e organica sintesi sul Mitreo isolano. Uno studio che Lamonica ha voluto regalare a tutti noi, quale ennesimo atto d’amore per Ponza, che si aggiunge agli altri che generosamente sta mettendo a disposizione del nostro sito.

Di tutto questo gli siamo grati, perché il recupero e la valorizzazione delle nostre radici rafforzano un’identità di cui dobbiamo andare orgogliosi.

 

Giuseppe Mazzella

1 Comment

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  1. Maria Conte

    21 Luglio 2012 at 18:24

    Caro Silverio,
    non puoi credere con quanta e quale emozione ho appreso, oggi, la notizia del tuo nuovo libro sul mitreo ponzese. Mi riservo di congratularmi con te a voce ed acquistare subito il libro. Per il resto, leggi quanto dico al sig. Giuseppe Mazzella

    Caro Amico Giuseppe,
    logicamente congratulazioni vivissime anche a Lei per la preziosa presentazione dell’opera di Silverio. Avete suscitato in me un’onda di ricordi e di emozioni. E vi spiego: parecchi anni fa.., ormai, mi sono laureata all’Università di Padova, nella facoltà di Lettere e Filosofia, in Archeologia Cristiana. Qualche anno prima, in previsione della tesi, avendo avuto la fortunatissima occasione di vedere il mitreo di via Scarpellini e di farne alcune foto, chiesi al mio professore se era possibile, con la sua guida, poterne fare una proprio sul mitreo della mia isola (idea che mi eccitava al massimo!..Poter fare qualcosa per Ponza). Il docente dapprima si dimostrò entusiasta molto entusiasta (pare che in Italia, se ricordo bene, non ce ne siano altri di mitrei), in un secondo tempo, ritirò l’idea, affermando che Ponza era molto lontana e che non avrebbe potuto neppure, per i suoi numerosi impegni, venire a vederlo… Molto delusa ed amareggiata, dovetti per forza di cose rinunciare… Ma il punto cui voglio arrivare è questo: siccome lei ne parla al presente, nella presentazione, ed addirittura dice, cito le sue parole: “…nel soffitto che ancora oggi possiamo ammirare in buone condizioni nel mitreo di Ponza…”, Le sarei grata se volesse suggerirmi la possibilità di rivedere quest’opera bellissima e dare anche ad altri la possibilità di goderne… In parole povere: “Come posso rivisitare il mitreo, oggi? A me, nonostante qualche tentativo, non è risultato possibile, già da qualche anno, farlo”.
    In attesa di rivivere emozioni mai sopite (il discorso sul mitreo potrebbe far ripartire anche tutta la questione dei beni artistici di quest’isola, nascosti, trascurati, violentati dall’incuria di amministratori inesperti e dall’egoismo di alcuni nativi incivili), vi ringrazio entrambi e vi auguro buona estate, in attesa di vivere, quest’anno, la mia con una sorpresa in più: il mio… vecchio mitreo.
    Maria Conte

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