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Ponza delle stelle (2)

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di Domenico D’Amato

 

  Per l’articolo precedente, su “Ponza delle stelle” leggi qui [2]

Per gli articoli sulle stelle già comparsi sul sito, leggere qui -> (1) [3] e qui -> (2) [4] e qui -> (3) [5] o digitare – cielo stellato – nel riquadro “CERCA NEL SITO”

 

L’iniziativa è nata da un’idea di Ponza Racconta, e noi dell’Associazione Pontina di Astronomia l’abbiamo accolta con entusiasmo, pensando al bellissimo cielo poco inquinato che si può godere sull’Isola di Ponza ed all’occasione di continuare a diffondere l’astronomia pratica in un posto dove non è molto diffusa.

Ponza delle Stelle non è una semplice manifestazione, ma una serie di iniziative volte a interagire il più possibile con la gente dell’isola, inserendo elementi di contatto tra cielo, terra, storia e tradizioni.

Sicuramente a Ponza ci sono persone che hanno un telescopio, non importa quanto grande, ma se ce l’hanno sicuramente avranno rivolto gli occhi al cielo almeno per una volta e si saranno chiesti di vedere più da vicino quello che ci appare lontanissimo ed intoccabile.

Il nostro primo pensiero è stato di coinvolgere questi aspiranti astrofili per farli crescere e partecipare attivamente alle iniziative successive. Infatti, la sera del primo giorno c’è l’incontro con gli amanti del cielo, un incontro un po’ ristretto presso la spianata del fortino in cui con un nostro telescopio cercheremo di far vedere, ma soprattutto desideriamo vedere cosa hanno da mostrarci gli astrofili locali…

La mattina del giorno successivo faremo un po’ di “street astronomy”, ossia un po’ di astronomia casuale di strada  e non organizzata, in cui si dà la possibilità a persone qualsiasi di avvicinarsi all’astronomia casualmente,  di mettere un occhio all’oculare e vedere cose che non sapeva (il più delle volte) esistessero. E spesso in questi incontri si possono incuriosire degli insospettabili, e creare nuove persone che prendono sempre più coscienza di ciò che li circonda.

Il posto prescelto è sul marciapiede di Sant’Antonio, di fronte alla fermata degli autobus, ove c’è un andirivieni di gente durante la mattinata. Ne approfitteremo per avvisare che la sera ci sarà una gran festa a Calacaparra.

Essendo di giorno, l’oggetto da vedere al telescopio non può che essere il Sole.

La prima sorpresa: ma il telescopio non serve di notte per vedere stelle e pianeti?

L’uso del telescopio per le osservazioni del Sole è poco conosciuto ed ogni qualvolta organizziamo osservazioni solari la gente rimane stupita e timorosa allo stesso tempo.

Il Sole è la stella più vicina a noi e mostra tantissimi dettagli affascinanti come le macchie solari.

Essendo caldo e luminosissimo, non possiamo osservarlo senza precauzioni: occorre inserire in tutti gli ingressi di luce del telescopio (obiettivo e cercatore) un filtro in Mylar, un materiale particolare che fa passare solo un centi-millesimo della luce solare, che ci permette di osservarlo in tutta tranquillità.

È l’occasione per parlare di Sole, di macchie solari, protuberanze, tempeste solari, di cui tanto sentiamo parlare sul web ed ai telegiornali.

La sera poi il grande incontro con il cielo notturno. Non ci sarà la Luna ad attirare l’attenzione, ma la piazza di Calacaparra, oscurata per l’occasione, aprirà una finestra sull’infinito.

Ma prima di iniziare  il viaggio verso il cielo, è d’obbligo una piccola presentazione per prepararci mentalmente a ciò che andremo a vedere. Filmati ed immagini ci porteranno verso il magico mondo del sistema di Saturno, fatto di anelli, rocce, mondi ghiacciati, ma anche di suoni alieni (i fulmini di Titano) registrati dalla sonda Huygens nella fase di discesa verso la superficie di Titano.

I telescopi faranno da coreografia e saranno tutti in attesa dei curiosi che vorranno scrutare sempre più lontano.

Qualcuno rimarrà deluso, perché pensa di vedere chissà quali particolari di quei mondi lontani. Ma le distanze sono enormi e per quanto vogliamo ingrandire, possiamo solo scoprire qualche piccolo dettaglio in più.

Un conduttore guiderà per le vie del cielo, cercando prima di indicare il punto principe per la “navigazione”: la Stella Polare, la Stella del Nord. Una anonima stella dell’Orsa Minore che è però la più conosciuta, perché per caso si trova (ora) in corrispondenza del Polo Nord Celeste, per poi fare una carrellata sulle maggiori costellazioni visibili, senza tralasciare le Costellazioni dello Zodiaco (13) che nulla hanno da condividere con i Segni Zodiacali (12) se non il nome .

Per questa posizione particolare (e momentanea) la Stella Polare vede tutto il resto girarle intorno: le stelle, i pianeti, il Sole… Ma è tutto apparente. Il movimento che percepiamo giorno dopo giorno e durante l’anno sulla volta celeste, dipende unicamente dalla rotazione della Terra intorno al suo stesso asse e dalla rivoluzione intorno al Sole, determinando il cambiamento e la visibilità delle cosiddette Costellazioni Estive o Costellazioni Invernali.

Le Costellazioni Estive non si vedono solo d’estate, ma è d’estate che le vediamo in cielo nella prima parte della serata, così è anche per le costellazioni invernali.

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Gli oggetti che saranno al centro delle osservazioni sono: Saturno, il pianeta con gli anelli, e Marte, il pianeta rosso. Ma non mancheremo di inquadrare altri oggetti particolari, un po’ più difficili da osservare e da comprendere per un occhio non allenato: ammassi stellari e stelle doppie.

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Le nebulose delle quali si parla molto, sono oggetti evanescenti che si rendono visibili solo in fotografia, a parte qualche raro caso (la Grande Nebulosa di Orione, non visibile però a luglio in prima serata).

Il giorno dopo si ripete.  Date le distanze enormi pensiamo che in cielo sia tutto immutabile, ma dobbiamo tenere a mente che qualsiasi puntino in cielo ha vita, con una nascita, una vita ed una lenta fine. Il tutto in tempi che si misurano in genere in miliardi di anni. È per questo che lassù tutto ci sembra immutabile.

L’osservazione del Sole è quella che più ci far rendere conto del lento trascorrere del tempo cosmico.  Se abbiamo la costanza di osservarlo per due o tre giorni, vediamo che le eventuali macchie solari evolvono, si spostano, scompaiono, nascono.

Se poi abbiamo la fortuna di possedere un telescopio solare, possiamo vedere le protuberanze che partono dalla superficie e si protendono per centinaia di migliaia di chilometri nello spazio nel giro di poche ore. È solo in questo modo che ci rendiamo conto che tutto è in trasformazione, e nulla è statico.

Speriamo di condividere la meraviglia che proviamo noi ogni qualvolta osserviamo un oggetto in cielo, con coloro che si avvicineranno per la prima volta al telescopio.

E speriamo che questa iniziativa sia destinata a durare ed a ripetersi.

 

Domenico D’Amato
Presidente dell’Associazione Pontina di Astronomia