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Il Faro, Domenico e… la parmigiana!

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di Assunta Scarpati

 

– Allora ragazzi… appuntamento a S. Antonio alle 8.30… mi raccomando! Cerchiamo di essere puntuali!

– Prof… ma pure la domenica sveglia all’alba?

– Ma dai… ‘sti pelandroni… su che domani sarà una giornata bellissima! Il faro è un posto davvero bello!”

La voce… è quella di Domenico Musco, giovane insegnante di Educazione Fisica alle scuole medie…

Un personaggio diverso dai soliti insegnanti: sorridente, allegro, severo ma con la giusta dose di comprensione… per lui nulla era impossibile!

A me, che sono stata sempre una ragazzina ‘in carne’, ha dato talmente tanta fiducia e stimolo che mi ha fatto persino partecipare ai giochi della gioventù classificandomi con il bronzo al lancio del peso… senza contare che mi faceva fare il salto in alto con una leggerezza estrema!

Dunque, torniamo a noi…

Appuntamento a S. Antonio alle 8.30 e ognuno portava qualcosa per il cesto del pic-nic: a me toccava la parmigiana di melanzane…

Partita da casa scendevo per l’Aversana dove, man mano,si aggiungevano i vari pezzi: Angelida, Maria, Silverio, Gianni a Giancos, fino ad incontrare tutti quelli del Porto… Maria, Vera, Katia, Giuseppe, Giovanni, Antonio, Sabrina… ognuno con la propria mappatella delle vivande…

Cosi, tutti accaldati e un po’ di corsa si arriva a S. Antonio… e lì ad aspettarci il professore…

– Assu’… he purtate a parmiggiane? – e lo vedevo già ridere con la sua tipica espressione: chiusura degli occhi, fronte arricciata e gran risata …

– Uff, prufesso’… mamme pensave che ereme ‘na cinquantine… m’ha fatte ‘u ruote cchiù gruosse ca teneveme!

E così tra le chiacchiere e gli scherzi ci avviammo per la salita dell’Eea per poi raggiungere la strada degli Scotti… Mamma, e che salita! Con quella teglia poi!

Arrivati “ncoppe all’are ‘i Scuotte”… breve pausa, una bella bevuta d’acqua e già tutta la fatica fatta era scomparsa: la veduta dell’isola dall’alto… Palmarola di fronte… la bella scampagnata con gli amici ripagava di tutto la fatica sofferta…

– Forza che manca poco… il fanalista sta già aspettando… Forzaaaa…

Prendemmo il viottolo e ci incamminammo: la vegetazione era meravigliosa e il profumo delle ginestre  inebriante… fino a che non spuntammo sulla strettoia che porta al faro….

Oh mamma mia! io soffro di vertigini!

– Professò… io soffro di vertigini… No no no no no… io non scendoooo!

“Cammina… ’sta cacasotta… dai che non è nulla… guarda sempre diritto, davanti a te… è facilissimo… non ci devi pensare… forza… mentre ci pensi sei già arrivata! Però… fa’ ’na cosa: damme ‘a parmiggiana a mme!

Così, un piede dopo l’altro, e con la parmigiana in salvo, arriviamo al grande cancello; ad aspettarci Gianfranco, per aprirci e introdurci al Faro…

Che spettacolo! che magnificenza!

Una sensazione che non dimenticherò mai: mi sembrava di vivere in un racconto omerico, dove da un momento all’altro sarebbe apparso un ciclope, una sirena ai piedi del faraglione o addirittura Circe, maga e padrona di questo luogo indescrivibilmente bello…

La grande casa bianca a fasce rosso pompeiano, le enormi porte finestre che davano a quel luogo una luce fortissima, surreale… sembrava che il sole e il cielo si toccassero con la mano… di infilarci dentro le mani… i pavimenti di graniglia con i decori a tappeto… la caffettiera enorme con le tazze della Marina militare…

L’orto esterno ancora ben disegnato… i fiori che nascevano anche dagli “spuntoni” della montagna…

E la sensazione di libertà… di leggerezza… di spensieratezza… ricordo che il fanalista ci aveva raccomandato l’ordine, di non correre…

Ma tutti eravamo lì, estasiati e meravigliati con il naso in sù…

E poi… l’odore del mare…  la trasparenza dell’acqua con i riflessi del sole…

– Prof… ho avuto paura… ma che bello però!

Poi i giochi, i tuffi giù alla Scarrupata, la merenda…

Nove ore passate in un lampo… ma che hanno lasciato nella mia mente e nel cuore uno dei ricordi più belli della mia adolescenza…

Grazie Domenico! …a proposito: è sempre ghiotto di parmigiana!

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Assunta Scarpati