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Sapori d’estate

[1]

di Franco De Luca

 

Nell’orto che curo c’è un albero di  “pere carmusine”.

È un alberello che non riesce ad elevarsi né ad ingrossarsi: è come ingessato in una forma che  di anno in anno si raggrinzisce nella corteccia e si annoda nei rami che, come ho detto, sono piccoli.

E dire che sono ormai quasi trent’anni che ho familiarità con questo pero che, molto probabilmente, è ancor più vecchio.

I frutti sono peruzze, le più piccole che conosco. Il sapore è intenso e gustoso.

– ‘U piro o ‘u cuoglie o care  – o lo cogli o cade – mi rammentava nonna Giuseppina e, quando maturano, le peruzze lasciano il ramo. La polpa allora non è più bianca né soda; è molliccia e marrone. Ma sono buone lo stesso.

Carmusina: parola dialettale che segue il latino carmesinus, in italiano crèmisi. Ossia rosso… E infatti le pere esposte in modo diretto al sole si tingono di rosso acceso.

In questo periodo stanno maturando, il che vuol dire che le sto mangiando.

È per me un altro sapore dell’estate. Che non posso condividere però, perché l’albero è unico e il raccolto è minimo. Giusto per me.

 

Francesco  De Luca (Franco)

 

Pere carmosine, ‘ndù ciardine ‘i Romolo, fotografate lo scorso anno, circa nello stesso periodo (leggi qui [2]) – NdR